I riti della Settimana Santa a Noicattaro: una meraviglia antica a due passi dalla città

La storia

Il paese, con i suoi circa 25.000 abitanti, si trova a 16 km a sud est da Bari, ai piedi della Bassa Murgia e a 100 metri sul livello del mare da cui dista all’incirca otto chilometri.

Il territorio è tagliato da due grandi lame: Lama Giotta e Lama San Giorgio.

Il primo nome del Paese, documentato nel X secolo d.C., è Noa, ma ben presto, nella grafia ufficiale diventa Noja, da cui il nome dei Nojani ancora in uso per i suoi abitanti.

Nel 1862 il Consiglio Comunale decide di cambiare il nome di Noja in Noicattaro, prestando fede ad una presunta antica tradizione locale, che voleva il paese fondato da una colonia di profughi di Cattaro insediatasi sulla costa Nojana di Torre Pelosa.

I riti della Settimana Santa

I riti della settimana Santa Nojana presentano i segni della religiosità medievale e si possono mettere in relazione al movimento dei “flagellanti”, o “battuti”, che dall’Umbria e dalla Toscana si diffusero anche nelle regioni meridionali.

Non ci sono testimonianze storiche precise che possano avvalorare questa ipotesi.

Probabilmente Benedetto degli Acciaioli de Florentia, divenuto Conte di Noja nel 1320, avrebbe introdotto a Noicattaro riti e usanze della natia Firenze, fondando anche una Congregazione in una chiesa oggi demolita.

In questi riti sono evidenti la teatralità è la fastosità delle processioni, le movenze dei portatori di statue, l’intento di espiazione individuale e collettiva, la partecipazione corale della popolazione nei vari ruoli.

Durante la dominazione spagnola e soprattutto nel XVII secolola Settimana Santa  Nojana cominciò ad avere tutta quella ricchezza rituale che è arrivata fino aigiorni nostri.

La sede dell’Arciconfraternita della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo è la chiesa della Madonna della Lama, in cui si organizzano tutti i riti della Settimana Santa.

Le processioni

Al passaggio del primo crocifero il paese si illumina del riverbero di ceri votivi rossi.

Ogni porta, ogni finestra esprime con il guizzare di tante fiammelle la partecipazione delle case al Mesto cerimoniale.

Spenta la pubblica illuminazione, le strade, gli archi, i campanili antichi assumono toni gravi e solenni.

La “Naca” (parola che nel gergo paesano indica la culla) è il sarcofago di Cristo, che si muove nel silenzio interrotto dallo strascico delle catene degli ottantacinque Crociferi e dalle preghiere delle donne che seguono la lunghissima processione.

Il momento di più intensa suggestione si crea quando,appena qualche ora dopo le due di notte, l’Addolorata portata ad altezza d’uomo “cerca il Figlio”. Viene seguitada un mare di folla di fedeli. L’onore di accompagnare la Madre Dolorosa è concesso solo a trentatré Crociferi tanti quanti gli anni di Cristo.

La terza processione viene detta dei Misteri, perché rappresenta i personaggi e le tappe della Via Crucis: si snoda, solenne, nel primo pomeriggio del Sabato.

E’ la più faticosa, specialmente per i Crociferi che, nelle lunghe soste, reggono la croce, senza poterla mai appoggiare. Al rientro di queste statue nelle loro teche, dagli altari si rimuovono i panni funebri e si accendono le torce in preparazione al “Gloria”.

Il Crocifero

Il Falò, costituito da un’enorme catasta di legno (offerta dai contadini), si accende nello spiazzo antistante la chiesa della Madonna della Lama, alle ore 20:00 del Giovedì Santo. Questo rito ricorda San Pietro mentre, fuori dal Pretorio, rinnega il suo Signore. Un drappo funebre di velluto nero e frangia dorata viene esposto nella piazza, un tamburo con lugubre cadenza annuncia la condanna a morte.

A questo punto il Crocifero, figura emblematica della Settimana Santa Nojana, veste un saio nero, con un cappuccio si copre il volto e il capo, porta una corona di spine, trascina al piede scalzo una catena di ferro, prende sulle spalle una pesante Croce di legno.

Esce dalla Chiesa della Madonna della Lama nel buio della sera: a differenza degli altri,che dopo di lui, ad uno ad uno intraprenderanno per l’intera nottata del Giovedì santo la faticosa penitenza per il precetto Pasquale,egli è circondato da una folla di ragazzi con le fiaccole e “i trozzue” (raganelle di legno). Il fracasso rievoca lo scherno al quale fu sottoposto Gesù.

Nel più rigoroso silenzio, va di chiesa in chiesa. Sul portale, ad ogni sosta, depone il suo grave fardello per essere libero di flagellarsi con la catena che gli ha impacciato il passo ed ha torturato la caviglia. Attraversa in ginocchio la navata centrale, fino all’altare, dove l’Ostia, chiusa nel Ciborio, celebra l’istituzione dell’Eucarestia, “u S-bbulcr” (il Sepolcro) si diceva anticamente.

Segue un’intervista a Cristiano Marti, fondatore della “Giazira scritture” (casa editrice Nojana),giornalista e scrittore che si occupa di editoria e marketing editoriale, grazie al quale ho potuto scrivere questo articolo e che gentilmente mi ha donato il suo libro “La Settimana Santa a Noicattaro Voci e immagini!” edito dalla Giazira Scritture. Il libro contiene, oltre ad interviste di Cristiano Marti, anche delle suggestive immagini in bianco e nero scattate dal fotografo Nico Lozupone (autore di reportage in giro per il Mondo) .

I suoi racconti, le sue esperienze e gli aneddoti che mi ha trasferito hanno fatto comprendere al meglio questa tradizione che, con il tempo, sta assumendo notorietà anche al difuori dei confini nazionali.

Gli anni scorsi ho potuto assistere un paio di volte a tutti i riti della Settimana Santa Nojana.Un consiglio per i lettori è quello di prendere parte a questa esperienza sia in termini religiosi sia per conoscere le tradizioni e i costumi di questa ridente cittadina dell’Hinterland barese. Di seguito il programma della Settimana Santa:

Perchè i crociferi sono coperti dal cappuccio?

Si tratta di anonimato, perché tutti sono uguali, il Primo crocifero è colui che simboleggia Gesù Cristo all’inizio del suo calvario. L’irriconoscibilità sta nel fatto che non si deve far vedere chi “si nasconde” dietro il cappuccio per umiltà.

Ma chi si nasconde, realmente, dietro il cappuccio?

Sono fedeli, cittadini Nojani di tutte le estrazioni. E’ un privilegio essere uno dei Crociferi e ancor di più essere il Primo Crocifero. Pensa che esistono liste di attesa lunghe anni per essere il primo ad uscire con la Croce.

Quali motivazioni spingono ad essere un Crocifero?

Sicuramente ognuno ha una sua esclusiva motivazione magari può essere un “voto” fatto alla Madonna, oppure una tradizione di famiglia, ecc… ma alla base c’è una religiosità non gridata e allo stesso tempo molto sentita.

Quali sono i retroscena della vestizione?

La vestizione sembra un atto medievale e suggestivo, tutti i preparativi avvengono un anno prima, ciò che lavora dietro i riti della settimana santa è una macchina ormai ben collaudata nei riti, nei tempi e modi.

Dentro la Chiesa della Madonna della Lama alle spalle dell’altare, saliti dei gradini,si entrain un locale, è qui che avviene la vestizione del Primo Crocifero.Sembra di essere davanti a delle reliquie, tutto è fatto in silenzio con molta partecipazione, un’esperienza molto particolare e suggestiva.

A quando risalgono i riti?

L’ipotesi è che risalgano al ‘700 grazie ad un fedele spagnolo, al di là di tutto ciò, il fatto davvero suggestivo è che sembra non abbiano un tempo,poichè sono rimasti inalterati nel corso dei secoli.

In questi giorni l’intero paese diventa UN TEATRO A CIELO APERTO. Religione e laicità si fondono in una sola cosa e il sentimento dominante è di rispetto e partecipazione corale.

Perchéindossano un saio nero?

A questa domanda non mi hanno dato una risposta, però ti posso dire che il nero è il colore della notte, del buio. Inoltre, nei paesi occidentali, viene associato al lutto. E’ una forma di rispetto.

Perché bisogna assistere almeno una volta a questi riti?

La Settimana Santa è il modo migliore e unico per conoscere Noicattaro.

Il paese è già famoso per essere considerato la “Capitale dell’uva da tavola” tanto da esportare la maggior parte della produzione in buona parte dei mercati europei.

Ma Noicattaro non è solo questo e i riti della Settimana Santa ne sono un esempio.

L’arte delle sue numerose chiese e cappelle, dei palazzi e delle masserie con il bel centro storico fanno di Noicattaro una bellissima scoperta turistica a due passi dal capoluogo di regione.

Giulia Gentile

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