Cara donna mia…

Firenze,1280

Cara donna mia,

ti scrivo questa lettera un po’ particolare per essere d’amore, ma soprattutto triste. Anche se ho aderito al Dolce Scrivere come il mio amico Guido Guinizzelli, non riesco a parlare di te infatti come di una donna angelo. Mi piace scrivere d’amore, ma purtroppo quest’amore non mi rende felice, anzi! Tu mi hai così tanto riempito di dolore la mente e il cuore che la mia anima vorrebbe solo allontanarsi dal mio corpo … insomma, io con lei vorrei morire!

Per quanto tu sia bella, io proprio non riesco a pensare ai tuoi occhi, al tuo sorriso ma sono concentrato solo sul dolore che mi provochi, di nutro dei tristi e dolorosi sospiri che manda il cuore e che il cuore stesso non riesce più a sopportare, tanto fanno male. Mi sembra a volte persino di sentire parlare Amore in persona:  come un angelo dalle ali bianche, mi si affianca, con in mano il suo arco e le frecce e, vedendo così spietata e me così disperato, come fosse il mio migliore amico, il mio confidente, mi consiglia di lasciarti perdere. Lui dice che sai solo farmi male, che sei senza pietà, una bestia feroce che si muove verso di me a passi lenti per indurmi piano piano ad indietreggiare in preda alla paura. Il mio amico Amore mi ripete continuamente queste parole ed io arrivo a volte, esasperato, quasi a cacciarlo via, arrabbiato, e sai perché? Perché, mi dico, un dio tenero e amorevole come lui non può dirmi di allontanarmi da te! Ma un attimo dopo penso che in fondo ha ragione: io sto troppo male a causa tua, mi sembra di non essere neanche più un uomo! Di certo non controllo più i miei muscoli né la mia volontà; cammino per inerzia, e se ne accorgono tutti che non sono più io, quasi che sia diventato di legno o di rame o di pietra e non sia più un essere umano ma un automa, capace di muoversi solo grazie ad un marchingegno. I miei occhi, che bramano la vista di te e dovrebbero trarne giovamento, sembrano invece aver perso la loro funzione: non vedono più colori e bellezza delle cose, non più luce e splendore, ma buio e tenebre. Tutto intorno a me è nulla. Sono morto senza te a causa delle ferite che tu mi hai inferto. Spero tu possa perdonare queste mie dure parole ma non potevo non aprirti il mio cuore addolorato. Perciò spero di dirti per sempre

                                             Addio.

                                       Il tuo Guido (alias Flavio Sivo)

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