NON SIAMO SOLI

Qualche settimana fa a scuola abbiamo partecipato a un incontro con il fondatore dell’Associazione Antopaninabella, che ha molteplici scopi: combattere i pregiudizi e l’indifferenza al fine di non escludere gli altri; aiutare a capire quando il dolore interiore diventa così forte che bisogna trovare il coraggio di parlarne; sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti sulle fragilità di chi si sente escluso.

Subito l’argomento ha suscitato tutta la mia attenzione e, quando il signor Diacono ha esposto il motivo per cui ha fondato questa associazione, dentro di me ho sentito una grande tristezza e un dispiacere così forte, da farmi venire le lacrime agli occhi.

Antonella era una ragazza della nostra età, apparentemente felice, studiosa, che suonava e che aveva un blog in cui parlava di videogiochi; una di noi, che però un bel giorno ha deciso di togliersi la vita, perché avrebbe voluto più amore, più attenzione, avrebbe desiderato sentirsi più accettat dal gruppo da cui si sentiva emarginata.

Chiaramente i genitori hanno attraversato momenti di profonda disperazione interrogandosi sul perché di un gesto tanto estremo e, scavando tra le cose più private della figlia, hanno trovato dei suoi scritti, che lasciavano trasparire il grande disagio che Antonella stava vivendo e che nessuno aveva notato.

Spesso gli adolescenti offendono, deridono, emarginano i compagni per tanti diversi motivi e nelle scuole, che sono ambienti di aggregazione, questo fenomeno può manifestarsi.

Per questo motivo ritengo che sensibilizzare i ragazzi a scuola sia davvero utile.

Ognuno di noi è libero di essere se stesso: io non devo per forza giocare alla play se non mi va, non devo per forza vestirmi come si vestono tutti, non devo smettere di studiare per paura che mi dicano che sono “secchione”… io devo poter essere libero di esprimermi per come sono e, nel momento in cui non vado bene per qualcuno, pazienza, andrà meglio con altri compagni più simili a me.

Un’altra considerazione importante è che bisogna parlare sempre del nostro disagio, anche se ce ne vergogniamo; parlare con i genitori, o anche con un insegnante di cui ci fidiamo, può essere utile.

I consigli degli adulti sono sempre molto preziosi, perché loro hanno l’esperienza che noi ancora non abbiamo e possono guidarci.

La vita è un dono troppo grande per rinunciarvi.

Davide Vino

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