La parola e l’ulivo: incontro con la poetessa Raffaella Pallamolla

In occasione della giornata mondiale della poesia, il 21 marzo la classe 3^H della scuola secondaria di primo grado Nicola Zingarelli ha incontrato la poetessa Raffaella Pallamolla. 

Raffaella Pallamolla, nata a Monopoli, appassionata di poesia, pittura e teatro, è entrata a far parte nel 2011 del Consiglio Direttivo del “Movimento Internazionale Donne e Poesia” di Bari, diretto dalla saggista e poetessa Anna Santoliquido. 

Nella prima parte dell’incontro, l’autrice ha parlato della sua carriera e del suo libro, “La parola e l’ulivo”, pubblicato nel 2019, dedicato al marito, ai figli e ai suoi genitori. La raccolta si suddivide in sei sezioni, unite dal file rouge del tema dell’amore per la propria terra, la Puglia, che passa dal descrittivo naturalistico all’attualità, dal soggettivismo (i rimpianti, gli affetti) al memorialistico. La Puglia è la fonte principale di ispirazione della silloge nell’intimo legame che unisce umanità e natura. L’ulivo, albero dalle “radici senza tempo”, è il protagonista indiscusso dei versi come simbolo di pace, amore, speranza e maestosità. 

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione dei disegni realizzati dagli alunni, ispirati alle poesie. I ragazzi hanno contestualmente rivolto all’autrice delle domande che hanno offerto validi spunti per un interessante dibattito e condiviso con lei riflessioni personali.

Ha ancora senso, oggi, parlare di Poesia? I poeti possono essere considerati i custodi della Bellezza? Poeti si nasce o si diventa?

La poetessa ha risposto alle domande con grande entusiasmo, aggiungendo ricche e profonde argomentazioni. Ha consigliato ai ragazzi di provare a far parte del mondo della Poesia, cominciando a scrivere, provando a tirare fuori sentimenti e pensieri e raccogliendo sempre più parole significative per esprimerli al meglio. Ha suggerito di esercitare il modo di guardare le cose, osservando con occhi diversi, ponendo attenzione al cuore delle persone e alle situazioni, anche di quelle che a prima vista possono sembrare banali. Molte volte, infatti, ci fermiamo all’apparenza, senza scavare nella profondità di ognuno per trovare la luce della bontà. 

“Viviamo in un mondo dove domina la virtualità, un mondo di maschere, apparenza e finzione. Il grande scopo della vita è trovare di nuovo la realtà” direbbe Fabrizio Caramagna e noi siamo pienamente d’accordo con questa visione di vita.

Vogliamo crescere affondando come ulivi le nostre radici in profondità e avere rami verdeggianti per accogliere, offrire riparo e ombra, rendere più bello il nostro mondo.

Annagreta Cacciapaglia

Gabriella Mascia

The Jail 

Spero che un giorno usciremo da qui.

Da questa prigione le cui sbarre vengono viste solo da chi non segue il gregge.

Questa prigione viene chiamata “Mondo”, quello che ci tarpa le ali,

Quello che uccide le menti anche dei più ostinati che hanno cercato di evadere.

 Il pensiero delle persone è un fossile con salde radici, difficile, quasi impossibile da estirpare.

Ma io so che tu sei diverso. Quelli dalla mente limpida e pura come la tua, hanno un pensiero semplice spontaneo  che allo stesso tempo riuscirebbe a frantumare queste sbarre.

Sai, molti fingono di non veder le sbarre.

Sai,  il cielo senza nuvole mi rasserena: lì c’è  più spaziosa dove non ci dobbiamo stancare, dove nessuno deve per forza seguire o giudicare gli altri.

                                                                                                     Giulia Ferrigni

The Wish list

Capitolo 2

Eccomi, finalmente sono in questa specie di centro dove migliaia di persone vengono per sapere se realizzeranno i loro desideri quest’anno.

Di fronte a me c’è ancora molta coda, sono in fila già da un’ oretta con i quindici anni compiuti solo ieri. La maggior parte dei presenti sono miei coetanei altri, invece, hanno trenta, quaranta e perfino ciquant’anni.

Ok, la persona che era davanti a me sta per finire, avrà più o meno trentacinque anni, capelli neri sulle spalle, sarà alto un metro e ottantacinque, sopracciglia quadrate e foltissime, bocca piccolina, più della mia. È un omone con spalle quadrate e larghe. Lo vedo, si sta alzando, sembra molto preoccupato, come se sapesse che qualcosa di terribile sta per accadere. Si è già alzato, ma lo vedo lì, preoccupato, non torna a casa, rimane così, in piedi. Io mi siedo sullo sgabellino e digito il mio nome. Perché ci mette una vita a caricare? Perché? Perché?! Ora mi trema tutto e il risultato è appena comparso sullo schermo. Rimango paralizzata. Penso:- Come? Com’ è possibile? Com’ è possibile che ho realizzato…Un solo desiderio?? Devono aver sbagliato, no? Se ne devono realizzare sette, giusto?! Neanche faccio in tempo a riflettere che da lontano vedo arrivare delle persone vestite come dei buttafuori. Il signore, che era rimasto lì tutto il tempo, mi prende per il braccio e mi trascina lontano fino a non so dove. Mi porta in una specie di appartamento vuoto con solo un lampadario e due divani enormi. Su questi ultimi vi erano due miei coetanei: una donna di vent’anni e un ragazzo di circa diciassette.  

segue

Giulia Ferrigni

La torta morta

Quando l’editor ci mette lo zampino

Ogni scrittore cerca una scrittura suggestiva ricca di mistero, di atmosfere per far attrarre il lettore, per farlo attaccare alla suastoria.

E così diventa un’ossessione per lo scrittore porre il contenuto narrativo privo di errori, eppure succede che a volte tutto l’impegno messo possa essere vanificato proprio da quegli strumenti che dovrebbero aiutarci ad evitare ogni errore o refuso.

E difatti è oramai uso comune che dopo aver completato un racconto o un romanzo o anche solo un articolo come questo, l’autore si faccia aiutare dai moderni strumenti tecnologici come i “correttori automatici” o “editor”.

Dopo aver terminato l’opera lo scrittore avrà quindi tra le mani solo una “brutta copia” che, una volta passata attraverso il magico strumento, diventerà il testo definitivo.

Ma la tecnologia a volte gioca brutti scherzi, e così può accadere che in un racconto thriller, giunti al massimo della tensione, ci si trovi a leggere che “l’assassino sotto la pioggia incessante scavava una buca profonda dove seppellire la Torta” ….. invece della Morta.

Sarebbe poi molto divertente vedere Re Artù che cerca di estrarre la “spada nella Doccia” ….. invece che nella Roccia.

Rincorrere la perfezione a volte può portare a errori ben più gravi, insomma va bene farsi aiutare dalla tecnologia, ma questa non può sostituirsi all’autore che è l’unico a sapere cosa veramente vuole scrivere e dire al lettore.

Il famoso scrittore Gianni Rodari, che ha scritto un libro intero sugli errori grammaticali (Il Libro degli Errori) ha detto che “gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose; bisogna correggere i dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo”.

Bene…..ora speriamo che il correttore automatico non lasci troppi errori in questo breve articolo che spero vi abbia divertito almeno un poco.

Vincenzo Metta

con la collaborazione di Stefano De Ros

Sognando san Valentino…


Ogni anno Cupido scocca sempre molte frecce, ma non sempre alla persona giusta, sentite questa storia che è successa proprio il giorno di San Valentino di tanti anni fa … 

Era il primo anno di medie per Vanessa quando un giorno, nel cortile della scuola, i suoi occhi e quelli di Mattia, uno studente della seconda E, si incrociarono.

I due si fissarono per qualche instante, finché, Giulia, la migliore amica di Vanessa, non distolse del tutto l’attenzione dell’amica: “Ehi, Vane, chi stai guardando?”

“Boh, non lo conosco, i nostri occhi si sono incrociati senza un motivo” rispose Vanessa.

“Certo come no. Non conosci il più bello della scuola? Mattia della 2E?” chiese Giulia sarcastica.

“Dai non è così bello: ha gli occhi verdi e un ciuffo castano… sì ,è carino” ammise Vanessa.

Qualche istante dopo, Mattia si avvicinò alle ragazze, sempre guardando Vanessa.

“Vi lascio soli” sussurrò Giulia  e poi se ne andò.

“Ehi” disse Mattia. Con quella voce profonda e calda, fece sciogliere Vanessa che stava iniziando a balbettare “E-e-ehi” appena sentì quella parola Mattia ridacchiò e poi le disse “Ci vediamo verso la fine delle lezioni, gattina” salutò lui che diede vita ad un nuovo soprannome per via della maglia che indossava Vanessa che aveva un gattino che stava giocando con un gomitolo di lana. La ragazza arrossì per l’appellativo che le era stato dato. Iniziò a pensare al perché il ragazzo più carino della scuola si fosse avvicinato proprio a lei , ma il suono della campanella interruppe i suoi pensieri “Dopo mi racconti tutto Vane” arrivò all’improvviso Giulia. 

“Allora, oggi interroghiamo… qualche volontario?” disse il professore di storia “Nessuno? Ok, allora Ferrari vieni alla cattedra e…” ‘Toc toc’ si sentì bussare alla porta e il prof fece entrare Mattia. “Mattia, grazie per la cartellina, la tua professoressa è molto gentile, ringraziala da parte mia” rispose il professore. Mattia arrivò alla cattedra e consegnò la cartellina, mentre se ne stava andando la vide e, senza troppo disturbo, andò da lei e le sussurrò di raggiungerlo appena possibile ai distrubutori di bevande, al piano terra.

Durante la lezione Giulia bombardò l’amica di bigliettini con su scritta sempre la stessa domanda: “Che ti ha detto Mattia???”

La lezione finì e Giulia fermò Vanessa nei corridoi e le chiese per la millesima volta cosa le avesse detto Mattia, ma Vanessa le promise che dopo le avrebbe raccontato tutto: doveva correre all’appuntamento .

“Gattina, non dovevi venire così tardi” l’accolse Mattia “No, io non mi perdo mai le lezioni di storia” rispose a tono la ragazza “Che secchiona… che bella secchiona” , disse lui scherzando mentre aspettava che uscisse il caffe.

Come per magia i due iniziarono a parlare e ben presto s’innamorarono…

Trascorse un anno e, il giorno di San Valentino dell’ultimo anno di scuola media , lui le fece una sorpresa: le portò delle viole. “Gattina, tieni. Leggi il bigliettino”. Vanessa lo ringraziò e aprì il bigliettino con su scritto: “Le viole simboleggiano l’amore profondo per una persona, ciò che provo per te. Ti amo. Mattia”.

“Li ho presi online, gattina, nel bagno della scuola. Ti amo.” le disse.

Vanessa si mise a ridere e Mattia la baciò sulla guancia.

Sono trascorsi tanti anni e i due ancora stanno insieme, nonostante tutto.


Quindi non preoccupatevi: prima o poi troverete sempre quella persona alla quale Cupido ha scelto di scoccare le freccia.
                                                                         
                                                                  Rossana Cicchetti e Federica Stanzione De Stasio

Perché ti amo

L’ amore è una magica matematica: se vuoi 100 devi dare 50 e riceverai 50; ma se tu un giorno mi darai solo 10 io sarei disposta a darti anche 90.

Sei entrato nella mia vita, come un regalo che non sapevo di volere;

hai fatto il mio sorriso il tuo, hai illuminato i miei occhi blu notte di tante stelle brillanti.

Sei la mia Stella Polare perché mi hai sempre aiutato a non perdermi, e per questo sei speciale.

Tra il cielo stracolmo di stelle le altre vengono in secondo piano perché la più luminosa sei tu.

E sai perché ti amo? Tu riesci a capirmi a differenza degli altri, tu mi ascolti.

E sai perché ti amo? Tu sei spontaneo, niente inganni né bugie.

E sai perché ti amo? Non so il perché. E non so perché, ma mi hai rapito il cervello e mi hai rubato il cuore.

Non so perché ma tu sei il mio ossigeno.

Se cadi tu, cade il mio mondo; non lo so il perché, ma se tu stai male sto male anche io.

E non so perché ma per proteggerti avrei scommesso tutto.

E non so perché, ma il tuo sorriso era il più vero; non so perché un tuo sguardo è così prezioso.

E non so perché, ma se ti vedessi piangere, mi sentirei soffocare.

Però una cosa la so.

Nel mio cuore bianco e nero il colore sei tu.

So che mi piace ascoltare la dolce melodia che è la tua voce; mi piace che hai avuto il coraggio di fare ciò di cui io avevo paura.

So che nella tua imperfezione io ti amerò, che anche tra decenni io ti amerò,ti riconoscerò.

E ricorda: la tua imperfezione, che è la tua bellezza, non mi spaventerà mai.

Ti amerò per sempre, fino a quando avrò fiato in corpo.

Giulia Ferrigni e Vittoria Selvaggiuolo

Disegno di Carlotta Ciccarelli

Caro diario, mi sono innamorata

                                                                                              Ravenna, 14 febbraio 1284

Caro diario,

oggi ti scrivo per parlarti di un uomo che ha segnato e segnerà per sempre la mia vita, Paolo. Per prima cosa … ti ho mai raccontato della mia passione per i libri d’amore? Beh, adesso che te l’ho detto ti consiglio di tenerlo bene a mente, cosicché io possa raccontarti come tutto è iniziato. Era un giorno come altri, o almeno così sembrava: io e Paolo dovevamo incontrarci in biblioteca come capitava sempre più spesso, da un po’. Ero emozionatissima. Fremevo alla sola idea di vederlo entrare al galoppo in sella al suo stallone grigio nella proprietà della Rocca Gradara; sarebbe subito corso da me per continuare a leggere il nostro libro. Lo stavamo leggendo da tempo, narrava dell’amore tra Lancillotto e Ginevra. Seduti per terra nella biblioteca dei Malatesta, anche quel giorno abbiamo ripreso la nostra lettura, appassionante e a volte imbarazzante, tanto che spesso capitava che ci guardassimo di sottecchi e divenissimo pallidi in viso per l’emozione. Quel giorno più solito. Credo che anche lui, come me, all’inizio non abbia dato particolare peso a quegli sguardi così insistenti. Quando però siamo arrivati a leggere del bacio tra il cavaliere e la regina, Paolo non ha resistito e mi ha baciato. È stato un bacio che credo non scorderò mai, l’inizio del nostro amore, che spero sia eterno. Da quel momento non abbiamo più letto e abbiamo cominciato noi a scrivere una storia d’amore, la nostra. Come già sai però, sia io sia Paolo siamo sposati, io con Gianciotto e lui con Beatrice, donna con la quale ha messo su famiglia. Sappiamo che è peccato, ma anche che siamo perdutamente innamorati l’una dell’altro. Si tratta di un amore straziante e travolgente. Io proprio non riesco a resistere al desiderio di stare con Paolo, l’unico uomo che amo e che amerò per sempre, anche se questo, caro diario, mi arrecherà eterno dolore. 

Ci sentiamo presto. 

la tua innamorata Francesca da Polenta

Matilde Di Gioia

L’avventura di essere single

Il 14 è il giorno degli innamorati: ci sono cuori rossi che svolazzano dappertutto, letterine piene di amore… ma i single?
Ebbene sì, hanno dedicato anche una giornata a noi!

Ecco, secondo alcuni è meglio rimanere single per varie ragioni, ad esempio, chi è single è più determinato rispetto a chi è impegnato, poi se sei single puoi dedicare più tempo a te stesso e soprattutto hai l’occasione di conoscere tante persone. Non male, no?!

Visto?! Non abbiamo niente da invidiare agli innamorati, anzi!

E’ questa la nostra avventura, diventare al 100% noi stessi e conoscere il mondo.

E’ questa la nostra missione, la missione dei single: buona festa, ragazze e ragazzi!!  

                                         
                                                    Rossana Cicchetti e Federica Stanzione De Stasio                                                                  

THE WISH LIST 

 Capitolo 1

Esistono dei “centri” in tutte le città più importanti del mondo in cui ognuno, una volta compiuti quindici anni di età, può realizzare sette desideri; se non ci riesce entro il quindicesimo anno, può ritentare negli anni successivi, ma deve assolutamente raggiungere questo obiettivo! È un imperativo! 

Questa rivoluzionaria tecnologia è costituita da gazebi enormi con all’interno una scrivania ed un banale computer. Ognuno digita il proprio nome e compaiono sullo schermo le informazioni ad esso correlate. Per esprimere i desideri, bisogna collegarsi ad un dispositivo, accedere al sito e poi scrivere la lista dei 7 desideri. Questa possibilità di esprimere e realizzare dei desideri non è un’esclusiva della realtà virtuale, bensì qualcosa che ha sempre fatto parte della natura di tutti noi e che ora, grazie ai siti di internet, appare più accessibile. E se si è una persona a cui non piace star solo e che vuole sentire il proprio nome ogni 30 secondi, è possibile entrare a far parte di “gruppi” che sono delle vere e proprie comunità. Questi gruppi vengono gestiti dalla persona che è più esperta degli altri nell’utilizzare quella tecnologia. Molto spesso in uno stesso gruppo si aggregano persone che scelgono la stessa tipologia di desideri, come quello di diventare un fenomeno della musica oppure un artista eccellente. C’è chi esprime il desiderio di ottenere poteri rarissimi o un’ intelligenza al di sopra della norma. 

C’è un “gruppo” , quello gestito da Fritjof, che è ritenuto il più potente ed importante di tutti, perché al suo interno ci sono persone che hanno espresso desideri uno diverso dall’ altro. Nonostante i vari conflitti che tale eterogeneità determina, questo “gruppo” ha quasi la potenza di un impero. 

A me, impotente ma onnisciente narratrice, ha sempre fatto paura il gruppo di Fritjof, perché il suo gestore è una di quelle persone che brama infinito potere, insomma,  il solito cattivone di turno. 

Cari lettori, adesso che vi ho spiegato le caratteristiche base di questo mondo, posso passare la parola alla nostra protagonista.

                                                                                                       Giulia Ferrigni

Cara donna mia…

Firenze,1280

Cara donna mia,

ti scrivo questa lettera un po’ particolare per essere d’amore, ma soprattutto triste. Anche se ho aderito al Dolce Scrivere come il mio amico Guido Guinizzelli, non riesco a parlare di te infatti come di una donna angelo. Mi piace scrivere d’amore, ma purtroppo quest’amore non mi rende felice, anzi! Tu mi hai così tanto riempito di dolore la mente e il cuore che la mia anima vorrebbe solo allontanarsi dal mio corpo … insomma, io con lei vorrei morire!

Per quanto tu sia bella, io proprio non riesco a pensare ai tuoi occhi, al tuo sorriso ma sono concentrato solo sul dolore che mi provochi, di nutro dei tristi e dolorosi sospiri che manda il cuore e che il cuore stesso non riesce più a sopportare, tanto fanno male. Mi sembra a volte persino di sentire parlare Amore in persona:  come un angelo dalle ali bianche, mi si affianca, con in mano il suo arco e le frecce e, vedendo così spietata e me così disperato, come fosse il mio migliore amico, il mio confidente, mi consiglia di lasciarti perdere. Lui dice che sai solo farmi male, che sei senza pietà, una bestia feroce che si muove verso di me a passi lenti per indurmi piano piano ad indietreggiare in preda alla paura. Il mio amico Amore mi ripete continuamente queste parole ed io arrivo a volte, esasperato, quasi a cacciarlo via, arrabbiato, e sai perché? Perché, mi dico, un dio tenero e amorevole come lui non può dirmi di allontanarmi da te! Ma un attimo dopo penso che in fondo ha ragione: io sto troppo male a causa tua, mi sembra di non essere neanche più un uomo! Di certo non controllo più i miei muscoli né la mia volontà; cammino per inerzia, e se ne accorgono tutti che non sono più io, quasi che sia diventato di legno o di rame o di pietra e non sia più un essere umano ma un automa, capace di muoversi solo grazie ad un marchingegno. I miei occhi, che bramano la vista di te e dovrebbero trarne giovamento, sembrano invece aver perso la loro funzione: non vedono più colori e bellezza delle cose, non più luce e splendore, ma buio e tenebre. Tutto intorno a me è nulla. Sono morto senza te a causa delle ferite che tu mi hai inferto. Spero tu possa perdonare queste mie dure parole ma non potevo non aprirti il mio cuore addolorato. Perciò spero di dirti per sempre

                                             Addio.

                                       Il tuo Guido (alias Flavio Sivo)