E c’è il tuo sguardo

Il pomeriggio del 26 gennaio 2024 nell’auditorium della nostra scuola si è tenuto un emozionante incontro di poesia e musica con la partecipazione delle professoresse Patrizia Sollecito e Carmen Ciocca, autrici della raccolta di poesie E c’è il tuo sguardo.

Prima dell’inizio dell’evento abbiamo chiesto alle due autrici se potessimo intervistarle per il nostro webmagazine, e loro hanno accettato!

Professoressa Sollecito, com’è nata la sua passione per la poesia? Si è ispirata a qualcuno, o a qualcosa?

La mia passione per la poesia è nata grazie a mio padre: ero poco più di una bambina – avevo 11 anni – quando il mio papà mi regalò dei libri di poesie facendomi scoprire un mondo magico che non avrei mai immaginato potesse esistere. Da allora, pur avendo conosciuto e sperimentato altri linguaggi letterari e artistici, non mi sono mai allontanata dal linguaggio poetico e dall’arcobaleno di emozioni che sa rivelare, creare, donare, suscitare.

Com’è nato il titolo del libro E c’è il tuo sguardo? A chi si riferisce l’aggettivo “tuo”? E perché il titolo comincia con una congiunzione?

La congiunzione sottolinea l’importanza di non essere soli, la certezza che c’è sempre qualcuno con il quale possiamo entrare in relazione e comunicare. Lo sguardo è uno dei primi strumenti di questa relazione con quanto ci circonda, relazione che possiamo e dobbiamo coltivare. Attraverso lo sguardo che si posa su ciò che è al di fuori di noi possiamo iniziare a vedere l’altro e il mondo, e possiamo andare oltre, possiamo superare le apparenze e aprirci allo stupore e alla meraviglia. “Tuo” è la scoperta di una prospettiva diversa dalla nostra, che risveglia il nostro interesse, la nostra curiosità, il nostro fortissimo potere immaginativo.

Abbiamo notato che la dedica del libro è a suo padre. Ci ha già detto perché proprio a lui; ma perché il ricordo del suo papà è paragonato proprio ad un ciliegio in fiore?

Perché il ciliegio in fiore fa pensare subito alla rinascita, proprio come quella rinascita che mio padre mi ha donato insieme ai libri di poesie: rinascita ad un nuovo modo di vedere me stessa e il mondo, anzi ad un nuovo modo di stare al mondo.

Di cosa “parlano” soprattutto le sue poesie? Cosa gliele ha ispirate? Insomma, come nasce per lei una poesia?

Ogni poesia nasce da un’emozione, da un moto interiore al quale bisogna lasciarsi andare e che bisogna vivere intensamente lasciandosene attraversare. Soltanto dopo si cercano pazientemente le parole che traducano sul foglio l’esperienza emozionale, la commozione, il ritmo interiore. E attraverso le parole il nostro io si espande e diventa noi; la poesia nasce dalla riscoperta di noi stessi che si trasforma, attraverso la parola, in condivisione, incontro, dono.

Siamo state attratte da una poesia che si intitola Silenzi: qual è il suo significato? Cosa sono i silenzi per lei? Quando i silenzi sono “infruttuosi” e quando non lo sono? Come li distingue?

Il silenzio è la dimensione che ci permette di entrare in contatto con la parte più profonda della nostra anima e che ci aiuta a conoscerci, ad ascoltare il nostro mondo interiore al di là del rumore e della confusione che spesso ci schiacciano. Per questo considero il silenzio ricco e prezioso. Infruttuosi e pericolosi, invece, sono i silenzi che minano le relazioni, i muri che si alzano quando ci si rifiuta di comunicare all’interno di una coppia o di un rapporto di amicizia. E’ facile distinguere un silenzio “buono” da un silenzio “cattivo”: il primo “parla” al tuo cuore; il secondo è assenza di comunicazione.

La poesia “Filo spinato” si riferisce alla Shoa? Qual è il suo significato?

Sì, si riferisce alla Shoa ma non solo. Perché noi oggi viviamo ancora tante situazioni di fili spinati, tante sofferenze, tanti lager. La poesia vuole mettere in evidenza come, con il nostro piccolo contributo, possiamo affermare un nuovo ideale di vita basato sulla solidarietà e sulla collaborazione. E vuole sottolineare il valore “sociale” del linguaggio poetico.

La poesia “La forza al femminile” si riferisce esplicitamente alla guerra in Ucraina, anzi alle donne ucraine: perché?

Abbiamo preso spunto da un’immagine, perché spesso anche le immagini suggeriscono idee potenti. Tra le tante immagini della guerra in Ucraina, mi è capitato di vedere quella di una donna anziana con un fazzoletto sul capo; aveva il viso pieno di rughe e non piangeva, anche se si trovava evidentemente in una situazione disperata. Da lì è scaturita l’urgenza di esprimere la forza delle donne, quella forza che le donne hanno avuto, hanno e devono continuare ad avere nella storia; la forza di dire sì alla vita, perché le donne non generano soltanto figli, ma danno vita a tutto un mondo. Inoltre le donne hanno sempre combattuto, quindi la nostra poesia è anche un omaggio a tutte quelle donne che non si sono lasciate sconfiggere dalle difficoltà e dalle ingiustizie, un invito a non lasciarsi sottomettere e ad avere sempre coscienza della propria dignità.

Perché ha deciso di far tradurre le sue poesie in spagnolo? E come è nata l’idea della vostra collaborazione?

Inizialmente non pensavo affatto ad una possibile traduzione delle mie poesie in spagnolo; l’idea originale era quella di far accompagnare i miei testi dai disegni della professoressa Ciocca, visto che lei è un’artista sensibile e bravissima. Poi è stato lo spagnolo a cercare me: non lo conosco come lingua, ma mentre sentivo lei che lo parlava ne sono rimasta affascinata e così abbiamo deciso di fare questo esperimento. E’ stata un’esperienza bellissima, anche perché tra me e la professoressa Ciocca c’è sempre stato un bel rapporto di amicizia e di scambio culturale, e quando c’è affinità si lavora senza alcun peso.

Professoressa Ciocca, come descriverebbe la sua esperienza di collaborazione a questo libro?

Questa collaborazione mi ha arricchita veramente tanto, anche perché lavorare sulla lingua è una cosa che mi piace da sempre; per me tradurre è una sfida, è un lavoro che necessita di serietà e di molto impegno, poiché la traduzione non è mai perfetta e perché rischia di tradire l’originale. Infondo ogni traduzione è una difficilissima opera d’arte.

Perché, oltre a curare la traduzione, ha comunque deciso di realizzare anche le illustrazioni presenti nel testo? E perché ha/avete scelto proprio i fiori come motivo dominante?

Perché a me piace dipingere, è la mia passione. Anche nel mio caso è stato mio padre a farmi conoscere la bellezza e la magia di quest’arte: lui aveva un negozio di belle arti, quindi io sono sempre stata vicina al mondo della pittura, ma non me ne ero mai davvero interessata. Quando avevo 12 anni, per aiutarmi in un periodo un po’ difficile, papà mi propose di andare “a bottega” da un pittore suo amico e da allora la pittura non mi ha mai abbandonata. I fiori sono al centro del nostro libro perché, come ha detto Patrizia a proposito dei fiori di ciliegio, sono il simbolo più evidente della rinascita. E la poesia e la pittura sono forme di rinascita.

Pensa che lo spagnolo sia una lingua “adatta” alla poesia? Ha incontrato delle difficoltà nell’esprimere in un’altra lingua gli stati d’animo delle diverse poesie?

Assolutamente sì, lo spagnolo è una lingua che per la sua musicalità si presta benissimo alla poesia; in quanto alle difficoltà che ho incontrato, sono state tante: ho faticato molto per trovare i vocaboli giusti, quelli che corrispondessero il più possibile all’essenza delle parole italiane e che esprimessero il carico emozionale delle poesie di Patrizia. Non ho mai usato tanto i dizionari!

Lei è di madrelingua spagnola, ma vive in Italia da molti anni e parla perfettamente l’italiano. Quale sente che sia la SUA lingua?

La mia lingua è assolutamente lo spagnolo. Lo spagnolo è la lingua della mia infanzia, dei miei ricordi, dei miei sogni, delle mie emozioni. Non voglio dire che l’italiano non mi piaccia, ma emotivamente la MIA lingua è e rimarrà sempre quella spagnola.

Abbiamo notato che l’introduzione, la quarta di copertina e la citazione iniziale del vostro libro sono di Anna Santoliquido. Chi è Anna?

Anna Santoliquido è la presidentessa del Movimento Internazionale “Donne e Poesia”, che lei stessa ha fondato. E’ una persona molto colta, scrittrice, traduttrice, autrice di numerosi saggi e soprattutto poetessa. Siamo davvero onorate che abbia accettato di curare la prefazione del nostro libro.

E noi siamo davvero onorate di aver potuto rivolgere le nostre domande alle gentilissime Patrizia Sollecito e Carmen Ciocca, che ringraziamo per la loro disponibilità e per il meraviglioso caleidoscopio di emozioni che hanno saputo donarci!

Giorgia Dentuto, Nicole Leotta, Sofia Leotta

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