Lettera a Filippo Turetta

La prima cosa che mi viene da chiederti è: “Perché l’hai fatto?”

Non riesco a trovare un perché dell’orribile atto che hai compiuto. Giulia era una ragazza sincera, educata, studiosa, intelligente, che ti voleva bene. Sì, ti voleva bene perché altrimenti quella sera non sarebbe uscita con te. L’ha fatto per aiutarti ad uscire dalla depressione in cui stavi sprofondando, magari coinvolgendoti nella sua emozione per la prossima laurea. Chissà…

Tu invece sei stato insensibile alle sue gentili attenzioni e ti sei fatto travolgere dalla furia omicida assolutamente inaccettabile che non dovrebbe appartenere a nessuno e men che mai a un giovane.

Noi non ti odiamo ma siamo delusi e addolorati perché hai allungato quella brutta lista di femminicidi avvenuti in Italia dall’inizio dell’anno, ben 107.

Centosette uomini che, a parole, dicevano di amare le loro donne ma che invece pensavano di poterle possedere come un qualsiasi oggetto di loro proprietà.

Non è morta solo Giulia, con lei è stata ferita a morte la sua famiglia, la tua famiglia, segnata indelebilmente dal tuo gesto folle; siamo stati colpiti noi ragazzi nella speranza di una vita bella, ricca di sentimenti e di gioia, è stata ferita tutta la Nazione.

Hai commesso un terribile errore che ha segnato ormai la tua vita.

Prego per te perché possa capire la gravità del gesto folle del quale ti sei macchiato e possa un giorno chiedere perdono a Giulia, per averle sottrattola vita, alla sua famiglia, alla tua famiglia per il dolore immenso che hai loro procurato.

Non potrai sottrarti alla giustizia umana, spero che la pena che dovrai scontare ti aiuti a comprendere il male fatto e a convertirti ad una nuova vita.  Credo in te.

Andrea Demarco

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