Disperazione, ostinazione, cultura, ribellione, crudeltà, gioventù, terrore: I CENTO PASSI

Se penso al film che abbiamo visto in questi giorni, durante le ore di storia e geografia, le parole che mi vengono in mente sono: disperazione, ostinazione, cultura, ribellione, crudeltà, gioventù e terrore.
Disperazione dei familiari di Peppino che hanno dovuto assistere a lui che si “scavava la fossa da solo”, e alla loro disperazione quando effettivamente è morto. Ma anche disperazione degli amici, che non solo hanno dovuto sopportare che il loro amico fosse morto ma anche che la polizia credesse che fosse stato un suicidio. La scena che più mi ha colpito e anche fatto commuovere è stata, infatti, proprio quella in cui l’amico di Peppino parla alla radio ed è disperato, solo con questa parola lo si potrebbe descrivere…

Ostinazione di Peppino a perseguire i suoi obiettivi, senza temere di mettersi in pericolo. L’ostinazione nel combattere la mafia prima che quel sistema “sporco” non venisse più riconosciuto, che venisse considerato normale.

Cultura, quella di Peppino, che gli ha permesso di fare la differenza.
Ribellione dei giovani che vogliono cambiare il sistema della loro città. Ribellione che si manifesta in particolare al funerale di Peppino quando le persone iniziano ad avere il coraggio di guardare in faccia la realtà.

Crudeltà, dei mafiosi e in particolare della morte di Peppino. Che venne prima pestato a morte e sparato per poi essere messo sui binari e fatto esplodere con del tritolo il 9 maggio 1978.
Gioventù, quella del protagonista e dei suoi amici. Gioventù che è stata brutalmente strappata a Peppino solo perché lui aveva fatto il gesto coraggioso, ma anche folle, di smascherare la verità.

Terrore che incombeva sulla città e che non permetteva alle persone di guardare in faccia ciò che di sbagliato c’era e c’è tutt’ora. Perchè purtroppo è così, la mafia non è stata sconfitta e noi DOBBIAMO continuare a combattere nel nostro piccolo in ogni modo possibile per sradicarla del tutto. Solo così riusciremo a raggiungere l’obiettivo di Peppino e non solo, ma di tutti quelli che come lui si sono battuti contro la Mafia.

Perché come diceva il giudice Giovanni Falcone “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” e deve essere così, perchè, altrimenti non riusciremo a onorare tutte le persone morte per sconfiggere la criminalità organizzata.

Ma le parole elencate prima non bastano per descrivere la bellezza di questo film, che colpirebbe sicuramente anche una persona dal cuore di ghiaccio: se non l’avete ancora visto, fatelo!

Lia Battista

Condividi l'articolo: