Cuori di carta e la storia dei ragazzi “sbagliati”

Martedì 6 maggio le classi prime hanno incontrato in auditorium Elisa Puricelli Guerra, autrice del romanzo Cuori di carta.

In questi mesi abbiamo letto questo libro in classe e ci ha molto appassionato la storia di Dan e Una. Tutto inizia con un messaggio lasciato dentro un libro. I due ragazzi vivono in un Istituto per ragazzi difficili e decidono di comunicare tra loro con dei biglietti di carta, che nascondono nel libro Puck il folletto.

Devono però rispettare alcune regole che hanno condiviso: non incontrarsi; non mostrare i messaggi a nessuno, usare un nome in codice.

Ma come fanno a non vedersi davvero? Decidono di usare la biblioteca alternandosi nelle ore pari e nelle ore dispari.

La storia si legge tutta d’un fiato, perchè è piena di avventure e colpi di scena che accendono la curiosità. Inoltre racconta la nascita di un’amicizia tra due coetanei, che diventa occasione per raccontare i loro vissuti e per farsi coraggio nei momenti complicati.

Il titolo del libro ha catturato la nostra attenzione e abbiamo chiesto all’autrice il motivo di questa scelta. Elisa ci ha spiegato che esiste una lettura a più livelli. Prima di tutto il cuore è la parte più intima di una persona. Poi la carta può essere sia un elemento fragile perché si strappa, ma allo stesso tempo è forte e potente perché rappresenta i fogli che scrivono i ragazzi e i libri che leggono.

I protagonisti Dan e Una si sentono rifiutati dalle proprie famiglie, perché non rispondevano ai modelli dei figli voluti dai loro genitori. Una non era la replica della sorella morta, Dan non era sportivo coraggioso o indipendente. Per questo erano stati mandati in un Istituto speciale. Qui dovevano prendere la Medicina che serviva a far perdere loro la memoria e a “resettarli”.

In particolare l’autrice si è ispirata al mito del Minotauro e ha immaginato l’Istituto come un grande labirinto in cui veniva attuato un programma che puntava a cambiare i ragazzi sbagliati.

Elisa Puricelli Guerra si è mostrata simpatica ed e stata molto brava a rispondere alle domande che le abbiamo fatto. Ci ha raccontato anche alcune esperienze importanti della sua vita come la famiglia, la sua amica Marta, il nuoto che era lo sport che praticava.

È stato il nostro primo incontro con l’autore in questa scuola ed è stata un’esperienza interessante. Ci ha fatto apprezzare ancora di più il valore della lettura e l’impegno di uno scrittore nello scrivere un romanzo.

Infine la nostra ospite ci ha invitato a scrivere un po’ ogni giorno e ad essere fantasiosi perché, come si dice in Cuori di carta, “Una storia ha sempre una fine, ma è più bello se il finale è aperto, non trova?”

Aurora Pitorri e Sofia Diana

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