Bari salvata da cinque ragazzini durante la Seconda Guerra Mondiale

Lo sapevate che a salvare Bari vecchia dall’attacco tedesco ci furono anche cinque tredicenni?

Durante l’incontro con Michele Mancini, intervenuto in via telematica, presso la Sala Consiliare del Comune di Bari, abbiamo potuto apprendere come si è svolta questa vicenda. Se non fosse stato per loro, i cinque ragazzini tra cui il sig. Mancini, unico ancora in vita, probabilmente Bari Vecchia, con la nostra basilica di San Nicola, sarebbe stata distrutta dai nazisti.

Il giorno dopo l’Armistizio, il 9 settembre 1943, Bari era in preda al panico, tutti cercavano di mettersi al riparo dai tedeschi che con i loro carri armati volevano fare irruzione nel centro storico e distruggere la basilica di San Nicola.

Questi cinque ragazzi vollero dare il loro contributo per salvare la città contrastando con le bombe a mano i carri armati tedeschi: uno di questi esplose proprio davanti all’arco che conduce a San Nicola grazie a una bomba lanciata da Michele Romito.

L’evento durante il quale abbiamo appreso, tra le altre, questa bellissima storia di resistenza, è stato organizzato dall’ANPI (associazione nazionale partigiani italiani) provinciale, in collaborazione con la libreria Svoltastorie e con il patrocinio del Comune di Bari, ed è stato anche l’occasione per presentare il libro di Lucia Vaccarino e Stefano Garzaro “O bella ciao. Racconti di ragazze e ragazzi nella Resistenza” edito da Il Battello a Vapore-Piemme.

Questa esperienza ha fatto comprendere a noi ragazzi che nulla ci è dovuto e soprattutto che non si è mai troppo piccoli per lasciare un segno nella storia.

Giulia Della Marca

NON SIAMO SOLI!

Bari, 25/12/2022

Cara Antonella,                                                                                          

quest’anno avresti compiuto diciotto anni, ma non è andata come previsto.

Succede di sentirsi abbandonata da tutti, di tentare di urlare senza mai essere ascoltata e compresa, di sentirsi come un pesce rosso in mezzo a tanti squali, di guardarsi allo specchio la mattina e piangere perché  ‘non potrai mai essere come le altre’.

E’ capitato anche a me, sono addirittura passati nella mia mente brutti pensieri, ma mi è bastato ricordare che non sono sola in questo mondo e che per salvarsi basta avere la forza e la determinazione di cercare qualcuno in grado di aiutarci.

Cara Antonella, ormai ciò che è accaduto non può essere dimenticato, ma si può impedire che accada di nuovo. I tuoi genitori, dopo la tua morte, hanno fondato un’Associazione affinché noi ragazzi, studenti ma soprattutto esseri umani, con un cuore, con lacrime di gioia e di dolore e con le incertezze che ci assalgono, possiamo imparare a vedere la luce del sole tra le tenebre. 

Non dobbiamo mai mollare la salda presa di chi è pronto ad aiutarci, quando siamo stanchi di lottare per qualcosa che ci sembra così lontana e difficile da raggiungere.

E’ in questo momento, proprio mentre stiamo per cadere giù dal dirupo, che dobbiamo mettercela tutta; perché  la vita è troppo bella per cadere giù da un burrone.

So come ti sei sentita nel momento in cui lo hai fatto. Non riuscivi a trovare qualcuno che fosse disposto ad allungare la mano per dare un senso alla tua esistenza, o per lo meno eri convinta che nessuno ti avrebbe compresa. 

Dovremmo imparare a tenere sempre l’orecchio in ascolto verso chi ha bisogno.

Così che le uniche cose a cadere dal dirupo saranno l’indifferenza e la cattiveria immotivata.

Come stai?

E’ la cosa che ci viene spesso chiesta, io per prima rispondo solo ‘bene’; perché  temo che nessuno vorrebbe essermi amico se iniziassi a parlare dei miei problemi.

Sono la prima che, a volte, si sente diversa, non voluta, che prova ad assomigliare agli altri per non essere esclusa, che ha dimenticato com’è essere se stessa pur di non rimanere sola.

Non riesco a dire ad alta voce questi concetti e sono sicura di non essere l’unica, però mi dà conforto sapere di non essere sola. Questo mi aiuta ad andare avanti; sono certa che parlare con un amico  o con un adulto verso il quale si nutre fiducia, serva.

Invito tutti a non tenere i propri problemi chiusi nella cassaforte dell’anima.

Ho visto un video un po’ di tempo fa che mostrava come, tenendo un bicchiere d’acqua in mano per qualche secondo non accadesse nulla; per qualche minuto, l’arto iniziava a fare male; per ore, il nostro braccio rimaneva paralizzato.

I problemi e le insicurezze che abbiamo dentro di noi sono come quel bicchiere d’acqua.

Non lasciamoci paralizzare dai nostri problemi.

Più li terremo dentro di noi più faranno male, fino a quando non sopporteremo più il dolore.

Impariamo a lasciare il nostro bicchiere in modo tale da lasciare andare anche la nostra sofferenza.

A presto

                                                                                                                          Giulia Della Marca

RETAKE BARI

Il 1° maggio, al Parco 2 Giugno, si è tenuta la terza edizione di Primo Maggio Barese, una manifestazione all’insegna di musica, cura dell’ambiente, street food, artigianato e molto altro.

Era presente anche l’associazione Retake, nata da un movimento spontaneo di cittadini che, in diverse città d’Italia, lottano per salvare il pianeta, e noi siamo riuscite a parlare con alcune persone che ne fanno parte!

Sono state molto cordiali e ci hanno raccontato che “Retake” (“riprendere”) è un movimento composto da persone che, intendendo riprendersi la propria città, recuperandone le parti degradate come i parchi sporchi, le scuole vandalizzate e tutti gli spazi rovinati dall’inciviltà, “si sono rimboccate le maniche” e hanno iniziato ad agire in prima persona.

I membri di questa associazione non sono un numero preciso di persone: in certi momenti sono solo una decina, in altri sono tanti, ma quello che importa è che sono motivati e sempre attivi nel coinvolgere gli altri.

Non è stato facile iniziare, ci hanno spiegato: sono partiti cinque anni fa circa ed erano in pochi ma con la determinazione e l’impegno hanno raggiunto e continuano a raggiungere i propri obiettivi di “recupero” di zone della città che ritornano a vivere, sottratte al degrado e all’incuria.

Per mostrare concretamente come, con piccole azioni alla portata di tutti, sia possibile fare molto, i ragazzi presenti sono stati invitati a partecipare al GIOCO ESTIVO, che consiste nel raccogliere un bicchiere intero di cicche presenti nel parco: chi ci riusciva avrebbe vinto una consumazione gratuita al bar. E così è stato: molti ragazzi hanno partecipato al “gioco” e … basta guardare l’immagine di apertura di questo articolo per capire cosa sia accaduto!!!

Giulia della Marca e Alessandra Matarrese

Stand di artigianato,Stand di cibo,Musica dal vivo e dei giochi per salvare il pianeta dall’ inquinamento.

la baresità, veniva suonata con le vongole .Giulia Della Marca e Alessandra Matarrese

Mensa di S. Annibale: la bellezza di un semplice gesto

Riso, biscotti, salsa e pasta, sono solo alcuni degli alimenti donati dagli studenti del I.C. Nicola Zingarelli di Bari agli ospiti della mensa di S. Annibale nella parrocchia del Villaggio del fanciullo della città.

Come afferma Sebastiano G.: “É stata un’esperienza davvero formativa perché ha insegnato molto a tutti coloro che sono stati presenti”.

L’iniziativa “Agire per cambiare” è partita su invito di alcune insegnanti della scuola che hanno proposto agli alunni di tutte le classi dell’istituto di partecipare attivamente ad una raccolta di alimenti che sarebbero stati poi consegnati dagli alunni stessi e dalle loro famiglie alla mensa di Sant’Annibale di Bari.

È partita così una corsa alla solidarietà a cui tutti gli alunni dell’Istituto stanno contribuendo con entusiasmo, non solo portando viveri, ma anche realizzando cartelloni e simboli colorati arricchiti da messaggi di speranza che verranno appesi nella sala da pranzo e i volontari della mensa inseriranno nelle “buste d’asporto” da consegnare.

8 ottobre: I ragazzi della “partenza”

É stato bello per gli alunni partecipare attivamente, smistando il cibo su vari tavoli e rivolgendo le proprie domande ai sacerdoti e ai volontari che, a loro volta, erano molto felici di rispondere.

Tanto è stato il desiderio di aiutare il prossimo che alcuni alunni hanno ritenuto bello e, soprattutto utile, regalare numerosi pacchi di mascherine, perché non sempre sono alla portata di tutti.

“Non è stata soltanto una giornata formativa – afferma Chiara T. – ma una giornata molto produttiva dal punto di vista dell’anima. Un’esperienza stupenda.”

“I senza tetto non sono  persone pericolose o incapaci – come dichiara Giulia G. – ma semplicemente persone che hanno bisogno di aiuto.”

Un viaggio nella solidarietà che accompagnerà gli studenti dell’I. C. Nicola Zingarelli per tutto l’anno scolastico. Un modo per dare l’opportunità agli alunni e alle loro famiglie di offrire il proprio contributo da bravi cittadini, per crescere INSIEME.

Giulia Della Marca