FNAF, un videogioco horror?

Five nights at Freddy’s, meglio conosciuto come FNAF, è un videogioco survival horror sviluppato nel 2014 da Scott Cawthon, con una ambientazione macabra, buia ed inquietante.
Il personaggio principale, la guardia Mike, lavora al Freddy Fazbear’s Pizza, luogo di divertimento per famiglie dove, oltre alla ottima pizza, risiedono degli animatronici. Tra questi troviamo Freddy Fazbear la mascotte, Bonnie il coniglio, Chica la gallina e Foxy la volpe pirata, personaggi un po’ inquietanti dato che ad alcuni mancano parti del corpo (braccia, occhi o gambe).
Di giorno gli animatronici muovono solo gli arti superiori e il busto per ballare; di notte, invece, si animano e sono liberi di andare in giro per la pizzeria. Il titolare vuole che ci sia una guardia, per fare in modo che i robot non danneggino la pizzeria. Infatti gli animatronici credono che il corpo della guardia sia un endoscheletro e che debba essere inserito in un cosplay di Freddy.
Il giocatore, che ricopre il ruolo della guardia notturna, ha la visuale in prima persona e ha come obiettivo quello di sopravvivere per cinque notti, da mezzanotte alle sei del mattino. La difficoltà è crescente. Durante la partita bisogna tenere d’occhio gli animatronici tramite le telecamere di sicurezza, assicurandosi che non
raggiungano e uccidano la guardia notturna. Dal momento in cui uno degli animatronici scompare dalle telecamere, la vita della guardia è in serio pericolo. Gli animatronici possono raggiungere l’ufficio passando per le due entrate laterali, dove sono installate delle luci che fungono da rilevatori della presenza dei robot
ma solo a porte chiuse. L’uso di questi strumenti di controllo (luci, telecamere, porte) sottrae energia al generatore della pizzeria con il rischio che, nel caso in cui l’energia si esaurisca, l’intero sistema si spenga.
Se il giocatore si trova faccia a faccia con Freddy, che sbuca dalla porta di sinistra mentre suona una melodia, viene ucciso. A questo punto scatta un “jumpscare”, l’urlo terrificante che accompagna il gesto violento dell’animatronico che ti assale, spalanca le fauci o mostra gli artigli prima di ucciderti).
Questa è la parte più spaventosa del gioco: non si vede sangue né altro di raccapricciante ma solo questo animatronico che, senza alcun preavviso, sembra saltarti addosso uscendo dal video e lanciando questo urlo paranormale. Detto così potrà sembrare una cosa da niente, ma in realtà quando si gioca è tutt’altro. Ai
jumpscare bisogna aggiungere l’ansia che viene quando si capisce che si sta scaricando la batteria delle telecamere, della torcia e delle porte, o quella derivata dalla suspance.
Proprio come in un racconto horror, in questo gioco predominano elementi (ambientazione, personaggi mostruosi, suspance, picchi di tensione emotiva) che accompagnano il giocatore in avventure paurosissime.

Giosuè Bennardo e Matteo Bonifazi

Condividi l'articolo: