La società è caratterizzata da sempre dalla presenza di stereotipi che riguardano tanti aspetti della vita delle persone, grandi e piccole, e che condizionano le relazioni in maniera negativa.
Purtroppo ci sono tantissimi stereotipi anche nello sport: chi vuole fare la ballerina deve essere longilinea e non è insolito che una ragazzina robusta che frequenta un corso di danza non venga apprezzata dalla propria maestra che spesso è la prima ad evidenziare come la sua corporatura non sia adatta alla danza.
Se è la maestra per prima a creare uno svantaggio, capita spesso che le compagne non la accettino, considerandola “diversa” e anche ridendo di lei. Questa esperienza è comune a molte bambine che già all’età di sei anni sperimentano cosa significhi sentirsi inappropriate.
“ Il mio istruttore di vela- dice un adolescente da noi intervistato sul tema- è uno dei migliori in Italia, ma spesso, quando in regata non do il massimo, mi “sprona” esageratamente, mettendomi in imbarazzo con i miei compagni che poi mi prendono in giro”.
Ritorna il tema che la derisione spesso prende il via dal comportamento di un adulto che dovrebbe, invece, favorire relazioni sane.
Lo sport dovrebbe essere per noi ragazzi un’attività divertente in cui possiamo tirare fuori la nostra personalità, mettendoci serenamente in relazione con i nostri coetanei. Ma è possibile mettersi serenamente in relazione se qualcuno ci fa sentire sistematicamente sbagliati o inadeguati?
Purtroppo spesso gli allenatori non si preoccupano nemmeno di insegnare le regole base dello sport che si sta praticando, valutando subito chi è “il più forte” e chi “il più scarso”, senza dare la possibilità di migliorare un po’ alla volta: è come se loro sapessero già che non siamo adatti allo sport che pratichiamo, anche per nostre caratteristiche fisiche e caratteriali.
Spesso, purtroppo, le palestre si trasformano da luoghi nei quali si va per divertirsi a luoghi dai quali si esce demoralizzati: chi ha subito un trattamento simile di sicuro ha sofferto molto.
Ricordatevi, ragazzi, che non siete soli, che queste situazioni sono comuni a molti di noi e che, se affrontate insieme a qualcuno, possono sicuramente essere superate.
Non scoraggiatevi: se lo sport che state praticando vi piace, e avete avuto la sfortuna di incontrare un allenatore che si comporta come abbiamo detto, ribellatevi e liberatevi cambiando società sportiva: spesso pensiamo che restare ci renda forti, ma non è sempre così anche perché lo sport è prima di tutto divertimento.
Quindi, se la società nella quale lo praticate non è capace di scegliere i propri allenatori, allora fatelo voi e cambiatela!
Vittoria Selvaggiuolo
disegno di Elvira Belviso