Dipendenza dai dispositivi tecnologici: una vera e propria droga!

Al giorno d’oggi spesso noi ragazzi siamo letteralmente schiavi della tecnologia; quest’ultima è nata per migliorare la nostra società, ma molti di noi ne diventano dipendenti senza rendersene conto. L’uso eccessivo dei dispositivi elettronici è una vera e propria dipendenza, caratterizzata dal ricorso morboso a strumenti comuni e diffusissimi come lo smartphone o il computer.

Questo fenomeno interessa soprattutto la popolazione giovanile e causa degli effetti negativi come nervosismo, agitazione, mal di testa…

Molte volte, quando mi ritrovo con alcuni amici, noto come loro siano vittime e dipendenti da social come TikTok o simili tanto da non essere lì con me che sono davanti a loro, ma da divertirsi con persone che a volte neppure conoscono e che sono lontanissime.

Mi interrogo spesso sullo stato d’animo di coloro che soffrono di questo tipo di dipendenza: possono essere definiti felici? Sono sereni? Sono contenti del rapporto che hanno con se stessi e con gli altri? Si sentono parte della società in cui vivono?

Io credo che la risposta a tutte queste domande non è quasi mai positiva, perchè la necessità di utilizzare in modo spasmodico gli smartphone o i social media lascia trasparire una mancanza di benessere interiore e soprattutto la necessità di occupare il tempo perché sopraffatti dalla noia, dall’incapacità di fare altro, dalla superficialità dei rapporti.

Cosa possiamo fare per disintossicarci dagli smartphone, tablet, computer e da tutti gli strumenti tecnologici?

La risposta è tornare ad essere delle persone e non degli zombie, riscoprire la bellezza e la ricchezza della vita, prenderci del tempo per noi stessi, socializzare, passeggiare senza dimenticarci di guardare ciò che ci circonda.
Insomma, riprenderci la nostra vita!

Giorgia Dentuto.

INTERNET, SOCIAL E STATISTICA

Tutte le attività che noi ragazzi quotidianamente svolgiamo, che vanno dallo studio allo svago, sono accompagnate da un massivo utilizzo dei dispositivi elettronici e della rete internet. Ma quanto tempo impieghiamo per l’utilizzo di tali dispositivi? Come e per cosa li utilizziamo? Svolgiamo un uso corretto della rete?

Per rispondere a queste domande nate nell’ambito della riflessione sul tema della cittadinanza digitale, noi ragazzi di 1L abbiamo svolto un’indagine statistica all’interno della nostra scuola. Come dei veri giornalisti, abbiamo individuato gli ambiti principali di indagine, preparato un questionario che abbiamo somministrato a 165 alunni della nostra scuola, analizzato i dati con l’aiuto della statistica e presentato i risultati ai nostri compagni di classe.

In seguito alla nostra analisi è emersa un’importante evidenza per quanto riguarda l’uso dei dispositivi elettronici connessi ad internet: più di 1⁄3 dei campioni utilizza questi ultimi per oltre 3 ore al giorno, con circa 2 ore di navigazione sui social e/o 2 ore in rete.

Se ne può dedurre che la nostra generazione è estremamente in contatto con il mondo esterno sin da giovane età (si parla di dodicenni nella maggior parte dei casi), il che per certi aspetti è sicuramente un vantaggio se pensiamo alla facilità con la quale le informazioni vengono divulgate sulla rete, ma potrebbe anche presentare dei pericoli.

Uno di questi sono sicuramente le fake news: dalle indagini effettuate si evince che gli utenti sono continuamente esposti a questo tipo di truffe, visto che 70 studenti su 165 hanno dichiarato di essersi imbattuti in almeno 5 fake news nel corso della loro esperienza di “navigatori” nella rete.

Un altro pericolo di internet sono le strane “amicizie” che si stringono tra utenti di cui si sa pochissimo: sui social, infatti, è facilissimo dare una falsa immagine di sé e costruirsi un’identità digitale che non corrisponde a quella reale.
Purtroppo dalla nostra indagine è emerso che la maggior parte dei ragazzi si fida abbastanza di queste “amicizie”, il che vuol dire che la nostra generazione pecca di ingenuità ed è facilmente manipolabile.

Altre informazioni ricavate dalla nostra analisi sono che la maggior parte dei soggetti preferisce usare internet per divertirsi e per sconfiggere la noia. Una gran parte degli alunni preferisce utilizzare Tik Tok rispetto agli altri social. Inoltre quando si naviga su internet molti alunni provano divertimento ma stranamente la maggior parte continua a sentirsi indifferente nei confronti di quello che sta facendo.

Laura Guitto

INTERVISTA A FERDINANDO NAPOLI DI EDILPORTALE

Mossa dall’intenzione di intervistare imprenditori baresi che si sono distinti per innovazione e lungimiranza, mi sono imbattuta in diverse imprese innovative, alcune  sturt-up, altre già consolidate anche a livello internazionale.

L’intervista che segue riguarda una delle eccellenze che Bari può vantare e di cui il nostro territorio ha bisogno. Con questa intervista vorrei offrire degli spunti di riflessione a tutti i ragazzi che sono in procinto di intraprendere un nuovo percorso di studi, con la speranza che questo possa facilmente introdurli in ambienti lavorativi appaganti e stimolanti. 

Mi racconta in poche parole di cosa si occupa la sua azienda?

La mia azienda gestisce portali internet per l’edilizia, l’architettura, il design e l’arredamento.

Questi portali sono: edilportale.com, archiproducts.com, archiportale.com e archilovers.com. L’azienda, oltre a essere un punto di riferimento per tutti i lavoratori di questi settori, architettura, arredamento e design, è uno dei più grossi e-commerce internazionali di prodotti di arredo ed edilizia; per cui possiamo essere contattati sia dai lavoratori sia dalle aziende.

Com’è nata l’idea di fondare un’azienda del genere?

L’idea è nata nell’anno 2000 (anno in cui non esistevano social come google, facebook, ossia di un’epoca pioneristica per il web) allo scopo di creare uno strumento che desse un’utilità a tutti i progettisti, gli ingegneri e gli architetti, insomma a professionisti quali noi siamo. 

L’azienda è stata fondata da quattro ingegneri edili e architetti del Politecnico di Bari, che hanno ideato un modo per mettere online le informazioni sui prodotti in modo che fossero sempre ricercabili.

Il fatto di essere al sud Italia ha creato qualche ostacolo nel momento i cui dovevate iniziare? Se foste stati una start-up al nord Italia, quali dinamiche sarebbero cambiate? Avreste avuto opportunità in più?

Ci sono stati dei pro e contro: nel 2000 una start-up web del sud Italia aveva in un certo senso meno credito e fascino di una del nord, ma, allo stesso tempo, ha goduto anche di vantaggi grazie al fatto che è stato più facile e più economicamente sostenibile avere alte professionalità in un mercato come quello del sud Italia, dove queste professionalità avevano una domanda minore di quanta ce ne potesse essere altrove.

Nel tempo il fatto di essere a Bari è diventato un plus, un motivo di fascino- vantaggio. Una punta d’orgoglio questa, ogni volta che in seguito abbiamo sentito dire: “da Bari sono riusciti a fare tutto questo”.

Quanto il web può dare supporto ad attività quali quelle legate ad architettura, edilizia e marketing?

E’ la base del nostro lavoro, nel senso che per fare edilizia e architettura bisogna comunicare con il web attraverso la pubblicizzazione dei prodotti ossia rendere noto a chi progetta l’esistenza e le caratteristiche di alcuni progetti.

Visto che il settore dell’informatica è in continua evoluzione, immagino che siate sempre allerta rispetto ai segnali di novità che il mercato offre. Quali sono le prospettive di crescita e in quale direzione va la vostra azienda?

L’azienda comprende 160 dipendenti, con sedi a Bari e a Milano; la nostra prospettiva è quella di un ulteriore internazionalizzazione. Anche se il nostro portale è visibile in tutto il mondo siamo più seguiti in Europa, vorremmo, quindi, espanderci negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nei paesi Asiatici.

In questi due anni e mezzo di pandemia come avete affrontato da un punto di vista pratico l’organizzazione del vostro lavoro?

Abbiamo fatto ricorso allo smart working e tutt’ora lo utilizziamo se si verifica un contagio. Essendo il nostro tipo di lavoro propenso all’uso di apparecchi informatici, è stato molto facile adattarsi alla nuova modalità.

Si parla tanto di metaverso, siete proiettati in questa nuova “dimensione”? Se sì, in che modo?

Il metaverso per noi non è una novità: infatti esiste fin dai tempi del web perché sono stati promossi i prodotti come second life cioè l’idea di avere degli universi paralleli in cui in modo virtuale esistano delle rappresentazioni di ciò che esiste nel mondo fisico. Soprattutto in ingegneria e in architetture si usa il metaverso per modellare tridimensionalmente un manufatto. Noi immaginiamo che in futuro il metaverso sia più simile a un multiverso, con n. metaversi ognuno caratteristico di un proprio ecosistema, dove ogni comunità possa realizzare un proprio metaverso vincente. Molto più interessanti sono le tematiche di intelligenza artificiale, applicate alla progettazione.

I rapporti interni tra voi e i dipendenti come sono? 

Viviamo un ambiente di lavoro invidiabile rispetto alla stragrande maggioranza delle aziende italiane ed europee. Da 22 anni attuiamo una politica di fair play assoluto nei confronti dei nostri dipendenti, non facciamo ricorso a espedienti come i modelli di lavoro in cui il lavoratore viene sottopagato. Crediamo di avere un clima aziendale molto favorevole soprattutto nel contesto del sul Italia, dove la media di aziende rispetto a queste tematiche non è quella del nord Italia.

Le figure professionali che voi ricercate, quale percorso di studio hanno svolto? Può dare un indirizzo a noi ragazzi?

Noi abbiamo diverse professionalità ossia ingegneri e architetti, anche i nostri giornalisti sono esperti di ingegneria e architettura e vengono da un percorso di studi che è quello di edilizia e architettura o design industriale. Oltre a loro abbiamo esperti di marketing e comunicazione digitale compreso il mondo di social media managment, dove abbiamo percorsi legati al mondo delle scienze della formazione. Abbiamo una quarantina di informatici che sono i nostri sviluppatori web.

Mi racconta due aneddoti, uno riguardo la fase di formazione dell’azienda quando eravate una start-up e un aneddoto simpatico che le è rimasto in mente.

Una cosa che raccontiamo spesso di quando siamo nati è che la prima idea di edilportale ci è venuta perché uno dei miei soci, Enzo, mentre eravamo a un master in Regno Unito, mi disse: <<ci possiamo inventare qualcosa per vendere le chianche>> (pavimentazione in pietra) che lui aveva in una villa rurale, gli risposi: <<esiste internet, possiamo scattare delle foto avere delle informazioni sul prodotto e mettendoci un prezzo potremmo provare a venderlo>>. Nel 2000 questa idea è stata dirompente, invece, adesso nel 2022 sembrerebbe un’idea banale.

Un aneddoto che fa sorridere sulla meridionalità è che Piero Gandini, una persona molto nota nel nostro campo, si è reso conto di tutto quello che avevamo fatto e ci disse: <<Mamma mia!! Pensate che avete fatto tutto questo stando a Bari, immaginatevi che cosa avreste potuto fare se foste stati a Milano!!>>.

Riesce a conciliare la vita privata con la vita lavorativa?

Sì, assolutamente sì.

Come immagina il futuro della sua azienda?

Immagino la mia azienda a livello più internazionale, più di quanto non lo sia già e probabilmente anche più orientata alla realizzazione di configurazioni virtuali, cioè fino oggi la maggior parte dei prodotti che noi promuoviamo, lo facciamo attraverso immagini, sempre di più questi prodotti avranno una “vita” tridimensionale.

Vi interfacciate con scuole e università del territorio per capire le tendenze future che possono ampliare la vostra visione? Per esempio avete idea delle richieste delle giovani generazioni?

In realtà sono le scuole che si rivolgono a noi per capire quali saranno le tendenze del futuro per formare i propri ragazzi in modo tale che abbiamo la possibilità di creare valore in un mondo che è molto competitivo e accelerato.

Molto spesso noi collaboriamo con le università in modo tale da aiutare a preparare i ragazzi per il mondo del lavoro.

Avrebbe mai pensato che la sua azienda potesse avere questo successo?

Quando si inizia un’attività imprenditoriale devi per forza pensare di avere successo investendo tempo, risorse per l’azienda.    

Grazie infinite per questa intervista, dottor Napoli.

Giulia Gentile

FNAF, un videogioco horror?

Five nights at Freddy’s, meglio conosciuto come FNAF, è un videogioco survival horror sviluppato nel 2014 da Scott Cawthon, con una ambientazione macabra, buia ed inquietante.
Il personaggio principale, la guardia Mike, lavora al Freddy Fazbear’s Pizza, luogo di divertimento per famiglie dove, oltre alla ottima pizza, risiedono degli animatronici. Tra questi troviamo Freddy Fazbear la mascotte, Bonnie il coniglio, Chica la gallina e Foxy la volpe pirata, personaggi un po’ inquietanti dato che ad alcuni mancano parti del corpo (braccia, occhi o gambe).
Di giorno gli animatronici muovono solo gli arti superiori e il busto per ballare; di notte, invece, si animano e sono liberi di andare in giro per la pizzeria. Il titolare vuole che ci sia una guardia, per fare in modo che i robot non danneggino la pizzeria. Infatti gli animatronici credono che il corpo della guardia sia un endoscheletro e che debba essere inserito in un cosplay di Freddy.
Il giocatore, che ricopre il ruolo della guardia notturna, ha la visuale in prima persona e ha come obiettivo quello di sopravvivere per cinque notti, da mezzanotte alle sei del mattino. La difficoltà è crescente. Durante la partita bisogna tenere d’occhio gli animatronici tramite le telecamere di sicurezza, assicurandosi che non
raggiungano e uccidano la guardia notturna. Dal momento in cui uno degli animatronici scompare dalle telecamere, la vita della guardia è in serio pericolo. Gli animatronici possono raggiungere l’ufficio passando per le due entrate laterali, dove sono installate delle luci che fungono da rilevatori della presenza dei robot
ma solo a porte chiuse. L’uso di questi strumenti di controllo (luci, telecamere, porte) sottrae energia al generatore della pizzeria con il rischio che, nel caso in cui l’energia si esaurisca, l’intero sistema si spenga.
Se il giocatore si trova faccia a faccia con Freddy, che sbuca dalla porta di sinistra mentre suona una melodia, viene ucciso. A questo punto scatta un “jumpscare”, l’urlo terrificante che accompagna il gesto violento dell’animatronico che ti assale, spalanca le fauci o mostra gli artigli prima di ucciderti).
Questa è la parte più spaventosa del gioco: non si vede sangue né altro di raccapricciante ma solo questo animatronico che, senza alcun preavviso, sembra saltarti addosso uscendo dal video e lanciando questo urlo paranormale. Detto così potrà sembrare una cosa da niente, ma in realtà quando si gioca è tutt’altro. Ai
jumpscare bisogna aggiungere l’ansia che viene quando si capisce che si sta scaricando la batteria delle telecamere, della torcia e delle porte, o quella derivata dalla suspance.
Proprio come in un racconto horror, in questo gioco predominano elementi (ambientazione, personaggi mostruosi, suspance, picchi di tensione emotiva) che accompagnano il giocatore in avventure paurosissime.

Giosuè Bennardo e Matteo Bonifazi

Alieno Arcanum, l’hypercar elettrica più potente di sempre

Sei un amante delle auto, ma ti dicono sempre cose riguardanti le solite supercar? Allora devi conoscere assolutamente questa!

L’Alieno Arcanum è un prototipo bulgaro 100% elettrico molto somigliante alla Lamborghini Aventador LP 700-4.

Di quest’auto ci sarebbero diverse versioni di motori che sviluppano naturalmente potenze diverse.

Versione: RP2, RP3, RP4, RP5
Potenza: 2610 cv, 3481 cv, 4351 cv, 5221 cv

Peso: 1620/2520kg, 1740/2640kg, 1860/2760kg, 1980/2880kg

Motori: 12, 16, 20, 24

Coppia motore: 4440 nm, 5920 nm, 7400 nm, 8880 nm
Velocità max: 488 km/h, 527 km/h, 548 km/h, 614 km/h


Si stima che possa fare 0-100 km/h in 0.5 secondi nella versione RP5. In particolare il prototipo RP5 ha raggiunto, in pochi secondi i 614 km/h, meritando il titolo della più veloce auto elettrica al mondo senza nulla togliere alla certezza di tenerne il controllo anche a velocità così estreme. 

Essendo un’auto estremamente potente, è dotata di sistema di sicurezza testati con oltre 600 sensori di sicurezza.

Ha un raggio di sterzata molto alto, ma controllato molto bene. Monta dei cerchi e pneumatici posteriori da 21 pollici, pneumatici e cerchi anteriori da 20 pollici in  versione strada e tracciato, in versione race pneumatici e cerchi da 19 pollici.

Quest’auto, per oltre metà totalmente in carbonio, avrà interni che assomigliano molto a quelli di un’astronave. La carrozzeria sarà disponibile nei colori nero con dettagli blu oppure nero con dettagli gialli.

Quanto al pezzo di questa navicella spaziale a 4 ruote, sembra che si aggirerà intorno ai 750.000 euro per il modello base fino ai 1,5 milioni per le versioni più accessoriate.

Ha una batteria che sviluppa dai 60 ai 180 kilowatt (KW) che le permettono una ricarica dai 30 ai 5 minuti per quella da 180 kw e, in base alla batteria che monta, può avere un’autonomia di percorrenza che varia dai 340 ai 1020 km.

Questo fantastico sogno un giorno forse diventerà realtà e sarà ufficialmente in vendita. Aspettiamo con ansia notizie dalla casa azienda automobilistica bulgara Alieno.

Gianvito Campanati

A CACCIA DI POKEMON

Avete mai fatto una caccia ai Pokemon nella realtà?

Ecco a voi “Pokemon GO”!


Pokémon GO è un videogioco di tipo free-to-play, basato su realtà aumentata geolocalizzata con GPS, sviluppato da Niantic per i sistemi operativi mobili iOS e Android e disponibile su tutte le piattaforme a partire dal 2016.

L’idea originale del gioco risale, però, al 2014 quando Satoru Iwata – il presidente della Nintendo – e Tsunekazu Ishihara – all’epoca a capo della The Pokémon Company -, in collaborazione con Google realizzarono un pesce d’aprile dal nome Pokémon Challenge, che consisteva nella ricerca dei Pokémon all’interno del servizio Google Maps.

Ishihara si era accorto che combinando l’esperienza maturata nel progetto Pokémon Challenge con le potenzialità di Ingress, un gioco di realtà aumentata sviluppato da Niantic di cui lui e la moglie erano fan, era possibile realizzare un nuovo prodotto. Niantic utilizzò i dati di Ingress come base per determinare i luoghi dove collocare i Poké Stop e le Palestre che compaiono nel videogioco.

Ma torniamo all’amatissimo Pokemon GO.

Al principio del gioco al giocatore viene data la possibilità di catturare un Pokémon iniziale, potendo scegliere tra Bulbasaur, Charmander, Squirtle e anche il celeberrimo Pikachu. Il protagonista può incontrare e catturare Pokémon selvatici nell’ambiente reale, o affrontarli all’interno di “palestre” sparse sul territorio. È possibile ottenere Poké Ball e altri strumenti presso i Pokéstop, aprendo i Pacchi amicizia oppure utilizzando le monete del gioco, le Pokémonete. Le lotte si tengono generalmente nelle Palestre, anche se, in alcune circostanze, si può lottare contro gli amici: mai, però, contro i Pokémon selvatici.

Il potenziamento dei Pokémon è affidato a due fattori, che si possono ottenere solo catturando altri Pokémon, ovvero la polvere di stelle e le caramelle: la polvere di stelle è spendibile per qualsiasi Pokémon, mentre le caramelle utilizzabili sono differenti per ogni tipo di Pokémon e possono essere spese solo in casi particolari.

I Pokéstop corrispondono a luoghi caratteristici del mondo reale posizionati in luoghi pubblici, come ad esempio parchi, piazze e monumenti. Sono segnalati sulla mappa da cubi blu che fluttuano: quando il giocatore è abbastanza vicino ad un Pokéstop, il cubo si trasforma in un disco blu.

Dopo che il giocatore raccoglie gli strumenti dal Pokéstop, questo diventa viola e non è più utilizzabile per 5 minuti. Quando un Pokémon appare, si deve fare un tap col dito per entrare nella modalità cattura, che può anche utilizzare la fotocamera del dispositivo per simulare la presenza del Pokémon nel reale ambiente circostante. Un tiro preciso, quando il cerchio è particolarmente stretto, può portare a maggiore successo nella cattura. Anche ruotare la Poké Ball (tiro “curvo”) può aumentare le probabilità di successo.

Su lungofiumi, lungolaghi, lungomari, e talvolta presso grandi fontane, si può assistere all’apparizione di alcuni Pokémon. L’apparizione dei Pokémon avviene su determinati “nidi”, a intervalli variabili.

A partire dal livello 5 il giocatore, cliccando su una Palestra che si trova nella mappa, può scegliere la squadra a cui appartenere: il Team Istinto (giallo), capitanato da Spark, il Team Saggezza (blu), capitanato da Blanche, o il Team Coraggio (rosso), capitanato da Candela.

Ogni palestra contiene un Poké Stop, che consegna un numero maggiore di strumenti se il colore della palestra è uguale a quello della squadra del giocatore, oppure, se le palestre senza squadra sono bianche, la si può conquistare mettendoci un proprio Pokémon. Vi sono stati accumulati punti sbloccando le medaglie relative a quella palestra. Un cuore pieno fa apparire i punti salute al massimo, che decrescono via via che il cuore si svuota, o per effetto del tempo trascorso, o per effetto delle lotte. Quando i punti salute scendono a zero, il Pokémon torna al suo proprietario.

Nell’estate del 2017 è stata introdotta una nuova modalità di gioco multi giocatore, denominata Raid. Grazie a questa nuova modalità, sono stati introdotti nel videogioco dei Pokémon di rarità leggendaria come ad esempio Lugia, Rayquaza e Mewtwo corazzato. Ciascun Pokémon ha a disposizione  due tipi di mosse: l’attacco normale, detto attacco veloce, che si attiva con il tap ripetuto sullo schermo, e quello speciale, detto attacco caricato, che si attiva cliccando su un’icona circolare.

Nel 2020, in concomitanza con le restrizioni globali al movimento individuale legate alla pandemia di Covid-19, sono stati introdotti alcuni bonus per giocare anche se impossibilitati a spostarsi, e la possibilità di fare raid a distanza tramite un apposito biglietto.

Vincenzo Metta e Giuseppe Monte

UNA VITA LEGATA A PIÙ PIANETI

Starbase, Boca Chica (Texas), veberdì 11 febbraio 2022, ore 9.00 (3.00 a.m., ora italiana): alla base di lancio del razzo Starship di SpaceX, Elon Musk (CEO e CTO della compagnia aerospaziale SpaceX, CEO e product architect della casa automobilistica Tesla, cofondatore e CEO di Neuralink, presidente di SolarCity, fondatore di The Boring Company, cofondatore di PayPal e OpenAI, ideatore di Hyperloop) illustra l’opportunità per il genere umano di diventare una specie multi-planetaria. E dice di più: se si guarda al modo in cui il genere umano sta “salvaguardando” il Pianeta Terra, tale un’opportunità potrebbe presto trasformarsi in una necessità, anzi nell’unica possibilità di salvezza.

Per rendere l’uomo multi-planetario, è necessario Starship. È questo il nome del sistema di lancio molto evoluto che permetterà alla specie umana di diventare interplanetaria; ed è questo il nome della navicella vera e propria, che non solo renderà possibile il trasporto degli umani, ma che potrà essere utilizzata anche come cargo nel caso fosse necessario.

Punto fondamentale che ha sempre caratterizzato l’agenzia spaziale americana di Musk è la possibilità di riutilizzare tutti i componenti del sistema di lancio, dal booster principale alla navicella vera e propria. A questo proposito, negli ultimi anni SpaceX ha mostrato al mondo intero risultati davvero inaspettati: per esempio, la riutilizzabilità del Falcon 9 (altro razzo ideato dall’azienda statunitense) è stato qualcosa a cui in pochi avrebbero creduto. Eppure, ad oggi, il vettore di Elon Musk ha già superato le 100 riutilizzazioni, totalizzando 144 lanci e 106 atterraggi avvenuti con successo. Di fatto, il Falcon 9 ha registrato un costo di lancio per kg verso l’orbita circa 20 volte inferiore rispetto a quello dello storico Space Shuttle.

La NASA ha annunciato di voler tornare sulla luna, dopo circa 50 anni di assenza, proprio attraverso questo mezzo e sarà sempre attraverso Starship che si potrà realizzare il sogno dell’imprenditore statunitense, ovvero la colonizzazione di Marte. Si calcola, infatti, che per creare una comunità indipendente sul pianeta rosso sia necessario l’invio di 1 milione di tonnellate di materiale e Starship, con la sua capacità di carico massimo pari a 150 tonnellate, è l’unica navicella che attualmente permetterebbe un’impresa simile.

Nei prossimi mesi si prospettano tante attività importanti per SpaceX, tra cui il primo lancio orbitale annunciato da Musk entro il 2022. Questi mesi saranno cruciali, dato che è attesa una valutazione dell’impatto ambientale dalla Federal Aviation Administration (FAA), che decreterà la possibilità o l’impossibilità di effettuare il lancio presso il sito e l’infrastruttura di Boca Chica.

Sarà Musk l’uomo che riuscirà a rendere la fantascienza “la vera scienza”?

Mario Recchia (Liceo delle Scienze Applicate Margherita Hack)

ANIME: FORSE NON SAPETE CHE… parte seconda.

Avventura

  1. My Hero Academia (titolo originale: 僕のヒーローアカデミア Boku no hīrō akademia , in streaming su Netflix (season 1-2) e su Anime Saturn (season 1-5)- Izuku Midoriya, uno studente delle scuole medie affascinato dagli eroi fin dall’infanzia, ha sempre sognato un giorno di entrare a far parte di questa cerchia, ispirato soprattutto dalle gesta dell’impavido All Might, l’eroe più potente mai esistito e considerato da tutti come il simbolo della pace. Tuttavia Izuku è un ormai raro essere umano nato senza Quirk, ragione per cui egli viene continuamente deriso dai suoi coetanei che lo chiamano dispregiativamente Deku prendendo esempio da Bakugo. Izuku però non si arrende e, pur non essendo dotato di poteri, cerca lo stesso di seguire sempre il suo ideale di giustizia, tanto che un giorno il suo ardore verrà notato da All Might stesso, il quale deciderà di donargli il suo Quirk.
  2. Fairy Tail (titolo originale:フェアリーテイル Fearī Teiru” in streaming su Netflix (season 1-3) da 100+ episodi per stagione (sono nove stagioni di cui sesta,settima,ottava e nona non ancora pubblicate  in Italia e la nona non è  ancora stata pubblicata  in Giappone) La storia narra le avventure di Lucy, una giovane scappata di casa per diventare una maga, e di Natsu, un ragazzo che gira il mondo in cerca del drago Igneel insieme al suo fidato compagno, il gatto blu Happy. I due fanno parte della gilda più famosa del loro paese: Fairy Tail.
  3. The Seven Deadly Sins (titolo originale:七つの大罪 Nanatsu no taizai-in streaming su Netflix con 2 film e app dedicata all’anime) I Seven Deadly Sins erano un gruppo di sette cavalieri, considerati i più forti della regione della Britannia, ognuno dei quali rappresentava uno dei sette peccati capitali, per via di una colpa da loro commessa in passato. … La loro presunta sconfitta avvenne per mano dei Cavalieri Sacri del regno.
  4. Made In Abyss (titolo originale:メイドインアビス “Meido in Abisu”, in streaming su Netflix) Nella storia, un’enorme voragine chiamata “l’Abisso” è l’ultimo posto inesplorato del mondo. Nelle sue profondità si nascondono strane creature, insieme a preziose reliquie del passato, che affascinano gli esseri umani che si spingono a esplorarlo, soprannominati “Cave Raiders”.
  5. Inuyasha (titolo originale:犬夜叉 Inuyasha, in streaming su Netflix  dalla 1-6 su 7 stagioni + 4 film e il final act) Giappone, epoca Sengoku. Inuyasha, un mezzo-demone, ruba da un villaggio la Sfera dei Quattro Spiriti, un oggetto che può accrescere enormemente i poteri di un individuo (demoni o uomini dallo spirito maligno). … Vi trova Inuyasha, ancora sigillato in un sonno magico di cinquant’anni.

Avventure di liceali

  1. Karakai jōzu no Takagi-San (traduzione: L’abile stuzzicatrice Takagi (pronuncia del nome: TagaChi no TagaGi come molti dicono) in streaming  su Netflix con però solo la stagione 2, per la stagione 1 bisogna prenderlo su Anime Unity  con pure un episodio speciale) Nishikata è uno studente di scuola media che viene costantemente preso in giro dalla sua compagna di banco Takagi-san. Con l’orgoglio ferito, il ragazzo si ripromette di riuscire a capovolgere la situazione.
  2. Toradora! (Toradora!とらドラ! , attualmente  su Netflix con la prima stagione, ma non si sa se i creatori di Toradora vorranno aggiungere una nuova stagione,nel frattempo godiamoci i light novel) Ryuuji Takasu sta per cominciare il secondo anno di liceo con grande apprensione. … Ryuuji finirà per aiutare Taiga, dato che è innamorata di Kitamura, miglior amico di Ryuuji, mentre Taiga aiuterà Ryuuji, dato che Aisaka è la sua migliore amica, e così, finiranno che per migliorare i loro reciprochi rapporti.
  3. Gakuen BabySitters (学園ベビーシッターズ Gakuen bebīshittāzu, “Babysitters scolastici” questo Anime, a differenza degli altri, non è molto famoso ma è carinissimo, si può vedere su Anime Unity.) Dopo che i loro genitori sono morti in un incidente aereo, Ryūichi e suo fratello minore Kotarō sono presi in custodia dalla preside, che non hanno mai incontrato prima, di un’accademia d’élite. Ryūichi nel contempo diventa babysitter nel nuovo asilo nido scolastico
  4. Komi Can’t Communicate (古見さんは、コミュ症です。”Komi-san wa, komyushō desu.” Ossia Komi Non Riesce a Parlare , è  una serie in corso su Netflix che esce un episodio alla settimana) Komi-san è una ragazza bellissima da cui nessuno riesce a staccare gli occhi di dosso. … Hitohito Tadano conosce però la verità: Komi-san non riesce a comunicare con gli altri. Lei stessa, cercando di correggere questa cattiva abitudine, cerca di migliorare con l’aiuto di Tadano.

Thriller/Polizieschi

  1. Death Note (デスノート “Desu Nōto” uno dei tanti Anime con un finale tristissimo,in streaming su Netflix e film su Prime Video) Light Yagami, uno studente del liceo, si lamenta sempre della sua vita noiosa, ma un giorno vede cadere qualcosa nel giardino scolastico. Scopre che quella cosa era un diario della morte (chiamato Death Note) con poteri pazzeschi! Cosa succederà?
  2. Banana Fish (バナナフィッシュ “Banana Fishu” , Disponibile su Anime Unity) 1985, New York. La polizia sta indagando su una serie di strani suicidi. Un uomo viene ucciso a sangue freddo in mezzo alla strada ma, prima di morire, consegna una sostanza misteriosa al giovane Ash Lynx, beniamino del boss mafioso più importante della Grande Mela. Le sue ultime parole sono “Banana Fish”.
  3. B the Beginning (un giallo in streaming su Netflix,non ha un titolo giapponese,soltanto uno inglese che significa B all’inizio/in principio…) In un mondo permeato dalla tecnologia avanzata, il regno di Cremona è invaso dalla criminalità: il giustiziere noto come “Killer B“, infatti, ha gettato la città nel caos con un nuovo omicidio.

CONSIDERAZIONI DELL’AUTRICE

In parte ci sono Anime nell’elenco che non ho visto (come per esempio Banana fish) o altri che non ho  voluto mettere  tipo Love Live! e Demon Slayer per vari motivi:

  1. Love live lo devo vedere ma lo consiglio anche perché  c’è  stato un trend sui social (penso solo Youtube anche perché è stato un gacha trend)di Nico Nico Nii.
  2. Demon Slayer lo conoscono tutti e sarebbe inutile metterlo,come Dragon Ball.

Giuliana Buono

LA REALTÀ VIRTUALE

La realtà virtuale, o semplicemente VR (Virtual Reality), rappresenta una modalità di simulazione della realtà che consente di far interagire l’individuo attraverso scenari tridimensionali, virtuali, spesso artefatti. Questi ultimi creano l’illusione di uno spazio reale all’interno del quale si ha la possibilità di muoversi e comunicare con esso. 

Tale tecnologia nasce dalla fusione di dispositivi elettronici che collaborano tra loro quali occhiali, caschi, guanti (dataglove) dotati di sensori per simulare stimoli tattili e per tradurre i movimenti in istruzioni per il software. I dispositivi consentono un’interazione immersiva con la realtà virtuale, così come quella che caratterizza molti dei videogiochi in uso attualmente, infatti, per far parte di questo “mondo digitale”, bisogna utilizzare dei visori “VR’’: i cosiddetti visori. 

Questi possono essere classificati in pc VR e visori “all in one”. I primi consentono “3 gradi di libertà”, quindi semplicemente la rotazione della testa a destra, sinistra, su e giù. I secondi sono a 6 gradi di libertà, quindi permettono ulteriori movimenti come traslare in avanti, indietro, e lateralmente nello spazio, grazie alla totale assenza di un hardware esterno. Per evitare una visione a scatti o che dia fastidio agli occhi, questi visori hanno bisogno di un “frame rate” (frequenza di fotogrammi) a partire da circa 60 fps. 

Il mercato attuale offre una media di 90 o 120fps. Inoltre, la pc VR ha una qualità d’immagine superiore rispetto ai visori “all in one” benché gli ultimi in commercio si siano dimostrati qualitativamente quasi alla pari dei primi. L’ “Oculus Quest 2”, nuovo visore marcato OCULUS, ne è una prova. Per funzionare necessita di alcuni accessori come joypad creati appositamente per “vivere” all’interno della realtà virtuale: il giocatore viene catapultato in un mondo che ai suoi occhi appare reale. 

Alcuni ritengono la realtà virtuale sia “pericolosa” perché isola l’utente dal mondo reale. Altri sostengono, invece, che rappresenti un momento di intrattenimento ed evasione dalla routine quotidiana. 

Ritengo che la realtà virtuale abbia tutte le caratteristiche per rivoluzionare molteplici settori. L’uscita del visore Quest 2, può essere considerato un assaggio di come i visori VR possano avere un impatto nel settore dei videogiochi, regalando un’esperienza di gioco completamente diversa rispetto al passato. 

Oltre al mondo del “gaming”, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata in diversi ambiti: in quello accademico, per esempio, potrebbe mettere a disposizione degli studenti di medicina un ambiente in cui fare pratica avendo la possibilità di commettere errori che non abbiano conseguenze sui pazienti. In ambito scolastico, potrebbe fornire ad alunni e docenti nuove e stimolanti esperienze educative e didattiche.  Un mondo affascinante quindi, che se usato nel giusto modo, genererà cambiamenti epocali in tutti i campi.

Giorgio Fabbroni

LA SOCIETÀ APPLE

La Apple è nata l’1 aprile 1976 a Los Altos in California, Stati Uniti. L’attuale amministratore delegato è Tim Cook, dirigente d’azienda. I prodotti più conosciuti della famosa azienda della “mela morsicata” sono: iPhone, iPad, iMac, Apple Watch, Apple TV,ecc.

Apple è presente sia nei negozi online che fisicamente negli Apple Store nelle principali città del mondo. 

INTERVISTA A DANIELA D’ANGELO

Oggi intervistiamo Daniela D’Angelo, attuale direttore delle relazioni con i dipendenti per Europa, Medio Oriente e Africa: 

Salve Signora D’Angelo, ci parli della sua vita!

Sono Daniela D’Angelo, sono nata a Caserta e sono Barese di adozione da circa 20 anni. Ho frequentato l’Università a Napoli e sono laureata in Scienze Politiche ad indirizzo internazionale. Dopo varie esperienze, attualmente, lavoro per Apple come responsabile dei rapporti tra i dipendenti e l’azienda per Europa, Medio Oriente e Africa. 

In che cosa consiste nello specifico il suo lavoro?

Il mio compito come manager è quello di coordinare un team di esperti incaricati di risolvere i problemi che si creano,in ambito lavorativo, in modo che i dipendenti siano ascoltati e supportati e che abbiano un’esperienza positiva.

Dove lavora? 

In questo periodo, a causa della pandemia, lavoro in Smart Working facendo videochiamate e videoconferenze in collegamento con i dipendenti e i dirigenti della società nei paesi su indicati. Prima del covid, invece, ero solita viaggiare per quasi tutta la settimana, spostandomi in varie città in particolare tra Londra (dove ho il mio ufficio) Dubai, Milano e Nuova Delhi.

Daniela D’Angelo come è nata la passione per il suo lavoro? 

Apple cercava un responsabile delle Relazioni Industriali e uno dei miei colleghi consigliò la recruiter di contattarmi; avendo lavorato in una multinazionale americana, Apple mi ha subito offerto il lavoro.

Quali sono le difficoltà del suo lavoro?

Il mio ruolo mi porta a dover gestire  persone in tanti paesi con culture e normative molto diverse tra di loro, il che comporta che i dipendenti abbiano aspettative diverse e che il mio team debba essere agile nel gestire le varie situazioni.

Come si trova a lavorare in una multinazionale come Apple?

Mi trovo molto bene, amo il mio lavoro, ho un team di lavoro eccezionale, ho celebrato quest’anno i miei 10 anni di anzianità soprattutto perché in questa azienda ritrovo molti dei miei valori.

Quante lingue parla? 

Oltre all’italiano parlo anche inglese, spagnolo e francese.

E’ mai stata in America? Se si, com’è la sede della Apple?

Sono stata in America, a Cupertino, diverse volte e ogni volta resto affascinata dalla cura dei particolari che Apple pone in ogni cosa che fa.

Ha mai conosciuto Steve Jobs, il fondatore?

Non ho mai conosciuto Steve Jobs perché sono entrata nella società subito dopo la sua morte.

Il motto di Steve Jobs era “stay hungry, stay foolish”, si è mai riconosciuta nelle sue parole?

Si, certo, io sono una persona curiosa, sono sempre pronta a provare cose nuove, penso che non dovremmo perdere mai la voglia di imparare cose nuove e di andare un po’ fuori dagli schemi. Solo così si può crescere.

Grazie Daniela per la sua disponibilità. E’ stato un piacere scoprire qualche segreto di una delle società più importanti e famose del mondo. 

Bianca Bagnulo

Apple Store Milano

Apple Store New York