NON SIAMO SOLI

Cos’è il senso di vuoto?

Forse è la paura che ci viene adesso, davanti a questo foglio bianco, di non riuscire a riempirlo con le parole giuste.

Non è certamente il vuoto del frigorifero quando si è alla ricerca disperata di qualcosa di buono da mangiare. 

Qualche giorno fa è apparsa la notizia di un enorme buco nero a milioni di anni luce da noi. Gli scienziati lo hanno osservato divorare le stelle attorno a sé. Forse è fatto così il senso di vuoto quando si crea nel piccolo universo delle nostre emozioni: un buco nero che divora la luce che accende la nostra felicità, la voglia di vivere.

È una sensazione che mette le radici nelle nostre insicurezze e ci fa sentire incompleti, diversi, fuori luogo, strani.

Il senso di vuoto è una sensazione che ci distrugge, che si allarga piano piano e se non lo si ferma o lo si ferma in modo sbagliato, può inghiottirci, inglobarci come le anidi, serpenti marini che divorano il loro stesso cervello.

Spesso è qualcosa che si crea quando viene a mancare una delle nostre certezze, quando, ad esempio, una persona che ci ha accompagnati per un lungo tratto del nostro cammino non è più al nostro fianco. Allora ci si sente come disorientati, come se al posto del terreno sicuro dove posare i nostri piedi ci fosse una fune sospesa in mezzo al nulla. Sono le occasioni in cui dobbiamo farci coraggio e riempire quei vuoti con la nostra forza d’animo.

Il senso di vuoto, però, si può creare dentro di noi anche per le nostre insicurezze, per il nostro sentirci inadeguati. Allora esso diventa una forza negativa che ci spinge a riempirlo con gioie artificiali, sogni impossibili, che invece di renderci veramente felici ci distruggono e ci uccidono.

Il senso di vuoto può presentarsi con un brutto voto, con un fallimento, con la solitudine, con la noia di certe giornate inutili. Il senso di vuoto ci prende quando ci sentiamo esclusi,  brutti, inadeguati e non all’altezza di un compito che ci era stato assegnato.

Potrei continuare all’infinito, perché il senso di vuoto, ogni giorno, inventa un nuovo modo per insinuarsi dentro di noi. Immaginatevelo lì, seduto alla scrivania proprio al vostro fianco, con un foglio bianco e una penna con inchiostro simpatico, a cercare nuovi travestimenti e nuovi modi per distruggerci.

Spesso il senso di vuoto, all’inizio, è una esile e solitaria nuvoletta nel cielo azzurro di una giornata felice, all’apparenza semplice da scacciare. Poi basta un niente e quella nuvoletta si trasforma in un temporale. Ed è qui che molti cadono, sbagliano, alimentano il vuoto con altro vuoto. La droga, il fumo, l’alcol, il gioco d’azzardo, l’autolesionismo, i disturbi alimentari sono il cibo di cui si alimenta il senso di vuoto.

Basta digitare su internet “storie di persone dipendenti da sostanze stupefacenti” e davanti ai nostri occhi, sul nostro schermo appariranno circa centinaia di migliaia di risultati.

Basta leggerli per renderci conto di come sia facile iniziare queste dipendenze, magari ci verrà spontaneo chiederci “ Ma veramente ci si può iniziare a drogare per questi stupidi motivi?”. Eppure sono proprio queste centinaia di migliaia di persone e le loro storie che ci danno la risposta…

Sono tutte storie di gente che si sente piccola di fronte a grandi problemi, che cammina sull’orlo di un precipizio, dove anche una semplice pietra, una storta può far sbilanciare o addirittura cadere. Il vuoto è sempre lì, subito accanto a quella pietra scivolosa, subito dopo quel passo falso,  quell’imprevisto che ci può fare male, ma può anche cambiarci la vita.

Anche un’offesa, anche un complimento mal espresso, un amore sbagliato, una sottomissione, una violenza subita, un’etichetta scomoda appiccicata addosso con cattiveria e superficialità può alimentare il vuoto e spingere la persona colpita a portare il proprio corpo allo stremo, come punizione per un  errore mai commesso, ma di cui è stata addossata la colpa.

Il vuoto trae forza da tutta la negatività che ci circonda e divora tutta la luce che c’è in ognuno di noi, come quel buco nero divora le stelle di quell’universo lontano. Ma questo senso di vuoto può essere annientato dalla nostra positività, dalla nostra voglia di fare, di costruire relazioni, amicizie, esperienze, di incontrare culture, di inventare giorno per giorno un buon motivo per brillare come piccole stelle nell’universo.

Agata Ancora, Laura Laghetti, Sofia Rocchio e Sofia Tucci

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