NON SIAMO SOLI

Questa esperienza mi ha portato a riflettere molto, su me e sugli altri

Mi ha fatto capire che non sono l’unica ad essersi sentita sola o ‘senza più emozioni’, e che, anzi, magari per qualcuno proprio io potrei essere un’ancora di salvezza, potrei aiutarlo a sentirsi compreso e appoggiato.

Ho capito che se qualcuno è sempre sorridente, questo non significa che sia sempre felice… se qualcuno è solo bisogna provare a includerlo, a farlo sentire parte di un gruppo in cui tutti abbiano la stessa importanza e dove si possa essere liberi di esprimersi. Forse basterebbe anche una sola persona che ti stia accanto… che ci sia un flusso di amore e comprensione reciproci, così che uno sia la salvezza dell’altro.

Ma anche chi soffre deve imparare ad esternare e comunicare, perché a volte si vuole apparire forti, o si pensa che nessuno possa essere interessato ai suoi problemi, e invece isolarsi è la prima causa di tristezza.

Nonostante i genitori di Antonella non le facessero mancare nulla, lei si sentiva incompleta, vuota, senza un motivo per restare tra noi, senza nessuno per cui lei facesse la differenza. Ha deciso di lasciarci. Ma, in un certo senso, noi dovremmo ringraziarla: perchè grazie a questo gesto tanti ragazzi e tanti adulti si sono soffermati a pensare a cosa l’abbia spinta, al perché nulla l’abbia distolta, nulla l’abbia fatta sentire abbastanza importante da decidere di restare.

Giusy Cellamare

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