Viva la libertà! Viva l’Italia!

Il giorno 19 aprile 2023 alcuni alunni delle classi terze della scuola Zingarelli e di altre scuole medie si sono ritrovati presso il Comune di Bari per parteciparealla presentazione del libro “O Bella Ciao” con la testimonianza di Michele Mancini, uno dei protagonisti degli otto racconti sulla Resistenza Partigiana.

Gli autori, Lucia Vaccarino e Stefano Garzaro, tra i tanti episodi della Resistenza Partigiana, hanno scelto di narrarne anche uno relativo alla nostra città, dal momento che quello di Bari è stato il primo atto antifascista dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

L’incontro, organizzato dalla libreria Svoltastorie e dall’ A.N.P.I (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), è stato finalizzato a raccontare le storie di ragazzi che, alla nostra età, combattevano per il futuro dell’Italia e per quei diritti di cui oggi godiamo anche noi.

Durante il dibattito con la scrittrice Vaccarino è emerso che la scrittura di un libro non è un lavoro solitario; infatti, lei e lo scrittore Garzaro hanno collaborato con altri professionisti come per esempio Davide Morosinotto, che la nostra scuola ha ospitato solo qualche mese fa. Quest’ultimo ha consigliato loro di immedesimarsi nei personaggi, di provare a rivivere le loro stesse emozioni per far parte della storia. Per scrivere questo libro è stato necessario ricostruire l’accaduto attraverso la raccolta di molte fonti, tra cui quella del partigiano barese Michele Mancini.

Purtroppo, il signor Mancini, con cui eravamo in collegamento, presto ha dovuto abbandonare la conversazione ma, nonostante sia stato poco tempo con noi, ci ha trasmesso un grande messaggio: “la Repubblica Italiana, uno Stato Democratico libero fondato sul lavoro, si è formata grazie ai sacrifici dei partigiani di cui bisogna fare un gran tesoro. Viva la libertà! Viva l’Italia!”. Egli ci ha riferito che, passati alcuni anni dalla guerra, si rese conto che sarebbe stato importante rendere il suo atto pubblico, così che la sua storia potesse essere tramandata alle giovani generazioni.

È stata una giornata molto interessante in cui abbiamo imparato tanto. Abbiamo innanzitutto scoperto che la Resistenzaè stato un periodo storico molto importante per le donne che, per la prima volta, hanno capito di valere quanto gli uomini. Abbiamo poi capito che rispettando le idee altrui, si rispettano i valori umani. Ma la cosa più importante che abbiamo imparato oggi è il significato della parola “partigiano”: colui che prende parte, che non è indifferente. E i veri cittadini, secondo noi, non devono mai restare indifferenti a quanto li circonda. Infatti, Michele Mancini è stato molto coraggioso nel proteggere la propria città, la nostra città, dimostrandosi grande nonostante la sua tenera età.

Adelinda Vurro e Simona Lombardi

La parola e l’ulivo: incontro con la poetessa Raffaella Pallamolla

In occasione della giornata mondiale della poesia, il 21 marzo la classe 3^H della scuola secondaria di primo grado Nicola Zingarelli ha incontrato la poetessa Raffaella Pallamolla. 

Raffaella Pallamolla, nata a Monopoli, appassionata di poesia, pittura e teatro, è entrata a far parte nel 2011 del Consiglio Direttivo del “Movimento Internazionale Donne e Poesia” di Bari, diretto dalla saggista e poetessa Anna Santoliquido. 

Nella prima parte dell’incontro, l’autrice ha parlato della sua carriera e del suo libro, “La parola e l’ulivo”, pubblicato nel 2019, dedicato al marito, ai figli e ai suoi genitori. La raccolta si suddivide in sei sezioni, unite dal file rouge del tema dell’amore per la propria terra, la Puglia, che passa dal descrittivo naturalistico all’attualità, dal soggettivismo (i rimpianti, gli affetti) al memorialistico. La Puglia è la fonte principale di ispirazione della silloge nell’intimo legame che unisce umanità e natura. L’ulivo, albero dalle “radici senza tempo”, è il protagonista indiscusso dei versi come simbolo di pace, amore, speranza e maestosità. 

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione dei disegni realizzati dagli alunni, ispirati alle poesie. I ragazzi hanno contestualmente rivolto all’autrice delle domande che hanno offerto validi spunti per un interessante dibattito e condiviso con lei riflessioni personali.

Ha ancora senso, oggi, parlare di Poesia? I poeti possono essere considerati i custodi della Bellezza? Poeti si nasce o si diventa?

La poetessa ha risposto alle domande con grande entusiasmo, aggiungendo ricche e profonde argomentazioni. Ha consigliato ai ragazzi di provare a far parte del mondo della Poesia, cominciando a scrivere, provando a tirare fuori sentimenti e pensieri e raccogliendo sempre più parole significative per esprimerli al meglio. Ha suggerito di esercitare il modo di guardare le cose, osservando con occhi diversi, ponendo attenzione al cuore delle persone e alle situazioni, anche di quelle che a prima vista possono sembrare banali. Molte volte, infatti, ci fermiamo all’apparenza, senza scavare nella profondità di ognuno per trovare la luce della bontà. 

“Viviamo in un mondo dove domina la virtualità, un mondo di maschere, apparenza e finzione. Il grande scopo della vita è trovare di nuovo la realtà” direbbe Fabrizio Caramagna e noi siamo pienamente d’accordo con questa visione di vita.

Vogliamo crescere affondando come ulivi le nostre radici in profondità e avere rami verdeggianti per accogliere, offrire riparo e ombra, rendere più bello il nostro mondo.

Annagreta Cacciapaglia

Gabriella Mascia

“Fabbricante di lacrime”: un libro scritto dal destino

Il “Fabbricante di lacrime”, scritto da un’autrice (sono certa che sia una donna) che si cela dietro lo pseudonimo Erin Doom “destino”, è il libro più venduto in Italia nel 2022.

Racconta la storia di Nica, una diciassettenne orfana che, finalmente, vede avverarsi il sogno di essere adottata: potrà dimenticare la sua vecchia vita, le favole raccontate a lume di candela, e la bambina che era prima, quella che si strofinava i petali dei fiori sugli abiti grigi per far sì che prendessero almeno un po’ di colore.

Purtroppo non sarà da sola nella sua nuova casa, con lei verrà portato via anche Rigel, un ragazzo che sa suonare splendidamente il pianoforte e che prende voti altissimi a scuola ma che nasconde un terribile segreto. Può sembrare un angelo, ma Nica sa che dentro di lui si celano un’indole oscura e un passato che lo lega indissolubilmente a Nica.

Tutto verrà alla luce quando i ragazzi saranno coinvolti in un terribile incidente che cambierà la vita di entrambi.

La metafora di questo libro è nel titolo: ognuno di noi ha il proprio fabbricante di lacrime, la persona che ci fa provare emozioni travolgenti anche solo compiendo un piccolo gesto ma che allo stesso tempo è capace di farci stare male, quasi incapaci di reggere anche solo lo sguardo che, a volte, ci può far pensare di non valere nulla.

Questo romanzo emozionante mi ha fatto rinascere, incidendo nel mio cuore un segno invisibile ma che resterà per sempre.

Sono certa che un giorno andrò a riaprire quel libro e potrò ripercorrere la parole di inchiostro sulle pagine candide con consapevolezza.

Greta Vincenti

Nel mare ci sono i coccodrilli: il cartoon

Mercoledì 29 marzo presso la Biblioteca Comunale del Municipio 2 di Bari si è tenuta la presentazione del cartone animato Nel mare ci sono i coccodrilli, liberamente tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Fabio Geda. Attraverso le bellissime immagini del cartoon abbiamo vissuto le vicende del piccolo Enaiat, un bimbo afghano di circa 10 anni che la madre accompagna con una scusa in Pakistan per poi abbandonarlo nella speranza che egli possa sfuggire ai talebani e costruirsi un futuro migliore. Il piccolo protagonista comincia così la sua vita da profugo che, grazie all’aiuto di alcuni e lottando contro la cattiveria di altri, attraversa ben quattro paesi (Pakistan, Iran, Turchia e Grecia) per poi trovare finalmente la sua nuova patria in Italia.

Oltre ad assistere alla visione del film (che ha la durata di 28 minuti) e a partecipare all’interessante e attualissimo dibattito che ne è scaturito, abbiamo avuto la possibilità di intervistare le due autrici del corto, Rosalba Vitellaro e Alessandra Viola.

Perché avete deciso di trasformare la storia di Ena, già raccontata da Fabio Geda nel suo libro, in un cartone?

– L’idea ci è venuta proprio leggendo il romanzo di Fabio Geda: il modo in cui lui ha raccontato la vera storia di Enaiattollah Akbari e i sentimenti legati al fenomeno dei migranti ci è sembrato straordinario e molto significativo, così abbiamo pensato che sarebbe stato bello trovare una chiave per rappresentare la stessa storia e per far riflettere sugli stessi temi anche un pubblico più “giovane”.

– Avete in mente altri libri da trasformare in cartoni?

– Si, al momento ne stiamo scrivendo un altro: prossimamente vi sveleremo quale!

- Avete prodotto altri cartoni animati in passato?

– Certo, è la nostra passione! Per esempio La stella di Andra e Tati, La missione di 3P, Il traguardo di Patrizia e Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi.

– Com’è nata la vostra collaborazione?

– La nostra collaborazione risale a circa 26 anni fa, quando ci siamo conosciute e abbiamo capito che insieme avremmo potuto realizzare qualcosa di bello.

– Dove siete nate?

- Rosalba: io sono di Palermo.

– Alessandra: io sono di Roma

 Abitando così lontano, come vi siete conosciute?

- Io (Alessandra) ero una giocatrice di pallavolo mentre lei (Rosalba) era una filmmaker che riprendeva le partite; conoscendoci e confrontandoci, con il tempo abbiamo capito che quello che facevamo non ci piaceva e abbiamo iniziato a chiederci quali fossero al contrario le nostre passioni, ciò che ci faceva stare bene. Un giorno, mentre ero in trasferta con la mia squadra di pallavolo, Rosalba mi cucinò un uovo sodo poiché avevo fame e non avevo nulla da mangiare. Così mi inventai la favola di un ovetto sodo chiamato Uccio. Da allora non abbiamo più smesso di inventare storie! In realtà la mia passione per la scrittura era nata già quando ero piccola, ma ad un certo punto cominciai a pensare che fosse solo un sogno troppo difficile da realizzare. Poi ho incontrato Rosalba, che mi ha convinta che non avrei dovuto mollare, che insieme ce l’avremmo fatta. Ed ora siamo qui.

 Avete opinioni sugli eventi attuali?

– Nel mondo succedono tantissimi fatti gravi su cui sarebbe necessario che tutti riflettessimo, ad esempio il recentissimo naufragio dei migranti a Crotone. Con il nostro lavoro noi pensiamo di dare un contributo importante per far conoscere e rendere consapevoli i giovanissimi di quanto accade intorno a loro. Nei nostri cartoni animati affrontiamo temi sociali che spesso negli altri film non ci sono, e i bambini mostrano tanto interesse e sensibilità. Quando li presentiamo nelle scuole ci sentiamo orgogliose di quello che facciamo e ci sentiamo spronate a continuare.

G. Dentuto, A. Franciosa, E. Ladisa, N. Leotta, F. Piazzolla

Alle origini del Dantedì. Una giornata per celebrare il Sommo Poeta

Il 25 Marzo si è celebrato il  Dantedì, la giornata nazionale istituita recentemente, nel 2020, dal Ministero della Cultura per celebrare Dante Alighieri, poeta italiano del Trecento, esponente del Dolce Stil Novo, conosciuto in tutto il mondo.

Questa giornata si festeggia il 25 marzo perché gli studiosi pensano che in questo giorno, nel lontano 1300, Dante abbia iniziato il suo viaggio nell’aldilà. In particolare si sarebbe verificato il famoso smarrimento nella “selva oscura”, che avrebbe dato il via al viaggio e all’opera che lo racconta, la Divina Commedia.

 In occasione di questa giornata speciale, i docenti  delle scuole sensibilizzano gli studenti alla conoscenza del Sommo Poeta anche attraverso attività formative alternative alle consuete lezioni in classe, come piccole manifestazioni e rappresentazioni teatrali. Sono davvero tante le iniziative culturali che coinvolgono moltissime città italiane.

Se ne è parlato gli scorsi giorni anche al telegiornale. Tra le tante mi ha colpito molto questa notizia: Rai Cinema ha promosso e finanziato la realizzazione di un videogioco ispirato alla Divina Commedia in cui il giocatore, nei panni del poeta, affronta un’avventura unica e piena di pericoli, proprio nella selva oscura.

Inoltre, sono stati realizzati due cortometraggi  in realtà aumentata su alcuni canti dell’Inferno e del Purgatorio, visibili nei cinema convenzionati con Rai Cinema. Le immagini sono davvero accattivanti e servono a rendere molto più vicina a noi ragazzi  l’opera più famosa di Dante ma anche quella in alcuni punti di più difficile comprensione.

Insomma la tecnologia serve anche per aiutarci a capire meglio opere letterarie importanti che fanno parte della nostra storia e cultura.

Giosuè Bennardo

Piccole storie di grandi donne tra Bari e Bitonto

In occasione della Giornata Internazionale della donna e delle iniziative che WeAreInBari e il Municipio 2 hanno organizzato nel quartiere Poggiofranco,  la libreria Quintiliano ha ospitato Chiara Cannito e Carmela Minenna,   due delle autrici di “Piccole storie di grandi donne tra Bari e Bitonto”.

Il libro, scritto a più mani da un gruppo di scrittrici e illustratrici,  è “un mosaico che offre una prospettiva sul futuro fondata sulla conoscenza del passato e in particolare sulle storie di donne vissute in epoche diverse a Bari e a Bitonto”.

“Qual è il filo che lega tante storie diverse?” -ha chiesto alle due ospiti Piero Meli.

Il fatto che queste donne abbiano costruito qualcosa di bello e lo abbiano consegnato alle loro città e al futuro.

Spesso, soprattutto in tempi lontani, ciò che facevano di bello e importante le donne restava sconosciuto, e quindi non è stato facile portare alla luce le storie che sono riportate nel libro: la ricerca, infatti, è durata due anni ed è stata condotta tra documenti, archivi, cimiteri, ma anche conversazioni con i parenti delle possibili protagoniste dei racconti, con i quali le scrittrici hanno intrattenuto rapporti che, in qualche caso, sono diventati vere e proprie amicizie. In qualche caso le scrittrici stesse sono rimaste sorprese dalle scoperte che hanno fatto!

Benché molte delle donne individuate fossero suore, per il semplice fatto che il destino delle donne, anticamente, era quello di diventare moglie e successivamente madre oppure suora, la ricerca ha condotto, alla fine, all’individuazione di donne che hanno lasciato un segno anche in ambiti diversi da quello ecclesiastico: medico, sociale, musicale, politico, lirico, artistico.

La storia più antica tra quelle narrate è quella di Margarita da Ruga (di Bitonto), riuscita a diventare medico nel quattordicesimo secolo!

“Come mai avete messo insieme donne di Bitonto e di Bari?

“L’idea è stata quella di mantenere l’unità della Diocesi che unisce le due città” , ci hanno risposto le scrittrici, continuando con il dire che altri studiosi e scrittori si sono messi alla ricerca di storie di altre donne importanti ma sconosciute che hanno lasciato un’eredità al nostro Paese.

I racconti, di cui abbiamo avuto un piccolo assaggio durante la presentazione del libro, sono accompagnati da bellissime illustrazioni. Chissà che quest’opera non sia la prima di una serie dedicate alle donne della nostra Italia.

Antonio Trentadue, Carlotta Laura Adduci

Vengo io da te!! Daniele Nicastro

Daniele Nicastro è uno scrittore siciliano, classe 1978, che si occupa di narrativa per ragazzi; tra le sue opere c’è: “VENGO IO DA TE”, libro letto dalle classi prime della scuola Zingarelli, per il progetto di cittadinanza digitale.

Martedì 14 marzo le prime C e D delle sezioni Cambridge, hanno incontrato l’autore nell’auditorium della scuola.

Quel giorno, l’ansia si avvertiva già mentre noi ragazzi eravamo in fila; tutti si domandavano come sarebbe stato l’autore e quali domande gli avremmo potuto rivolgere. Una volta giunti nell’auditorium, quel minuto di attesa prima di incontrare Daniele Nicastro ci è sembrato un’eternità. Appena seduti, l’autore ha cominciato col presentarsi e mentre parlava, catturava sempre più la nostra attenzione; poi è toccato a noi e abbiamo iniziato a rivolgergli delle domande personali, per poi continuare con domande inerenti al libro.

L’autore ha reagito con disponibilità ed entusiasmo alle nostre domande, ed è rimasto piacevolmente colpito, quando gli abbiamo mostrato i cartelloni da noi realizzati.

La prima D ha scelto di scrivere sul cartellone una poesia ed una riflessione, enfatizzate da splendidi disegni; la prima C invece, ha scelto di raccontare la storia dal punto di vista dei

personaggi secondari ed anche in questo caso, c’erano dei bellissimi disegni ad incorniciare il tutto.

Alla fine dell’incontro, Daniele Nicastro è stato così gentile da scrivere una dedica ed autografare il libro a tutti i partecipanti. Questo incontro ha sancito uno scambio tra noi ragazzi e l’autore e ci ha sicuramente arricchito.

Alice Russolillo e Vittoria Selvaggiuolo

Daniele Nicastro alla Zingarelli!

Il 13 e il 14 marzo nell’auditorium della nostra scuola tutte le classi prime hanno finalmente incontrato Daniele Nicastro, autore del fantastico libro Vengo io da te.

La lettura del libro è stata per noi un’esperienza unica, ma è stato altrettanto emozionante ed entusiasmante conoscere il suo artefice, parlare e confrontarci con lui, rivolgergli le nostre domande e farci esaudire tutte le curiosità su personaggi, luoghi, significati della storia narrata.

Daniele, infatti, è davvero simpaticissimo: si è presentato a noi ragazzi mostrandoci una buffa foto in cui era ritratto seduto accanto ad una pila altissima di libri (addirittura più alta di lui). Mostrandocela, ci ha spiegato che quelli erano tutti i libri che ha scritto fino ad oggi: quasi 50! Alcuni di essi avevano la copertina con il titolo rivolta dalla parte opposta perché, ci ha spiegato Nicastro, sono stati da lui scritti in qualità di “ghost writer”.

Daniele ci ha spiegato come ha iniziato a scrivere, ci ha parlato delle sue radici meridionali (i suoi genitori sono siciliani), della sua vita, di dove vive adesso (un paesino in provincia di Cuneo) e della sua lunga esperienza di scrittore nonostante la sua giovane età. Con la sua empatia e la sua spontaneità ci ha messo subito a nostro agio, facendo in modo che lo considerassimo da subito uno di noi, tanto che non ci siamo sentiti minimamente intimoriti o in imbarazzo quando lui ha smesso di parlare ed è toccato a noi mostrargli i nostri lavori, nati dalla lettura del suo libro.

Ha apprezzato moltissimo un lapbook a dimensione naturale ispirato a Vengo io da te, curiosando in ciascuna delle “tasche” che rappresentavano i diversi personaggi: la maglietta da calcio per Giada, il computer per Nico, la motocicletta per Yuri, lo zaino per la Gang Trova-Nico; si è commosso alla visione del booktrailer ispirato alle tre parti in cui è diviso il suo romanzo: Riconoscimento, Rottura e Rinascita; ha giocato con entusiasmo al Gioco del Vengo io da te interessandosi al regolamento, lanciando i dadi insieme agli altri concorrenti, pescando le carte e leggendone il significato legato ai protagonisti della storia.

Dopo la presentazione dei nostri lavori, poi, si è prestato a rispondere alle nostre domande e ne ha rivolte lui a noi, in un bizzarro scambio di ruoli tra autore e lettori. Ovviamente da questo confronto sono venuti fuori tutti gli aspetti più importanti della storia: il fenomeno degli hikikomori e dell’ansia sociale, il ruolo che hanno i videogiochi nella vita dei ragazzi, l’importanza dei rapporti tra familiari e tra coetanei, il bullismo, la scuola, l’amore, la forza dell’amicizia…

Prima delle firme e delle dediche sulle copie di ciascuno di noi e prima di un affollatissimo selfie scattato con tutte le classi presenti in auditorium, Daniele ci ha lasciato un ultimo regalo: ci ha mostrato la fantastica copertina del suo prossimo romanzo.

Non vediamo l’ora di leggerlo!

M. Belgiovine, F. Iacobbe, S. Iacobbi, M. Lacitignola, A. V. Perez

Videogiochi, musica indie, scuola, amici, amore…: Vengo io da te

Vengo io da te di Daniele Nicastro è un libro che risulta gradito agli adolescenti per le tematiche, fra cui spicca quella dei social e dei videogiochi; i rapporti tra i coetanei, i primi amori e l’impatto con le regole della società; insomma, è un libro che parla di amore, videogame, coraggio e crescita.

La storia inizia con la presentazione di Giada e Nico, due ragazzi che hanno creato un forte legame fra di loro negli ultimi mesi di scuola. Arrivate le vacanze Nico sparisce nel nulla. Che fine ha fatto?

Giada, con la sua amica Kikka, si getta nell’avventura per trovare Nico. Nessuno lo conosce veramente o sa dove abiti.

L’unica cosa certa è che il suo avatar è stato visto in un famoso gioco online, D.O.D. Giada odia i videogiochi, ma è decisa: “Se non vieni tu, vengo io da te”.

Giada sa che Kikka è un’amante di D.O.D. il gioco dove è stato avvistato Nico, e quindi cerca il suo aiuto.

A questo punto Kikka e Giada si mettono al lavoro per trovare Nico, ma per giocare a D.O.D. serve una squadra, e comincia quindi la ricerca di altri compagni di gioco.

All’inizio trovano un componente promettente, ROBI, che però dopo svariati giorni abbandona Kikka e Giada perché si rendo conto che concentrandosi per trovare Nico il suo rendimento a scuola è calato.

Kikka e Giada, seppure innervosite dall’aver perso il compagno, non si arrendono e continuano a cercare dei componenti che le possano aiutare a concludere la loro missione. Nel frattempo, però, anche Giada perde colpi nel rendimento scolastico, dorme troppo poco e risponde male ai professori… un disastro!

Tuttavia Giada si allena duramente nel gioco mentre Kikka, dopo svariati provini, riesce a radunare una squadra i cui componenti sono GIADA, KIKKA, JACOPO, GUIDO, IPPOLITO.

Tutti insieme mettono alla ricerca di Nico, fino a quando durante una partita non trovano dei player che si mimetizzano con dei fumogeni: sono i membri della squadra di Nico! E proprio lui, nel bel mezzo della battaglia, si avvicina a Giada per parlarle…….

La storia scorre nelle pagine del libro e si conclude con l’immagine della mano di Giada e Nico che si toccano in segno di sostegno e affetto reciproco.

Lo stile del racconto è semplice e coinvolgente.

                                                                                                                                                                                                                                                                Vincenzo Metta

Tutti pazzi per ReadMore alla Zingarelli!

Avete mai sentito parlare di ReadMore? Noi della Zingarelli per la prima volta quest’anno e siamo pazzi di ReadMore. Si tratta di un progetto ideato da Festivaletteratura di Mantova. Ne sono destinatarie e beneficiarie le scuole secondarie di primo e secondo grado e prevede di dedicare venti minuti al giorno, per tutto l’anno, alla lettura libera all’interno della normale attività scolastica. 

Partecipare a questo progetto è gratis e semplicissimo: basta compilare un form online e stabilire in quale momento della giornata scolastica dedicare 20 minuti alla lettura di ciò che si vuole. Nessun titolo imposto, nessun brano da analizzare come compito, nessuna sintesi o test d’analisi. Ognuno legge ciò che gli piace, dalla saggistica alla fumettistica, dalla narrativa al giornalismo. Noi ragazzi siamo lasciati totalmente liberi di scegliere cosa leggere in classe. Da non crederci, vero? Nel nostro Istituto ben 16 classi hanno aderito, tra prime e seconde medie. Alcune hanno deciso di costituire la propria “biblioteca”: i ragazzi si portano i libri da casa, se li prestano tra loro, li comprano appositamente nelle librerie di quartiere; qualche insegnante ha messo a disposizione degli alunni i libri dei propri figli o quelli della propria biblioteca personale. L’obiettivo di questo progetto è senz’altro quello di promuovere la lettura, considerato che ad oggi sono sempre meno i ragazzi che leggono. Nella attività didattica, ReadMore aiuta molto, perché con la lettura, che è una competenza trasversale a tutte le discipline, si mettono in moto idee e parole nuove! Nella pratica quotidiana, poi, Readmore aiuta a staccare un po’ la testa quando le ore di intensa attività didattica rendono faticosa la concentrazione: è come se, tuffandoci per venti minuti nel mondo dei nostri libri, recuperassimo le energie per ritornare più pronti e disponibili all’apprendimento. Per i ragazzi che amano leggere, ma che magari durante la giornata non trovano il tempo per farlo, ReadMore crea un momento privilegiato. Come è successo a me, per esempio: sono sempre stata una lettrice appassionata, ma negli ultimi tempi, tra compiti e attività pomeridiane come lo sport, non trovavo più il tempo da dedicare alla lettura. Anche per chi non ama leggere è importante e utile questo progetto, perché apre le porte ad un’esperienza che, vissuta insieme agli altri, potrebbe essere apprezzata.

Io personalmente leggerei ovunque e tutto il giorno, ma devo ammettere che sono speciali quei 20 minuti in classe, quando sono tutti sono in silenzio, concentrati sui loro libri, come in una vera biblioteca, la nostra!

Grazie ReadMore!

Rosalia Battista