IL SALUTO DI UN CESTISTA INVISIBILE AL SUO COACH
Grazie, coach, per avermi insegnato tutto ciò che una persona e un allenatore non devono essere: se dovessi diventare un allenatore sarei già a metà dell’opera!
Grazie per avermi detto, dopo solo tre mesi circa dall’aver ricevuto l’incarico di coach della “nostra squadra”, che aveva pronta per me, un ragazzo di soli 12 anni, una carriera da arbitro perché, secondo lei, io non potrò mai diventare un giocatore di basket.
Grazie per aver sottolineato che le mie caratteristiche fisiche non erano rispondenti al suo banale stereotipo del cestista.
Grazie per tutte le volte che, sia nelle amichevoli che nelle partite di campionato, mi ha lasciato in panchina, facendomi entrare in campo negli ultimi 60 secondi di quarto, e neanche a tutti i quarti, ma soprattutto per tutte le volte che mi ha lasciato abbandonato a me stesso durante gli allenamenti, non degnandomi di un “bravo” o di una correzione, e soprattutto isolandomi dai miei coetanei e inserendomi nel gruppo dei ragazzini di 9/10 anni (senza nulla togliere a loro).…