Festa dei Popoli 2023 “Universo diverso”. Le interviste per il mondo possibile

A partire da venerdì 26 maggio la nostra città ha ospitato la Festa dei Popoli. Noi di Zingarellinews vi abbiamo preso parte come reporter e abbiamo intervistato alcuni alunni e alunne della nostra scuola (ma non solo) che hanno partecipato all’evento come ballerini, musicisti e attori.

A Francesco Ladisa, 12 anni, alunno della classe 2^C, abbiamo chiesto cosa ne pensasse della Festa: – Penso che sia una bella festa che riunisce tutti popoli. Francesco, che candidamente confessa che gli non piace un granché andare a scuola, è uno dei ballerini del Waka waka, la famosa canzone di Shakira che ha fatto da colonna sonora ai Mondiali di calcio 2010. – Il mio ruolo è importante, perché alla fine del ballo mi devo lanciare sui miei amici sperando che non mi facciano cadere! Alla domanda “cosa ti aspetti dalle esibizioni delle altre scuole “Francesco ha risposto con sincerità: – Immagino che saranno molto belle, ma non al nostro livello. Senza offesa ovviamente! Se potesse cambiarle il nome, la Festa dei Popoli per Francesco di dovrebbe chiamare “Riunione Mondiale”. Un nome davvero originale, che ne dite?

Anche Gabriele Castellano, di 12 anni, ballerino del Waka Waka della 2^C, pensa che la Festa dei Popoli, che non saprebbe come altrimenti chiamare, sia “un modo per riunire tutte le persone del mondo”. – Qual è il significato di questa festa secondo te, Gabriele? –  Festeggiare la diversità tra le persone.

Claudia Fortini, di 14 anni, quest’anno frequenta la classe 3^G (sezione ad indirizzo musicale del nostro Istituto). Già l’anno scorso aveva partecipato alla Festa dei Popoli e ci ha raccontato che era stata per lei un’esperienza tanto bella da decidere di parteciparvi anche quest’anno nella doppia veste di musicista (Claudia suona nell’orchestra della scuola) e ballerina del Waka Waka.

– Che cosa significa per me la Festa dei Popoli? Che tutti siamo uguali anche se siamo diversi. O meglio, anche se siamo diversi, nel profondo siamo tutti identici. Per questo Claudia ci ha detto che, se potesse, chiamerebbe la Festa “Uguali ma Diversi”. Anche lei, da brava campanilista, non si aspetta dalle altre scuole performance migliori di quelle dei suoi compagni.

E come Claudia, tifano per la loro scuola i dodicenni ballerini Waka Waka Alessandro Abbruzzese e Greta Feroni. Alessandro non cambierebbe nulla della Festa dei Popoli, nè il nome nè l’organizzazione. Greta pensa che questa Festa sia un modo innovativo e divertente di “riunire” i popoli di tutto il mondo per celebrare tutte le etnie e la ribattezzerebbe “Il nostro Mondo Unito”.

Gabriele Stipani e Giorgio Fasulo, il primo standista della scuola, il secondo ballerino Waka Waka, pensano anche che questa festa sia molto utile per incontrare gli amici, ma soprattutto ne colgono il senso più profondo quando affermano che il suo significato è dare a tutti i popoli della Terra il messaggio che siamo tutti uguali. 

Abbiamo intervistato anche i due 2 fratelli Claudia, ballerina e musicista di 2^G, 12 anni, e Ruben (suona il violino nell’orchestra della scuola) di 3^G, 13 anni.

– (Claudia) Penso che la Festa dei Popoli sia un evento creativo, alternativo rispetto alle altre attività scolastiche, oltre che un momento privilegiato per stare insieme e divertirsi. Ha poi un compito importantissimo: far capire che tutti i popoli del mondo, africani, asiatici, americani etc., nessuno escluso, godono degli stessi diritti e che non si deve discriminare per nessuna ragione, ma trattare tutti nella stessa maniera.

– (Ruben) Anche io penso che la Festa sia un momento per stare insieme, unirci e per rafforzare i legami. Condividere dei momenti insieme alle altre etnie, come ha detto Claudia, per dimostrare a tutti che siamo diversi ma uguali.

Claudia si augura che le esibizioni delle altre scuole siano all’altezza della Festa dei Popoli o comunque in grado di rallegrare la giornata. Ruben, da parte sua, è quasi certo che le altre scuole siano emozionate quanto la loro di partecipare a un così significativo evento. – In ogni caso mi aspetto delle esibizioni molto belle.

Abbiamo intervistato Claudia anche dopo la sua esibizione ed era soddisfatta e in generale entusiasta della riuscita di tutto lo spettacolo.

– Avevi già assistito alle prove? Nel complesso, sei soddisfatta del lavoro delle classi?

– Sì, sapevo cosa sarebbe successo su questo palco, ma la realtà delle performance ha superato le mie aspettative. Ci siamo impegnati molto tutti quanti e il risultato si è visto!

Ilaria Piombino (12 anni, 2^C), che ha avuto il ruolo di presentatrice dell’evento, della Festa dei Popoli pensa “che è un bellissimo evento, molto utile a noi studenti per comprendere molti aspetti di questo mondo. La festa dimostra che tutti i popoli sono uniti sotto un’unica comunità e non ci sono differenze. Se proprio dovessi poter cambiare il nome opterei forse per Festa del Mondo”.

– Ilaria, cosa ti aspetti dalle esibizioni delle altre scuole?

– Che dimostrino di averci messo tanto impegno e che riescano a sorprenderci, ma credo che la nostra sarà la migliore, senza offesa!

E ultimi, ma non meno importanti, Luca Cavone (12 anni, 2^L), che recitato alcuni versi sulla parità di genere per far capire a tutti che donne e uomini sono uguali ma diversi, e Melania Ivanova (12 anni, 2^C), che ha recitato degli “Haiku”, delle piccole poesie giapponesi che parlano di adolescenti.

– Melania, quale pensi che sia il significato della Festa dei popoli e come la chiameresti se dipendesse da te?

– Unire tutti i popoli in una sola comunità, perciò la chiamerei Festa dell’umanità. Penso che sia una festa fantastica, perché stiamo tutti insieme, ci divertiamo e gli insegnanti ci danno un po’ di tempo per rilassarci e pensare ad altro invece che ai soliti compiti. Quanto alle performance delle altre scuole, che dire? Credo che saranno belle, ma noi siamo sicuramente i più carichi e quindi saremo i migliori!

Per concludere il giro delle nostre interviste ci siamo rivolte a Doriana, che lavora come volontaria per Casa Shalom, una comunità per minori stranieri non accompagnati.

– Noi accogliamo tutti i minori che arrivano dall’estero senza la compagnia dei genitori – ci racconta – ragazzi che non hanno parenti in Italia; cerchiamo di essere per loro una grande casa.

– In questo stand cosa proponete ai visitatori?

– Vedete queste piantine? Sono state piantate dai nostri ragazzi, che prima hanno dipinto e decorato i vasetti. Sono tutte bellissime. Oggi qui le vendiamo per presentarci a chi ancora non ci conosce come realtà. 

– Cosa pensate della Festa dei Popoli?

– Vi abbiamo partecipato anche l’anno scorso ed è stato bellissimo. La Festa è un bel momento per incontrarsi, al di là di qualsiasi barriera o pregiudizio. Si tratta come di un luogo protetto, dove si può avere l’occasione di conoscere nuove realtà e popoli diversi. Festa dei Popoli è un nome perfetto. Non lo cambierei perché rende perfettamente l’idea.

Anche Elisa lavora come volontaria per una comunità per i ragazzi stranieri che arrivano dai loro paesi di origine senza genitori, la comunità PER.I.P.L.O, presente con il suo stand anche alla Festa dei Popoli della scorsa edizione. 

– Noi li accogliamo fino alla maggiore età. Dopo i 18 anni dovrebbero essere responsabili di se stessi, ma fino a quel momento noi li aiutiamo a crearsi un’autonomia, cominciando con le basi dell’istruzione scolastica. In questa edizione si sono esibiti sul palco anche alcuni dei nostri ragazzi, che frequentano la scuola media Tommaso Fiore. Altri li incontrate qui in giro, ad assaggiare nuovi cibi.

La Festa dei Popoli? È una bellissima iniziativa dove ci si confronta, dove tutti si sentono importanti alla stessa maniera, senza nessuna differenza. Perciò potrei rinominarla “Festa dell’Arcobaleno”: tanti colori diversi che ti danno sempre speranza.

– Vi è sembrato più bello l’anno scorso o quest’anno?

-Ogni anno si migliora perché si raccolgono le esperienze, si fa sempre meglio, i ragazzi sono più entusiasti e quindi ci mettono più impegno a realizzare queste cose perché si sentono sempre più coinvolti.

Elisa ci racconta che ha sempre fatto l’educatrice, però da un anno e mezzo a questa parte lavora in comunità, sempre in contatto con i bambini. Per lei questa è un’ennesima prova. Trova che sia bello questo lavoro perché arricchisce tanto. Ci mostra orgogliosa delle sfere in un cesto: sono delle sfere decorate con le bandiere dei paesi di origine dei ragazzi della comunità, Marocco, Albania, Tunisia … Le hanno realizzate loro e le danno in dono ai visitatori.

Con tutti i colori di tutte le bandiere del mondo chiudiamo le nostre interviste per un mondo possibile, ringraziando gli organizzatori della Festa dei Popoli del 2023, i nostri lettori e la redazione tutta di Zingarellinews. Ci leggiamo l’anno prossimo!

Federica Stanzione de Stasio e Ilaria Piombino

Disegno di Carlotta Ciccarelli

Condividi l'articolo: