Leggendo l’Iliade: riflessioni sulle grandi guerre e sulle guerricciole quotidiane

Alessandro Baricco riflette nel suo testo sull’utilità di leggere un poema di guerra come l’Iliade in un momento storico segnato da guerre in varie parti del mondo. 

Condivido il pensiero che la guerra sia un modo per mettere in pratica un istinto primordiale degli uomini: affermarsi sovrastando gli altri, dimostrare il proprio valore attraverso lo scontro. 

Nell’Iliade, uno dei testi più importanti della letteratura occidentale, i personaggi principali sono tutti straordinari guerrieri, disposti a morire pur di affermarsi come uomini di valore.

Abbiamo letto in casse alcuni episodi dell’Iliade e mi ha colpito il dialogo tra Ettore e Andromaca, in particolare il punto in cui lei chiede al marito di non andare in guerra perché sa che è destinato a morire; lui rifiuta in nome della gloria ed augura a suo figlio non di diventare una brava persona, ma di diventare più forte di lui .

E’ questa la dimostrazione che in tempi così lontani la realizzazione personale era legata alla supremazia e al coraggio di rischiare la propria vita. 

Oggi la mentalità è cambiata, ma si parla ancora spesso non solo di grandi guerre, ma di casi di cronaca legati a omicidi e violenze quotidiane.

A differenza dell’Iliade, dove lo scontro era tra valorosi guerrieri, ai nostri tempi spesso sono i più forti a prevaricare i più deboli.

Anche tra noi ragazzi spesso c’è la tendenza ad affermarsi e a cercare la bellezza che è in noi stessi screditando gli altri. 

Mi è capitato quando ero più piccola di ricevere dei messaggi da una bambina che cercava di sentirsi superiore a me sminuendomi per farmi sentire inferiore. Quest’esperienza mi ha fatto capire che un comportamento del genere non porta a far venir fuori la bellezza che è in noi, ma soltanto a dare una scintilla di gloria momentanea . 

Io penso che la vera alternativa alla guerra e alla violenza per soddisfare la voglia degli uomini di supremazia si possa ritrovare nello sport. Infatti nello sport si “combatte” ma senza fare del male a nessuno, si ha il brivido della vittoria, l’adrenalina dell’attesa e la gloria degli applausi, ma nessuno muore o soffre.

Se tutti si impegnassero a realizzare se stessi tramite lo sport, la musica, la ricerca della bellezza “buona”, la violenza non servirebbe più .    

Sabrina Pinto

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