Disegno, che passione!

La passione del disegno è veramente insolita, soprattutto quando si tratta di un ragazzo che scrive per un giornaletto e passa il suo tempo anche a disegnare. Quel ragazzo sono io, Luca Cavone.

Ho sempre voluto disegnare, da quando ero un bambino a oggi. So anche dipingere, infatti lo facevo quasi sempre con mia nonna, ma ora mi dedico di più al disegno.

Mi ricordo che i miei nonni e i miei genitori mi compravano, e tuttora lo fanno, delle cassette piene di colori a pastello, a cera, delle penne per delineare i punti del corpo.

Mi piace rappresentare le mie emozioni e sentimenti in un solo disegno, un volto che per me esprime tutto ciò che mi sento dentro. In passato mi è capitato anche di disegnare in classe per sfogare tutto ciò che avevo dentro, ma appena mi sono accorto che mi distraevo ho smesso.

Ora cerco di migliorarmi sempre più, ispirandomi leggendo i manga (dei fumetti di origine giapponese) e seguendo tutorial su internet che spiegano come disegnare le varie parti delcorpo. Sarebbe bello anche frequentare un corso. Ultimamente, infatti, mi sto appassionando alle tecniche di disegno con gli strumenti tecnologici, anche se richiede pazienza e attenzione.

Luca Cavone

Matera: inferno o presepe?

Ho sempre sentito parlare dei “Sassi di Matera”, ma non avevo mai avuto la possibilità di visitarli e nella mia fantasia ho sempre pensato fossero dei veri e propri “sassi” da vedere e mi sono sempre chiesto cosa ci fosse di così particolare. Infatti una volta arrivati a Matera ho subito chiesto “Dove sono i sassi?” e mi è stato risposto “Tra poco li vedrai!”.

Abbiamo così cominciato a scendere una serie di scalinate, alcune strette, altre larghe, alcune pendenti e scivolose, lungo stradine molto antiche. E solo in quel momento, grazie alla nostra guida, ho finalmente capito cosa sono i “Sassi di Matera”, ovvero due quartieri, i più antichi della città, costruiti fin dal Paleolitico, che si chiamano Sasso Barisano e Sasso Caveoso. La cosa pazzesca è che queste abitazioni sono scavate nella roccia naturale della Murgia, una roccia marina simile all’arenaria, quindi molto umida e porosa, oltre che tendente allo sgretolamento.

Quindi dai due lati opposti di Piazza Sedile, esattamente frontalmente, si aprono due archi, che danno l’accesso ai “Sassi”. Da un lato troviamo Sasso Barisano, le cui abitazioni sono state scavate nella roccia, ma costruite esternamente secondo precise regole. Dall’altro Sasso Caveoso che invece si trova più allo stato naturale, nel senso che le sue abitazioni assomigliano a delle vere e proprie grotte. Infatti qui hanno girato numerosi film, come “La passione di Cristo”.

Il primo sasso che abbiamo visitato è stato quello Barisano. E di tutta questa visita, che è durata circa tre ore, c’è un aspetto che mi ha particolarmente colpito, emozionato e coinvolto.

 Man mano che scendevamo lungo il sasso Barisano, la guida ci spiegava che i tetti delle case erano i pavimenti delle case che si trovavano sopra. Le case erano quindi costruite tipo terrazzamenti, tutte una attaccata all’altra e per via della composizione della pietra erano prive di luce, molto umide e prive di acqua. Infatti erano dotate di cisterne che si riempivano di acqua piovana, secondo un sistema a cascata, dall’alto verso il basso.

Il bello però è arrivato quando siamo giunti in basso. Qui la guida ci ha raccontato che negli anni ‘50 del ‘900 Matera fu considerata la “Vergogna d’Italia” perché queste case erano quanto di più malsano esistesse, dal momento che le persone vivevano in pessime condizioni igieniche. Le famiglie erano numerose e le case piccole, buie e umide, e insieme alle persone vivevano anche gli animali che non solo erano fonte economica, ma soprattutto servivano per riscaldarsi. Mancava l’acqua potabile e i servizi igienici e le malattie erano molto diffuse. A questo punto ci ha detto di alzare lo sguardo per guardarci intorno, perché solo così avremmo capito il senso di quello che ci avrebbe raccontato. E così abbiamo fatto! E in effetti aveva proprio ragione!

Abbiamo alzato lo sguardo e ha iniziato a raccontare che durante quel periodo della “Vergogna”, Carlo Levi, che era stato esiliato in Basilicata, era andato a visitare Matera, e nel vederla l’aveva paragonata all’Inferno Dantesco: Matera come l’inferno, una grande voragine capovolta, in cui i vari terrazzamenti sembrano ricordare i gironi danteschi. E non solo! A far da contorno a questo, c’erano anche le condizioni delle persone che vi vivevano, persone che assomigliavano ai dannati dell’Inferno. Infatti Carlo Levi nel romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli” sottolinea il fatto che in questa città nemmeno Cristo è arrivato! Ancora più significativo è un passo, tratto dal romanzo di Levi, che si trova affisso in una delle case grotta, in cui l’autore esprime tutto il suo disgusto nel vedere i bambini malati, pieni di pidocchi e malattie agli occhi.

Per fortuna questo periodo di vergogna, è finito grazie all’intervento dello Stato che per anni si è adoperato per ripristinare la situazione, grazie allo sfollamento dell’area e al successivo restauro, che ha portato oggi i Sassi ad essere Patrimonio dell’Unesco e famosi in tutto il mondo.

Nei miei occhi rimarrà impressa quell’immagine dell’Inferno dantesco, e come Dante, quando visita le anime dell’Inferno, anche io mi sono sentito inquieto e ho provato pietà per questo posto e per quelle persone. Per quanto questo paragone sia vero, preferisco ricordare Matera come se fosse un grande presepe a cielo aperto, anche se quando l’ho visitata era Pasqua!

Mattia Di Marzo

PASSIONE DISEGNO

In realtà la mia passione per il disegno l’ho ereditata da mio padre, che, quando era piccolo, disegnava i personaggi dei fumetti, cavalli, volti realistici, motociclette, leoni ecc.

Beh, io però non disegno questi soggetti (a parte ovviamente i personaggi dei fumetti), perché tendo a disegnare il personaggio o i personaggi che mi piacciono in un determinato periodo della mia vita. Per esempio, per un po’ ho disegnato gli unicorni, i gatti, i cavalli, poi Spongebob e attualmente disegno sempre FNAF.

Ho mille idee su cosa voglio disegnare, certo a volte ho periodi di vuoto e tendo a disegnare solo a matita perché magari non ho voglia di inchiostrare. Comunque sia, ho sempre ottime idee!

Ho incominciato a disegnare…ehm, a fare scarabocchi, a 1 anno e mezzo, poi ho incominciato a disegnare meglio (nel senso che almeno si capivano i soggetti) verso i 5-6 anni, infatti mi ricordo che disegnai un gatto, un cavallo e un treno.

Il venerdì e il sabato notte disegno tantissimo, anche se magari sono molto stanca, perché in settimana ho poco tempo. Inoltre, quando mi viene in mente un’idea di ciò che vorrei disegnare successivamente, ho un solletico nella pancia per la gioia.

Da grande vorrei fare la veterinaria, ma anche insegnare agli altri come disegnare. Alla quinta elementare, infatti, la maestra mi chiese di insegnare ai miei amici come disegnare la struttura di base di un corpo umano alla lavagna.

Mi piace quando i miei amici mi fanno i complimenti per i miei disegni e soprattutto quando mi chiedono di disegnare qualcosa per loro.

Insomma il disegno è tutto per me, è divertimento ed è anche un’occasione per rilassarmi!!!

Carlotta Ciccarelli (articolo e disegno).

IL SEGRETO DELLA CATTEDRALE DI SAN SABINO

Domenica scorsa ho avuto la possibilità di visitare un segreto nascosto nella nostra meravigliosa cattedrale di San Sabino e devo dire che vi consiglio davvero di fare questa visita, possibilmente con una guida, perché rimarrete davvero a bocca aperta. Lo spettacolo che vi si presenterà davanti agli occhi vi lascerà meravigliati e stupiti.

A soli 5 metri di profondità, la nostra Cattedrale nasconde un “succorpo”, ovvero un piano che sta al di sotto del piano terra e che grazie agli archeologi ha portato alla luce numerosi resti che risalgono a ben 3 periodi storici della nostra città: periodo romano, paleocristiano, medievale.

Ma cominciamo dall’inizio e cerchiamo di capire come siamo riusciti noi baresi a scoprire questo tesoro.

Verso la fine dell’Ottocento l’ingegnere Pietro Fantasia, mentre studiava la mappa della cattedrale, trovò una botola, più o meno sotto l’altare. Si calò nel succorpo proprio per vedere cosa ci fosse. In realtà all’inizio non fu totalmente soddisfatto perché all’interno della botola trovò solo ossa di defunti. Ma volle approfondire la scoperta e iniziò i lavori di svuotamento e pulizia, soprattutto dalle acque di falda, visto che la nostra città è praticamente costruita su lame. Dopo mille problemi i lavori sono iniziati con più cura solo dopo il 1960 e sono durati più di 30 anni: pensate che il succorpo è stato aperto al pubblico solo nel 2009!!

Il reperto più antico ritrovato è stata una domus romana, forse di una famiglia benestante: all’epoca dei romani, quindi, al posto della nostra cattedrale c’era un’abitazione! Sono state infatti ritrovate numerose suppellettili: piatti, anfore, tazze. E’ stato ritrovato anche un pezzo di strada, forse della via Traiana. I resti della domus hanno un pavimento con mosaico, un’ara romana e una lastra di marmo con un’epigrafe dedicata a Lucio Gellio, un liberto che era diventato ricco e aveva fatto una generosa donazione alla città. L’epigrafe in latino dice che questo liberto, in cambio della sua donazione, aveva ricevuto un posto d’onore per la visione degli spettacoli pubblici. Quindi da qualche parte nella nostra città, sottoterra, ci dovrebbe essere un anfiteatro… Chissà dove bisognerebbe scavare!!!

Successivamente al posto della domus. intorno al V secolo d.C., fu costruita un’ampia e antica basilica paleocristiana di cui si possono vedere resti dei muri, dei pavimenti e anche di alcuni mosaici.

Ma la parte più bella della basilica è quella in cui si trova il “mosaico di Timoteo”, quasi intatto e stupefacente. Grazie alla presenza di un’iscrizione in latino, sappiamo che questo mosaico è stato realizzato da Timoteo: perfettamente conservata, infatti, la detta iscrizione lo cita: in onore del vescovo Andrea, Timoteo, un fedele cristiano, per voto, completò la decorazione della sala. 

Il mosaico raffigura pesci e polipi, come da tradizione orientale, e poi fiori e ricami che fanno da cornice all’iscrizione latina. I colori sono ancora vivi e intatti e si può notare che sotto al mosaico sono presenti resti di almeno altri tre mosaici, sicuramente risalenti a periodi precedenti. Purtroppo gli archeologi non possono fare nulla per riportare in vita i mosaici più antichi, perché la tecnica che si dovrebbe utilizzare rischierebbe di arrecare danni al mosaico principale.

Scavando scavando, tra il 1995 e il 1998, gli archeologi sono riusciti a trovare anche una chiesetta bizantina del IX-XI secolo. Questa, pur trovandosi al di sotto della pavimentazione esterna alla cattedrale, era inizialmente visibile ai passanti grazie al fatto che al posto del comune manto stradale erano state collocate lastre di vetro trasparente.

Successivamente, però, poiché i ragazzi giocavano a calcio sui vetri e rischiavano di romperli, si decise di toglierli e ripristinare il comune manto stradale: ora, quindi, questa meraviglia è visibile solo accendendo dall’interno.

La visita di cui vi ho parlato dura circa un’oretta: è davvero molto interessante, e ha il pregio di catapultarti con la fantasia indietro nei secoli, a vedere come viveva la gente a quei tempi e soprattutto come ha potuto, con mezzi non paragonabili ai nostri, costruire tali meraviglie.

Mattia Di Marzo

Real Bodies Experience al Teatro Margherita di Bari

Finalmente è stata aperta anche a Bari, Real Bodies Experience, una mostra scientifica di corpi umani plastinati. Sono anni che questo allestimento gira per l’Europa e la sua sede principale è ad Amsterdam. I miei genitori me ne avevano parlato perché l’avevano visitata diciassette anni fa a Praga ed io ero molto curioso, quindi mi ci hanno portato a febbraio.

I corpi e gli organi esposti sono reali ed appartenevano a persone che li hanno donati alla scienza quando erano ancora in vita. Il processo di plastinazione consiste nel togliere prima l’acqua presente nei tessuti e poi nel sostituirla col silicone. I corpi e gli organi vengono poi messi in posa per poterli studiare. Ho potuto vedere organi sani confrontati con organi malati. In particolare ho visto i polmoni di un fumatore neri e secchi a confronto con quelli di una persona sana. Ho visto diversi feti nei vari stadi di crescita. Ho osservato tutto l’apparato nervoso che a me sembrava simile alle radici di un albero. Nella parte iniziale dell’esposizione c’erano diversi corpi in posa come se stessero praticando sport (basket, ginnastica artistica ecc.), nella parte finale c’era un corpo sezionato a fette. Si potevano vedere l’apparato circolatorio come se fosse un corallo sottilissimo. C’erano anche un uomo e una donna sezionati a metà che si toccavano per mano ed era così possibile individuare le differenze anatomiche. C’era anche un uomo seduto con le protesi all’anca, alla schiena e al ginocchio. Nell’ultima sala, prima di uscire, erano stati predisposti dei visori VR, che  permettevano con la realtà virtuale di fare dei viaggi all’interno del corpo umano. Con un primo visore era possibile liberare un coagulo di sangue, con il secondo si potevano vedere i danni che provoca la box e nel terzo si viaggiava all’interno del cervello che regolava l’adrenalina durante lo skyding. Il giro è durato quasi due ore, ma non mi sono accorto del tempo impiegato, perché questa esperienza mi ha appassionato molto.

Gaetano Pierri

La libreria più bella del mondo

Chiunque si trovi a viaggiare per il Portogallo, non può fare a meno di fermarsi nel centro storico di Porto, precisamente in Rua das Carmelitas, dove ha sede la libreria più antica del mondo.

Stiamo parlando della Libreria “Lello e Irmao”.

E’ nata nel 1869 quando Ernesto Chardron, un importante curatore editoriale, decise di aprire la sua libreria. Dopo la sua morte agli inizi del ‘900, l’edificio, in stile neogotico e liberty, fu acquistato dalla famiglia Lello, che volle costruire la miglior raccolta del paese.

Oggi la libreria Lello è molto popolare anche a livello internazionale, sia per la sua bellezza architettonica e artistica, sia perché associata ad Harry Potter.

I visitatori raccontano l’atmosfera magica che si respira nel lungo salone dal quale spicca l’imponente scalinata in legno con gradini rossi che conducono verso la parte superiore dove sono riposti libri di ogni genere e lingua!

Una curiosità che stuzzica la mente di chi guarda è il soffitto, che sembra all’apparenza fatto di legno scolpito, ma in realtà è solo gesso dipinto, utilizzato anche per la decorazione delle scale.

Un fattore, non meno importante, che ne ha aumentato la popolarità è legata alla saga di Harry Potter.

Proprio così, l’autrice J.K. Rowling è stata un’assidua frequentatrice della libreria negli anni ‘90, quando viveva e insegnava inglese a Porto.

In quegli anni la scrittrice ne fu fortemente ispirata per ambientare le vicende del suo Harry Potter. Infatti, per gli amanti del celebre mago, è facile riconoscere in questi luoghi le scale di Hogwarts e la libreria immaginaria di Diagon Alley.

In passato l’ingresso era gratuito, ma solo pochissimi acquistavano i libri. Quindi negli ultimi tempi è necessario munirsi di biglietto di ingresso a pagamento, il cui costo sarà poi scalato sull’acquisto di un libro.

Che dire…La libreria, non solo ha un fascino particolare, ma è soprattutto fornita di testi in diverse lingue e merita sicuramente l’acquisto di almeno un libro!

Consiglio a tutti di visitarla, magari più volte, per vivere la magia di questo luogo e specialmente della lettura!

Arianna Manfredi

L’INCOMPRESO…                                             

Chi non ha sentito parlare almeno una volta di Vincent Van Gogh, il famoso pittore olandese vissuto tra il 1853 e il 1890? Un vero “mostro sacro” nel mondo della storia dell’arte. Eppure, non ci crederete mai, durante la sua esistenza Vincent fu davvero “incompreso” e sottovalutato da tutti, chiuso e molto tormentato; la sua vita fu tragica, come lo stile della sua arte.

Raccontare la sua storia fa tristezza. Egli fu sempre perseguitato da un senso di forte malessere ed era considerato da tutti un pazzo, anche se non lo era. Soffriva di allucinazioni, era depresso e aveva continui attacchi di panico dovuti all’abuso di alcol.

L’unico che credeva nelle sue capacità e che lo sostenne sempre fu il fratello Theo, dal quale ricevette aiuto e incoraggiamento sia economico sia, soprattutto, emotivo.

Theo rimase vicino a Vincent fino alla sua morte, avvenuta a soli 37 anni in seguito ad un ferita da arma da fuoco (non si sa se provocata da un omicida o dallo stesso Van Gogh per suicidarsi); corso al suo capezzale, Theo passò con il fratello dodici ore tenendolo stretto tra le braccia e raccogliendo le sue ultime parole: “Questo è il modo in cui volevo andarmene, ci sono voluti pochi istanti e alla fine ho trovato la pace che non sono riuscito a trovare sulla terra”.

Van Gogh dipinse molti quadri, se ne contano addirittura 1024.

Si tratta per lo più di paesaggi, di squarci o di ritratti estremamente espressivi e intensi.

Siamo sicuri che alcuni li avete visti, magari senza sapere che fossero suoi.

Eccovene tre tra i più noti.

La Camera di Van Gogh: un dipinto che raffigurava la sua piccola camera
La notte Stellata: per noi rappresenta la serenità di una notte; i colori che usa sono il giallo e il blu (il giallo per la serenità e il blu per la calma)
L’autoritratto, con in testa un cappello di feltro grigio.

Rita Capurso e Francesco Iacobbe

IL TRIANGOLO ISTITUZIONALE

Tra i diversi tipi di triangoli ce n’è uno che influenza la vita quotidiana di tutti noi, cittadini europei, o meglio dell’Unione Europea: si tratta del TRIANGOLO ISTITUZIONALE. Non si studia in matematica, ma in geografia, se siete curiosi di sapere di cosa si tratta, leggete questo articolo!

Il “triangolo istituzionale” comprende i tre principali organi dell’Unione Europea:

  1. il Consiglio dell’Unione Europea, che rappresenta i singoli Stati membri ed è composto dai rappresentanti dei governi membri dell’Unione Europea (UE);
  2. il Parlamento Europeo (PE), che rappresenta i cittadini ed è eletto direttamente da loro; 
  3. la Commissione Europea, che ha il compito di difendere gli interessi generali dell’UE ed è composta da un commissario per ogni stato membro.

L’ UE prende le decisioni sotto la supervisione della Commissione Europea, considerando sia le richieste cittadini (PE) sia quelle degli Stati membri (Consiglio).

Semplificando le cose si può dire che la Commissione Europea fa le proposte legislative, mentre il Parlamento ed il Consiglio le approvano.

Tra i tre organi dell’UE, quello che trovo più importante è  il PE perché rappresenta gli interessi di tutti i cittadini europei e quindi anche i miei. Questo ha sede a Strasburgo e viene eletto ogni 5 anni dai cittadini degli Stati membri. Il numero degli eurodeputati è proporzionale alla popolazione di ciascuno stato. Il presidente viene eletto con  un mandato di due anni e mezzo. L’ attuale presidente è la maltese Roberta Tedesco Triccas Metsola che è entrata in carica dopo la morte dell’italiano David Sassoli, a gennaio 2022.

Ma quali sono i poteri del PE?

  1. Il PE ha potere legislativo: il Parlamento, insieme al Consiglio, è responsabile dell’adozione della legislazione dell’UE. 
  2. Il PE ha potere di bilancio: il Parlamento e il Consiglio devono accordarsi sul bilancio annuale dell’UE. 
  3. Il PE ha potere di controllo: i deputati vigilano sull’attività della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE.

Chi volesse approfondire l’argomento, può consultare il sito istituzionale del Parlamento Europeo: https://www.europarl.europa.eu/portal/it.

Entrando vi è una sezione “Attualità” nella quale sono riportati l’ordine del giorno e l’agenda del presidente. Vi è anche una sezione nella quale è riportato l’elenco completo dei deputati e una che fornisce  informazioni sui compiti, poteri, organizzazioni, procedure del PE e tanto altro ancora.

Mi sono chiesto cosa ci fosse oggi in agenda, ebbene oggi nell’agenda del Presidente alle 10.30 vi è stata una riunione online con il rappresentante della Camera dei Comuni inglese Sir Lindsay Hoyle.

Dalle 11.30 alle 12.00 vi è stata una conferenza stampa: “Il lancio della relazione giuridica e accademica indipendente – La difesa dell’unità irlandese nell’UE”.

Il giovedì nel PE ci sono le Commissioni parlamentari: giovedì scorso se n’è tenuta una sul mercato interno e la protezione dei consumatori e il 12 gennaio è in programma una sui reati finanziari, l’evasione fiscale e l’elusione fiscale. Abbiamo parlato proprio oggi dei paradisi fiscali, a proposito di Andorra e sarei proprio curioso di sapere cosa diranno in commissione.

Alberico Nigri

GAE AULENTI

Avete mai sentito parlare di Gaetana (meglio conosciuta come Gae) Emiliana Aulenti? I vostri genitori e gli adulti in generale sicuramente sì, ma tra noi ragazzi forse questa signora non è tanto nota. Beh, dovete sapere che fu una delle prime architette e art designer non solo italiane ma internazionali e che con la sua attività voleva trasmettere un messaggio, ossia che anche le donne possono e devono farsi valere in campi tradizionalmente dominati dagli uomini.

Nata il 4 dicembre 1927 e morta il 31 ottobre 2012, visse parte della sua giovinezza durante il terribile periodo della seconda guerra mondiale. Un giorno la sua scuola e tutti i luoghi che lei amava furono distrutti da un bombardamento. Fu allora che Gae, non sopportando la vista delle macerie, fece una promessa a se stessa: “Un giorno ricostruirò tutto”. E infatti, quando la guerra finì, studiò come architetta, diventando una delle poche donne coinvolte nella ricostruzione dell’Italia.

Le sue idee sull’architettura sono davvero affascinanti: Gae considerava l’architettura soprattutto come un modo per manipolare lo spazio con la luce; e proprio la luce, soprattutto quella naturale, era per lei fonte di ispirazione, tanto che diceva spesso che “una finestra di giorno è una bellissima lampada”. Quando le chiesero di trasformare la vecchia stazione Gare d’Orsay di Parigi in un museo (il famosissimo Museo degli Impressionisti) progettò un edificio con tantissime vetrate che lasciassero fluire la luce esterna, in modo che i quadri esposti potessero cambiare “a seconda del cielo di Parigi che è un cielo di nuvole in movimento, di luci abbaglianti”. Non è emozionante sentire queste parole?

Se non avete mai visto le opere di Gae, vi consigliamo di cercarle sul web (o, meglio, di andarle a vedere dal vivo) e di godervi lo spettacolo! Tra le altre vi indichiamo, per esempio, le sue numerosissime ristrutturazioni, come quella di Palazzo Grassi a Venezia, delle ex Scuderie del Quirinale a Roma, del Piazzale Cadorna a Milano, del Palazzo Branciforte a Palermo.

Chiudiamo questo nostro breve articolo con una frase davvero significativa di Gae:

“Mi fa imbestialire la ghettizzazione in genere, a cominciare da chi dice: come architetto ho preso una donna”.

Rita Capurso, Emanuela Gusman

“INTORNO A NOI”

Martedì 6 giugno, presso la libreria “Quintiliano”, ospiti della libraia del quartiere Marina Leo, gli alunni della 3C hanno avuto la possibilità di allestire una suggestiva mostra fotografica.

Questa ha rappresentato il momento conclusivo di un progetto nell’ambito del quale si sono cimentati a rappresentare, attraverso delle fotografie, alcuni degli aspetti più significativi della loro quotidianità.

Ad accompagnarli in questo “percorso” è stata la professoressa di Arte Anna Laudisa.

Dopo una breve introduzione sulla fotografia, a cura di un Carmelo Colelli, grafico e scrittore, e della professoressa Patrizia Sollecito, ogni ragazzo ha presentato i propri scatti, rendendoci partecipi della sua visione del mondo e del significato che attribuisce ai piccoli pezzi della quotidianità nella quale vive.

Tutte le fotografie sono davvero molto belle e significative: osservandole e ascoltando le parole dei giovani fotografi abbiamo potuto riflettere su come  un’immagine apparentemente semplice, o addirittura banale, possa invece dire tanto ed essere letta in molti modi  diversi, a seconda della storia e delle esperienze di chi la osserva.

Di seguito trovate alcuni scatti, che potrete ammirare dal vivo ancora per una settimana presso la libreria “Quintiliano”, in via Arcidiacono Giovanni 9 a Bari.

I biscotti:

Rebecca Fiore, immortalando i biscotti, ha voluto rappresentare il calore familiare e il valore delle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.

La Focaccia:

La focaccia, di Enrico Bottiglieri

il cibo che tutti noi baresi amiamo e che è più di un buon cibo, è il calore dell’appartenenza alla propria città.

Il Panificio di Cristian Ferrandina:

Il Panificio, di Christian Ferrandina

Immortalando uno scorcio di uno dei panifici più popolari della zona, il fotografo ha voluto poggiare lo sguardo sulla tradizione e l’amore, ingredienti grazie ai quali si possono fare imprese importanti e durature.

Le infermiere, di Roberta D’Alessandro

In questa foto si rende onore a chi, con umiltà e dedizione, soprattutto in questo periodo di pandemia, ha salvato  e salverà molte persone.

L’ ufficio :

L’Ufficio, di Giorgia Fanelli

Giorgia Fanelli. attravesro questa fotografia, ha voluto imprimere su carta la propria ammirazione verso il padre, il quale ha lottato per raggiungere il suo sogno, ovvero essere a capo di alcune aziende  meccaniche .

Alla conclusione del pomeriggio, i ragazzi hanno distribuito  dei bigliettini di cartoncino, con scritte sopra delle frasi che riassumono le sensazioni che provano ammirando i propri scatti. Vi riportiamo le parole che più ci hanno colpito:

Un mondo nuovo è possibile con l’aiuto di tutti

Passione lavoro amore e focaccia”    

Le cose più importanti sono le più semplici

Dolcezza  e divertimento

In conclusione dell’incontro, Carmelo Colelli ci ha mostrato la sua vecchia macchina fotografica  e alcuni suoi scatti e, soprattutto, ci ha dispensato dei preziosi consigli:

per scattare una foto davvero significativa bisogna trovare l’attimo giusto e fotografare non solo cercando di fare la foto “bella” ma di catturare l’emozione del momento.

Inoltre ci ha spiegato che per poter fotografare bene bisogna essere  creativi e competitivi, solo con noi stessi però, e solo al fine di spronarci a migliorare sempre  di più.

Luca Delle Grazie e Sara Medici