I NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE CI CAPISCONO DAVVERO.

Mi chiedo spesso se i miei due gatti riescano a capire tutto quello che dico loro. Penso che chiunque abbia un animale domestico si sia fatto la stessa domanda, perché è ovvio che gli amici pelosi riescano ad entrare in sintonia con la propria famiglia umana.

Pensiamo per esempio al cane: non è solo il migliore amico, ma diventa un vero e proprio membro della famiglia, ci fa compagnia e in alcuni casi, sembra persino poter “parlare” con noi (proprio come faccio io con i miei due pelosi monelli,). Può sembrare strano, ma vi assicuro che a volte sembra proprio che il nostro amico peloso riesca a capire quello che stiamo dicendo. Sarà proprio così? Mi sono informato e ho scoperto che, per esempio, un Lupo Cecoslovacco o un Husky sembra che parlino attraverso ululati e sguardi intensi. Alcuni studi, infatti, hanno confermato che il cane può comprendere il tono della voce di chi si rivolge a lui ma anche l’espressione facciale, gli stati d’animo e determinate parole. L’Università della Florida ha condotto una ricerca e ha osservato come i cani siano in grado di rispondere al linguaggio del corpo e allo stato d’animo delle persone che hanno di fronte. Seguono i loro movimenti e restano addirittura in attesa dell’approvazione dei loro padroni per aver fatto qualche azione. Altri studi hanno confermato che nel cervello dei cani esiste ” un’area della voce” che serve a riconoscere il tono della voce e comportarsi di conseguenza, capendo cosi se hanno fatto qualcosa di giusto o di sbagliato. Ora mi spiego perché il mio gatto Gigio, quando si sdraia sulle lenzuola e sente arrivare mia madre, scappa frettolosamente perché sa che mia madre non vuole. Loro sì che ci capiscono e la cosa meravigliosa è che lo fanno in maniera naturale, cioè con il cuore. Quindi come si fa a non voler bene a questi esseri dispettosi ma così speciali?

Francesco Antonio Desario

Conosciamo Legambiente Puglia

Nel corso di quest’anno scolastico, noi alunni delle classi seconde della scuola secondaria abbiamo affrontato il tema dell’ambiente come argomento di educazione civica.

In questo percorso di studio siamo stati accompagnati anche da Legambiente Puglia, nella persona della dottoressa Milella.

 Alla fine degli incontri ci è venuto il deisderio di conoscerla meglio, e lei ha accettato di essere intervistata da noi.

Dottoressa Milella, com’è nato il suo interesse per l’ambiente? Coltiva questa passione da quando era ragazza o ha iniziato recentemente?

Già alla scuola  elementare ero appassionata di scienze e questa passione si è rafforzata grazie alla mia insegnante di lettere della scuola media: lei impegnata nelle due associazioni che all’epoca erano attive a difesa dell’ambiente e cioè Italia Nostra eWWF. Questa professoressa aveva l’abitudine di rendere noi alunni partecipi di diverse iniziative promosse dalle associazioni di cui faceva parte, e mi ha fatto capire che bisogna mettersi in prima linea se si crede in qualcosa. 

Mi ricordo, ad esempio, una raccolta delle firme contro la caccia, che, all’epoca, era il tema principale di cui si dibatteva nelle associazioni ambientaliste. Dovete sapere che le azioni contro la caccia sono state le prime forme di lotta a tutela dell’ambiente. Negli anni ottanta era consentito cacciare anche specie ora protette, nonostante  già allora  molti animali fossero in via estinzione (pensiamo al panda che già  era il simbolo del WWF).

Tornando a me, mi sono iscritta dunque a WWF e sono stata volontaria di questa associazione per tanti anni. Quando sono tornata a Bari, mi sono iscritta a Legambiente.

Spesso si sente parlare del fatto che la Terra è davvero a rischio. Qual è la sua opinione in proposito?

Se continueremo a vivere come se la Terra fosse nostra, nel giro di qualche decennio il nostro pianeta sarà completamente inquinato e noi scompariremo uno dopo l’altro.

Dobbiamo cominciare a sentirci tutti parte di questo problema, e parte attiva e propositiva: ognuno di noi può fare dei piccoli gesti che, messi insieme, porteranno il necessario cambiamento. Inoltre dobbiamo cominciare davvero a fare pressione sulla politica affinché qualcosa cambi e la tutela del nostro mondo diventi davvero una priorità  per tutti, a livello di singoli e di stati.

Quindi abbiamo ancora qualche speranza di salvare il pianeta? Se si, quali consigli può dare a noi ragazzi per contribuire?

Prima di tutto dovete informarvi e acquisire consapevolezza dell’importanza di questo tema.

Poi potete fare ciascuno qualcosa di concreto: cambiare stile di vita.

Negli incontri che abbiamo avuto qui a scuola con le classi seconde, ho lasciato delle semplici regole, ma  potete trovarne tante anche su Internet: leggetele e cominciate a metterle in pratica, se volete essere parte attiva del miglioramento di cui tutti abbiamo davvero tanto  bisogno!

Quando sarete più grandi, poi, potrete cercare di coinvolgere nelle vostre azioni anche le istituzioni e magari fare campagne e manifestazioni a difesa dell’ambiente. Nel frattempo ricordate che le azioni individuali contano moltissimo!

Avete mai pensato, ad esempio,  di creare Legambiente kids?

Già oggi Legambiente prevede delle inziative per i più piccoli: i bambini possono partecipare ai campi con i genitori; poi ci sono i laboratori didattici dei Circoli di educazione ambinetale. Per i ragazzi dai 14 anni in su ci sono i campi estivi.

Spesso si sente parlare dell’Agenda 2030, anche a scuola ci siamo soffermati in più occasioni su questo importante documento. Quali sono secondo lei gli obiettivi più importanti tra quelli indicati?

È difficile dirlo perché sono tutti importanti e anche correlati. Se proprio devo indicarne uno, ti dico il riscaldamento globale perché sta coinvolgendo intere popolazioni e portando con sé tanti altri problemi importanti. Come dicevo, tutti i temi di cui si parla nell’Agenda 2030 sono importanti e interconnessi, quindi, bisognerebbe agire su più fronti. Per compbattere il riscaldamento globale è necessario cambiare il tipo di fonti energetiche che utilizziamo, quindi passare dai combustibili e dalle fonti fossili non rinnovabili e inquinanti alle fonti rinnovabili tipo sole, vento e acqua.

Cosa le piace di più dell’associazione di cui fa parte?

Apprezzo molto il fatto che Legambiente si occupi anche di ecologia umana. Tornando al discorso dell’interconnessione, ci tengo a sottolineare che molti dei probelmi legati alla migrazione delle persone sono connessi a problematiche anche ambientali delle terre in cui vivono, e che tali problematiche ne scatenano altre, anche di tipo economico e politico.

Quali sono le attività specifiche di Legambiente Puglia?

Legambiente Puglia svolge diverse attività sia a livello nazionale che regionale.

Una delle attività che reputo importanti sono i i Clean Up, che hanno sia la funzione di conservazione dell’ambiente che anche quella educativa: i ragazzi, partecipando a tali iniziative, innanzitutto conoscono la reale entità del problema dei rifiuti nel mare (non dimentichiamo quanto questo sia importante per la nostra regione, sia a livello economico che anche per il senso di appartenenza che genera in tutti noi), poi sperimentano la bellezza di raggiungere insieme un obiettivo e comprendono anche che possono davvero cambiare le cose e diventare parte attiva di un cambiamento.

Sempre a livello locale, poi, c’è la raccolta di dati,  per esempio quelli relativi all’inquinamento.

Un’altra azione sul territorio è quella legata all’ecosistema urbano, ad esempio al benessere animale nelle città, mi riferisco ai randagi, ai rifiuti abbandonati e altre situazioni critiche che, se affrontate, potrebbero migliorare molto la situazione dell’ambiente in città; esiste anche una campagna Clean Cities che riguarda appunto la riduzione dell’inquinamento nelle città.

Altre azioni molto importanti riguardano la raccolta dei dati relativi a questi e altri problemi presenti: solo se si conoscono bene i problemi, e la conoscenza deve necessariamente passare per la raccolta dei dati, è possibile  fare pressione a livello politico affinché si capisca che la situazione sta degenerando e che è necessario un intervento importante da parte delle istituzioni.

Qual è secondo lei una grande conquista ottenuta da Legambiente?

Una grande conquista di Legambiente è stata  l’istituzione della legge per gli eco reati perché prima le persone inquinavano e buttavano rifiuti liberamente, e adesso invece queste persone possono essere finalmente perseguite legalmente e punite.

*          *          *

A nome di tutte le classi seconde della Scuola Sercondaria Zingarelli, ringraziamo la dottoressa Milella per l’importante contribut, che, per conto dell’associazione, ha fornito alla nostre formazione e alla nostra crescita.

Greta Feroni e Ilaria Piombino

Greenpeace lotta per l’ambiente

Mercoledì 8 marzo, nell’auditorium della nostra scuola, alcuni rappresentanti dell’Associazione ambientalistica italiana Greenpeace ci hanno spiegato gli scopi e le attività della loro associazione: ricercare e portare alla luce situazioni che possono provocare danni all’ambiente ma anche aiutare persone in difficoltà, come migranti che cercano speranza in terre più sicure della loro d’origine. Nato nel 1977, quando alcuni attivisti partirono da Vancouver su un vecchio peschereccio per denunciare i test nucleari effettuati dagli Stati Uniti sull’isola Amchitka, questo movimento nonviolento fu chiamato all’inizio “Stop the wave” (“Ferma l’onda”), per poi diventare una vera e propria associazione che, grazie alla prima missione portata a termine, ottenne la sua prima nave, la Rainbow Warrior I, per le operazioni di salvataggio ambientale. 

Fu proprio questa nave ad essere affondata il 10 luglio 1985 in Nuova Zelanda a seguito di due esplosioni che ne squarciano lo scafo.  La Rainbow Warrior I aveva da poche ore concluso l”’Operazione Exodus” con l’evacuazione dell’atollo di Rongelap, nel Pacifico. Un’evacuazione richiesta proprio da GreenPeace, quando nell’isola si era riscontrata un’incidenza altissima di cancro alla tiroide, di leucemia e di malformazioni fetali causata delle radiazioni dei test nucleari condotti dagli americani nell’atollo tra il 1948 e il 1956. Durante l’affondamento della Rainbow Warrior I perse la vita il fotografo portoghese Fernando Pereira, intento a recuperare del materiale documentario. Alcuni resti della nave, insieme alla campanella furono salvati e portati sulla Rainbow Warrior II, la seconda imbarcazione che Greenpeace riuscì ad acquistare grazie alle donazioni dei suoi sostenitori. La Rainbow Warrior II fu donata in beneficenza al Bangladesh nel 2011 e sostituita dalla prima nave costruita appositamente per le campagne di Greenpeace, la Rainbow Warrior III.

Ma le missioni di Greenpeace non solcano solo le acque e non riguardano solo il tracciamento e lo smaltimento di rifiuti in mare o sulla terraferma. Interessano anche la sensibilizzazione su aspetti comuni della vita quotidiana di ognuno di noi. I  volontari ci hanno ad esempio spiegato che ci sono certe imprese, ma anche certe istituzioni politiche, che, ai fini di promuovere una immagine di sé ingannevolmente positiva in relazione all’impatto ambientale o per distogliere l’attenzione dell’opinione dagli effetti negativi per l’ambiente, esercitano il cosiddetto Greenwashing, cioè spacciano prodotti o attività di vario tipo come ecosostenibili quando in realtà non lo sono. 

Ho avuto modo di porre alcune ad uno dei nostri relatori, una volontaria di Greenpeace Puglia.

  1. Qual è l’azione più importante che avete compiuto nella nostra regione?

Greenpeace agisce a livello nazionale. In Puglia un intervento molto importante è stato nel 2014 quello finalizzato ad ottenere che non fosse più alimentata a carbone la centrale Enel ‘Federico II’ di Brindisi, ritenuta una delle fonti più inquinanti d’Europa. In quell’occasione ha fatto tappa a Brindisi la ‘Rainbow Warrior’, impegnata in un tour ambientalista nel Mediterraneo, per promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza contro il ricorso a combustibili fossili come il carbone e il petrolio.

  1. Come possiamo evitare di cadere nella rete del Greenwashing?

Non fatevi irretire dalle pubblicità ingannevoli. Prima di acquistare un prodotto bisogna porsi tre domande:

  1. È utile?
  2. È necessario?
  3. Dopo averlo consumato, dove finisce? 

Inoltre, osservate sempre bene ciò che acquistate e alimentate il vostro senso critico. Per esempio, se acquistate una confezione di merendine con l’involucro di carta e poi, aprendola, notate che le merendine sono avvolte in sacchetti di plastica e vi soffermate su questa contraddizione, capirete facilmente che quel prodotto non è poi così ecosostenibile come ve lo ha voluto presentare l’azienda produttrice. Non lo ricomprerete! Così sarete diventati dei consumatori più consapevoli e attenti all’ambiente. 

Sicuramente è importante che ci siano così persone come i volontari di associazioni ambientaliste che si impegnino per la difesa e la tutela del nostro ambiente. Ma alla fine di questo incontro abbiamo anche capito quanto sia fondamentale lo sforzo e l’impegno portato avanti da ognuno di noi, se vogliamo davvero salvare il nostro pianeta.

   Giosuè Bennardo

                                                                                                                                            

UNA PACE VERDE PER IL NOSTRO PIANETA: GREENPEACE ALLA SCUOLA ZINGARELLI

L’istituto Nicola Zingarelli offre a noi alunni la possibilità di incontrare persone a volte davvero straordinarie che “ci raccontano” il mondo e ci danno la spinta per iniziare ad essere anche noi cittadini.

Questa settimana sono venuti a trovarci due membri di Greenpeace, l’associazione che si impegna da anni in azioni dirette alla tutela del pianeta.
Greenpeace è nata nel 1971, quando un gruppo di volontari cercò di bloccare un esperimento nucleare che consisteva nel far esplodere una bomba sull’isola di Amchitka, una zona naturale protetta che sarebbe stata devastata dalla tremenda esplosione.

Dopo quella prima impresa, che purtroppo non andò a buon fine, il gruppo ebbe il sostegno di molte persone e organizzò altre spedizioni del genere, sempre volte a tutelare il pianeta e la sua “pace verde” utilizzando la Rainbow Warrior I, ovvero la loro prima nave.
Questa , dopo che venne affondata, fu sostituita dalla Rainbow Warrior II, nave attrezzata in modo da ridurre al minimo il suo impatto ambientale, in seguito donata al Bangladesh per essere utilizzata come ospedale.

Nel 2011 è stata costruita la Rainbow Warriow III, dotata di 1256 m2 di vele per ridurre il consumo di carburante: è una nave sostenibile , unica nel suo genere, equipaggiata con le più moderne tecnologie di comunicazione e dotata di due scialuppe di salvataggio. I volontari di Green Peace permettono talvolta di visitare la nave a chi lo desidera , e organizzano concerti e spettacoli interattivi a bordo.

Incontrare i volontari e conoscere nuove associazioni (oltre a Greenpeace abbiamo incontrato anche Legambiente) mi è piaciuto molto: fino a pochi giorni prima non pensavo ci fossero delle persone che ogni giorno si impegnano per cercare di salvare il nostro pianeta e ammetto che saperlo ha cambiato il mio modo di pensare all’ambiente.

Personalmente, infatti, molte volte ho pensato a cosa posso fare io nel mio piccolo per combattere il cambiamento climatico e l’inquinamento, ma spesso mi sono sentita sola in questa impresa; ora, invece, so che non lo sono e che altri come me desiderano un pianeta sano. Siamo tanti, e le piccole azioni di ognuno possono diventare un unico grande aiuto per il nostro pianeta.

Riflettendoci potremmo dire “coloriamo il mondo e non lasciamo che la punta si spezzi”, ovvero siamo noi stessi , non spegniamo quella fiamma che arde in noi e soprattutto non siamo superficiali e non arrendiamoci , non “spezziamoci”, anche se le cose sono difficili.

Pensiamoci come coloro che hanno salvato il Pianeta!

Passo e chiudo!

Vittoria Vitale

disegno di Federica Stanzione De Stasio

Lucifero, Mr. Tinkles, Grattastichi e … Bandel Maradan: persiani, che passione!

Il gatto persiano è un gatto domestico, originario dell’Asia Minore. I primi esemplari furono portati in Europa nel 1626 da Pietro Della Valle.

È un gatto accomodante e di buon carattere, leale e affettuoso. Il persiano è un gatto che ama oziare, preferibilmente sulle tue ginocchia. Spesso è giudicato per la sua pigrizia, si definirebbe un pigro regale: qualsiasi punto della casa in cui sceglie di crogiolarsi è il suo trono.

I gatti persiani vivono solitamente 13 anni, ma i soggetti particolarmente curati possono arrivare anche a 18 anni.

I gatti persiani sono molto pelosi, hanno degli occhi rotondi, grandi e sporgenti, una folta coda e un bellissimo musetto schiacciato. Il mantello può essere di diversi colori: bianco, tigrato marrone o marroncino più un color vaniglia, rosso, grigio, nero oppure i colori del tigrato singoli.

Infatti, come per i cani, si svolgono le gare di bellezza. Nel cinema non è raro vedere questi micioni perchè sono gatti super pigri e molto espressivi. A dispetto del loro carattere docile fanno spesso la parte dei cattivi, per esempio: Lucifero, il gatto della matrigna di Cenerentola, Mr. Tinkles del film “come cani e gatti”, Grattastinchi il gatto di Hermione in Harry Potter ecc.

Tra tutte le razze il persiano è il gatto che presenta il pelo più lungo in assoluto. Esiste anche una variante a pelo corto, chiamata EXOTIC SHORTHAIR, che deriva dall’incrocio dei gatti persiani con i Britishshorthair.

Questa razza di gatto può mangiare sia croccantini per animali sia cibo umido(carne, pesce…) o secco. Questi gatti hanno l’intestino un po’ debole, quindi consigliamo di non fargli mangiare qualcosa che può fare loro del male.

E’ una razza schizzinosa e molto capricciosa come una vera diva di Hollywood, ma è troppo carina!

I persiani dormono tantissimo, dalle 13 alle 16 ore nell’arco di una giornata.

Come abbiamo già detto i gatti persiani hanno un pelo molto lungo, quindi deve essere spazzolato quotidianamente, per rimuovere il pelo morto che potrebbe essere causa di soffocamento del gatto quando si lecca per pulirsi, e per evitare la formazione di nodi. Bisogna pulirgli gli occhietti, il nasino e pettinargli il pelo ogni giorno, invece le orecchie si possono pulire una volta alla settimana o una ogni due settimane.

La maggior parte delle volte questi gatti si affezionano molto al proprio padrone, tanto da sviluppare nei suoi confronti un attaccamento ossessivo. Socializzano con facilità con tutti e si ambientano presto se ospitati in una nuova famiglia.

Quindi se vedete un gatto persiano spiaggiato sul salotto di un vostro amico non temete: prendetelo in braccio e coccolatelo all’ infinito!

Perciò adottate un bel micio, vi donerà tanto amore e tanta gioia!

Carola Tomasicchio e Claudia Cortone

CIMICI CHE PASSIONE!

Salve a tutti! Sono Michelangelo e vi voglio parlare di pace.

Ma voglio farlo in modo speciale. Sì, perché vorrei parlarvi di pace parlandovi delle… cimici.

Voi direte: “Ma cosa c’entrano le cimici con la pace?!?” Ebbene sì, moltissime cimici sono PACIFISTE!!! Perché? Perché non fanno proprio nulla di male, puzzano e basta!!!

A parte gli scherzi, in genere le cimici sono considerate organismi dannosi o comunque fastidiosi, ma si tratta di un vero e proprio pregiudizio, poiché non tutte le cimici sono uguali: ne esistono di BELLE e di BRUTTE.

CIMICI BELLE:

Tra le cimici belle ci sono le comuni cimici che si incontrano in giardino, le cosiddette “puzzone” (stinkbugs per gli inglesi). Queste sono le cimici “sante”, un mito per gli altri insetti che le invidiano per il loro ruolo di controllori biologici: esse, infatti, hanno un regime alimentare zoofago, cioè vivono a spese di uova o larve di altri insetti nocivi per tante specie vegetali. Insomma, veri e propri pezzi grossi nel loro ambiente!

CIMICI BRUTTE:

Tra le cimici decisamente brutte ci sono le cosiddette “cimici d’acqua giganti”: si tratta di esseri pieni di rabbia, che non si fanno problemi a mangiare QUALSIASI pesce gli si presenti davanti.

Le femmine di questa specie possono deporre tantissime uova sul dorso del maschio, che sembra venuto dai peggiori incubi dei bambini (poverino!) e che non può volare ma che riesce comunque a spostarsi molto velocemente e a tenere le uova al sicuro finché non si schiudono completamente.

Queste cimici hanno il corpo largo 2-3 dita, due zanne degne delle fauci peggiori e una saliva ad altissimo contenuto tossico: un loro morso procura una delle ferite più dolorose che un insetto possa provocare ad un essere umano.

La loro dieta è piuttosto varia: mangiano pesci, bisce, girini, lumache e persino anatroccoli, serpenti e tartarughe. Non per niente sono tra gli insetti più grandi al mondo…

Ma lasciamo perdere queste cimici “brutte” che vivono lontano da noi (per lo più in America) e passiamo a cimici altrettanto “brutte” che, al contrario, possono esserci moltooooo vicine: le cimici dei letti!

Sono più piccole dell’unghia del mignolo di un neonato e sono MILIARDI SU MILIARDI!!!

Pungono come le zanzare perché come la zanzare si nutrono di sangue, ma la cosa peggiore é che possono insinuarsi SOTTO I NOSTRI LETTI!!!

Beh, a queste è giusto dire “CHE SCHIFO”!!!


Michelangelo Capparelli

LA VERA VITA DEI CAVALLI

I cavalli sono affascinanti.

Molti di noi li conoscono soltanto come animali per praticare sport e che stanno chiusi nei maneggi, ma per fortuna non è sempre così.

Nonostante i cavalli siano mammiferi addomesticati ormai da più di 5.000 anni, il loro comportamento sociale rimane selvatico. Essi non vivono mai da soli, ma si riuniscono in branchi chiamati harem; ogni harem è composto da due/quattro giumente e da alcuni puledri di due/tre anni, età oltre la quale i giovani sono spinti a lasciare il gruppo. Le giumente abbandonano raramente il loro harem di origine e solo per periodi molto brevi legati ai primi calori, quando vanno in cerca di uno stallone singolo. I maschi, invece, si allontanano dall’harem familiare per unirsi a gruppi formati da soli maschi, in cui passano la maggior parte del tempo a giocare e a simulare combattimenti per sviluppare il carattere da futuri capifamiglia. Quando, intorno ai cinque anni, diventano socialmente maturi, lasciano questi harem “da scapoli” per creare un loro harem familiare costruendo un rapporto con una giumenta, sfidando un capofamiglia e sostituendolo in caso di vittoria, oppure rimpiazzando uno stallone morto. 

Il gruppo familiare è una struttura stabile che può durare anche per anni, in cui gli stalloni si occupano delle loro giumente e queste a loro volta si prendono cura dei puledri anche dopo lo svezzamento. Si può capire la stabilità di un gruppo osservando attività come bere l’acqua e mangiare insieme, seguirsi in fila indiana, scacciarsi le mosche a vicenda, rotolarsi, dormire insieme. 

I cavalli hanno bisogno di uno spazio in cui trovare tutte la risorse necessarie alla sopravvivenza. Questo territorio si chiama “dominio vitale” e la sua ampiezza dipende da numerose varianti quali soprattutto il clima, la presenza di acqua, la distribuzione vegetale, le asperità del territorio, ecc. Ogni harem è molto legati al suo dominio, ma non lo difende dai suoi simili: di solito gli harem si evitano a vicenda, ma se si incontrano possono arrivare a condividere lo stesso dominio vitale spartendosi le risorse. Quando capita che due harem abbiano la necessità di usufruire della stessa risorsa, come ad esempio l’acqua, viene rispettata un’apparente gerarchia: la famiglia più numerosa ha accesso prioritariamente, quella meno numerosa deve aspettare il suo turno.

Chi l’avrebbe mai detto, vero?

Chissà quanti sogni nascondono i nostri amici cavalli rinchiusi nei box del maneggio, potendo solo immaginare come sarebbe la loro vita in libertà!

Laura Guitto

La vita e le caratteristiche dei rettili e degli anfibi

6. MENZIONI ONOREVOLI

I rettili, come avete potuto intuire, sono dei veri supereroi, perché dotati di abilità che solo Madre Natura sa dare.

Ma esiste un animale ancora che sa adattarsi tanto da sorprendere ancora di più ?Seguitemi ancora per qualche pagina e lo scoprirete!

6.1 BASILISCO VERDE

Il Basilisco Verde è dotato dalla capacità di camminare sull’acqua, grazie alla quale riesce a sfuggire ai predatori; viene anche chiamato ‘’Lucertola Gesù Cristo’’, proprio con riferimento ai versi del vangelo nei quali Gesù cammina sull’acqua.

Quest’adattamento è reso possibile dall’accumulo di bollicine d’aria che si concentra sotto le zampe dell’animale, con l’aumentare della sua velocità.

(Basilisco, Basiliscus plumifrons).

Il basilisco vive nelle paludi del centro e sud America.

6.2 SUPER RANE E SUPER SERPENTI

(Rana volante di Wallace, Rhacophorusnigropalmatus). 

Di rane abbiamo parlato abbondantemente, ma si sa, non si finisce di imparare mai su nulla. A quanto pare, negli ultimi milioni di anni d’evoluzione, si sono messe a volare o meglio a planare… In Malesia è possibile incontrare, infatti, la rana volante di Wallace, che per sfuggire ai predatori si lancia da un albero all’altro, planando, grazie alla membrana delle zampe. A questa straordinaria dote, tuttavia, fa eco quella del suo predatore, il serpente volante, il quale ha sviluppato questa stessa abilità, essendo in grado di allargare le costole per creare un flusso d’aria sotto al corpo, e riuscire, in tal modo, a stabilizzarsi in aria.

Quello di cui vi ho appena parlato è un mirabile esempio di evoluzione convergente, cioè quando due animali diversi optano per approvvigionamenti differenti per poi raggiungere lo stesso obiettivo.

6.2 LA BELLEZZA DELL’ESSERE GECHI

I gechi sono i rettili di maggior successo evolutivo in assoluto e sono capaci di tanti “trucchetti” stupefacenti.

Vengono classificati in arboricoli e terricol. I primi sono dotati della capacità di avanzare senza alcuna difficoltà su pareti verticali, grazie alle setole adesive che si nascondono sotto alle loro zampe.

(Geco diurno del Magadascar, Phelsuma magadascariensis grandis).

La forza che li attrae alle pareti in maniera così rilevante, è stata studiata dal fisico olandese van der Waals.

I gechi terricoli come il Geco Leopardino non hanno bisogno di arrampicarsi e sono famosi per essere i ‘’cammelli’’ del mondo squamato, poiché trattengono tutte le risorse nutritive nelle loro code, come i cammelli fanno nelle loro gobbe.

Eublepharis macularius - Wikipedia

Devo precisareun paio di cose: i gechi leopardini hanno degli artigli e non delle setole adesive come i loro cugini arboricoli e sono gli unici nel loro genere (Eublepharis) ad essere dotati di ciglia per parare i forti venti dell’Asia nord orientale dove vivono.

RINGRAZIAMENTI

Per la redazione di questo articolo è stata fondamentale la lettura di un capitolo del libro ‘’Il coccodrillo ha il cuore tenero’’, scritto dal divulgatore scientifico di Prato, Willy Guasti, anche direttore del canale youtube ‘’Zoosparkle’’, che vi invito a visionare perché è pieno di interessanti contenuti naturalistici e zoologici che vengono raccontati in maniera divertente e originale.

Zoosparkle

Tutto il resto è frutto della mia passione per questi animali, da sempre incentivata dalla mia famiglia, dai miei amici e dalla visione di Jurassic Park e dei documentari della BBC di cui “mi nutro” da quando avevo circa 5 anni.

Un grazie indiretto a Steven Spielberge a David Attenbourough, due personaggi che non hanno bisogno assolutamente di presentazione.

Giovanni Deperte

LA VITA E LE CARATTERISTICHE DEGLI UCCELLI

Parte seconda

3.3 NUTRIMENTO

Nel corso del tempo, gli uccelli hanno cambiato numerose volte i loro stili di vita, anche in considerazione dei cambiamenti che hanno riguardato la loro alimentazione. Proprio grazie a tali cambiamenti, infatti, oggi sfoggiano artigli, becchi adatti in ogni situazione, approvvigionamenti sonori che captano ogni vibrazione, e una vista eccellente.

RAPACI CARNIVORI

I Rapaci, ovvero gli uccelli predatori, sono dotati di artigli e becchi potentissimi che utilizzano per catturare le loro prede. 

Poiana di Harris che caccia.

I rapaci sono sia diurni (poiana di Harris), sia notturni (allocco europeo).

I rapaci notturni, ovvero gufi e civette, sono dotati di precipue caratteristiche che li rendono tra i cacciatori più efficaci presenti in natura: un volo silenziosissimo, reso possibile dalla conformazione delle penne che durante il volo affettano l’aria uniformemente, rendendo così irraggiungibile ogni minima vibrazione di suono, e una struttura auricolare complessa, tale da essere in grado di recepire anche i rumori più lievi di una potenziale preda.

Ingrandimento al microscopio penna di un Gufo delle Nevi (Bubo Scandiacus).

RAPACI FRUGIVORI: PAPPAGALLI

Oltre ai Rapaci carnivori troviamo anche i Rapaci frugivori, ovvero i pappagalli. Questi ultimi sono dotati di becchi alquanto potenti (acune specie riescono addirittura a frantumare e mangiare le noci più dure del Brasile).

Ara Giacinto (Anodorhynchushyacinthinus).

I pappagalli più grandi come le Are Giacinto vivono in piccoli stormi, mentre quelli più piccoli vivono i grandi stormi, che sovente distruggono interi raccolti.

Parrocchetto Monaco (Myiopsitta Bonaparte).

Ci sono anche pappagalli che non volano: Kakapo in Nuova Zelanda.

Kakapo (Strigops habroptila).

FRUGIVORI ONNIVORI

I frugivori mangiano inparticolare la frutta, ma sono perlopiù anche onnivori.

Un esempio straordinario di questi vertebrati è l’Uccello Gatto Verde, chiamato così per il suo verso, che può sembrare il miagolio di un gatto morente o il lamento di un bambino. Oltre ad essere frugivoro, l’Uccello Gatto Verde si nutre anche di fiori, di piccoli uccelli e piccoli rettili. Vive nelle foreste umide dell’Australia.

Ailuroedus Crassirostri (the Green Cat-Bird). 

INSETTIVORI

Gli uccelli insettivori, come si può intuire, si nutrono di insetti. Sono generalmente più piccoli e caratterizzati da affilati e robusti becchi. Tra questi uccelli e gli altri animali si possono notare atti di simbiosi. Per chi non sa cos’è la Simbiosi è un processo in cui due forme naturali si aiutano a vicenda.

Immaginiamo, ad esempio, di essere nella Rift Valley, non sarà impossibile osservare un bufalo che viene aiutato da una bufaga che gli stacca via tutti i parassiti dalla pelle: così facendo, lui si risparmia una notte di fastidio e l’uccello vampiro guadagna una bella cenetta!

 Un Bufalo (BubalusBubalis) con una bufaga (Buphagus).

ONNIVORI

Uno degli esempi più straordinari di uccelli onnivori è il superbo e grandissimo pollo: dovendo adattarsi allo stile di vita domestico, ha perso la sua foggia primordiale per rinunciare a planare e ad avere un corpo slanciato.

Il pollo è onnivoro e si nutre sia di mais e di grano o altri cereali, sia di insetti e altri animali, come piccoli serpenti non velenosi.

PESCIVORI o ITTIOFAGI

La maggior parte di uccelli ittiofagi è acquatica.

Le caratteristiche principali quest’ultimi sono:

  • penne e piume impermeabili;
  • potenti pinne per avanzare in acqua;
  • becchi robusti e affilati per afferrare la preda.

Un esempio perfetto è l’Albatros Urlatore, che situffa in acqua a grande velocità per catturare le sue prede.

Albatros Urlatore (Diomeidae).

Un altro esempio è quello dei pinguini, di tutti i generi, che però non possono volare e cacciano i pesci nuotando.

Tra le razze di uccelli ittiofagi ritroviamo anche una sottospecie di uccelli pescatori molto abili: i trampolieri.  Tutti gli uccelli ittiofagi, talvolta anche i carnivori, utilizzano le loro lunghe gambe per muoversi lentamente in acqua e attendere con molta calma qualche pesce succulento da ingoiare tutt’intero.

Un becco a scarpa che caccia (Balaeniceps rex).

3.4 INTELLETTO

Molte volte si sente dire che gli uccelli sono animali poco intelligenti, tanto è vero che esiste il modo di dire << avere un cervello di gallina>>.

Questo non è del tutto vero perché ci sono uccelli che riescono a prosperare al meglio nel loro ambiente proprio grazie alla loro intelligenza . Uno di questi è il Corvo della Nuova Caledonia che riesce persino a modellare i piccoli rami in base alle proprie esigenze (per esempio logorare frutta o scavare la legna degli alberi per estrarre degli insetti).

Corvo della Nuova Caledonia (Corvus Moneduloides).

3.5 ACCOPPIAMENTO

Gli uccelli sono molti romantici e capita di vederli mentre cantano, danzano o nutrono la lorocompagna. Generalmente il maschio è il più colorato e sgargiante della coppia. Alcuni tipi di uccelli stabiliscono legami talmente forti con la compagna o con il compagno che restano insieme … finché morte non li separi.

Piccione (Columbia livia).

Giovanni Deperte

LOUIS

Non ricordo nulla. Davvero. All’ improvviso mi sono ritrovato solo, per strada. E poi… le macchine che si fermavano di colpo, le persone che si sbracciavamo, alcuni che mi chiamavano, altri che mi rincorrevano. Io guardavo tutti, non capivo e correvo via.

Era come se non li sentissi, sapevo solo che dovevo continuare a correre.

Poi qualcuno mi ha bloccato. Mi ha messo una mano sul dorso. “Lasciami andare!” – avrei voluto abbaiare. E invece ero lì, bloccato su quel maledetto marciapiede.

La mano è diventata presto morbida. Ha cominciato ad accarezzarmi… E gli occhi di chi mi teneva fermo cercavano il mio sguardo… Ma io continuavo a non capire. “Diamine, cosa sta succedendo?”

Ogni tanto qualcuno si fermava, per rendersi conto, per chiedere: una mamma con un ragazzino, una donna con un cane, un uomo. Si è formato un capannello. Io… io continuavo a non capire.

È passato molto tempo, forse un’ora. Ero in balia di quella gente ma anche e soprattutto di me stesso, del mio desiderio di riprendere a correre per andare… andare? Ma dove?

Sono arrivati i vigili. Io ero lì e loro parlavano di me. Hanno fatto delle telefonate.

Poi sono arrivati altri uomini. Mi hanno fatto salire su una strana macchina.

Ora sono qui. In una stanza arieggiata. Mi danno da bere e da mangiare. Mi parlano.

All’inizio ho avuto l’istinto di difendermi. Poi ci ho rinunciato. Non ce n’era bisogno.

Di una sola cosa sono sicuro: la mia famiglia non verrà a riprendermi. Perché io una famiglia ce l’avevo, ma… Forse sono troppo vecchio, forse ho fatto qualcosa di male, forse non ero più simpatico, forse non li rendevo più felici…

Io però una famiglia la vorrei di nuovo…

Se ti va, vieni almeno a trovarmi. Sono al Canile Sanitario di Bari. Mi faresti tanto piacere.

Louis (con l’aiuto della maestra Barbara Buono, Scuola Primaria Anna Frank)