A SCUOLA DI PACE

In attesa della Festa dei popoli,  il 21 maggio 2024 della Zingarelli insieme ai miei compagni di classe ho partecipato ad un incontro speciale con Padre Corrado, un missionario comboniano, per parlare di Pace. 

Si è partiti da un dibattito sui pregiudizi. Spesso sono commenti su persone che non conosciamo o sono etichette imposte dalla nostra società. Così attraverso un gioco il nostro ospite ci ha fatto capire quanto è importante andare oltre le apparenze, perché siamo prima di tutto persone e non titoli, competenze, ruoli.

Successivamente ci ha fatto riflettere sull’importanza delle parole. Alcune sono parole finestra o ponte perché esprimono dolcezza e gentilezza, provocano un effetto positivo sugli altri. Altre sono parole muro perché sono insulti, negazioni, offese che suscitano un malessere nei confronti di chi ci circonda.

Questi tipi di espressioni vengono solitamente associate a due animali che possono rappresentare la metafora di due individui con comportamento diverso. Lo sciacallo è una persona infima, ha poco riguardo verso l’altro, è opportunista. Mira solo al proprio benessere e potrebbe addirittura ricorrere alla violenza se lo ritiene necessario oppure sfrutta le disgrazie altrui per generare un guadagno. L’individuo giraffa invece ha un “collo lungo” grazie al quale può vedere oltre e di conseguenza capire meglio l’altro così da poterlo aiutare. Si relazionano in modo empatico cercando di stabilire un clima tranquillo e di amicizia con il prossimo. 

Allora per creare situazioni positive bisogna partire dalla nostra esperienza concreta e iniziare ad usare un linguaggio che genera armonia. Padre Corrado ci ha condiviso alcune parole di pace tra cui saggezza, incontro, amicizia, fratellanza, libertà di fare o di dire quello che ognuno vuole, uguaglianza fra tutti e tutto e coraggio. Poi confrontandoci tra noi ne abbiamo aggiunto altre come empatia, tranquillità, armonia, amore, accordo, rispetto, responsabilità.

In seguito il padre comboniano ci ha proposto l’ascolto della canzone Casa mia di Ghali presentata a Sanremo. Il testo è molto profondo, perché parla della guerra che non dovrebbe esistere ma che purtroppo è presente e dell’uguaglianza tra gli esseri umani e non. Il mondo è considerato la casa di tutti. Infatti se lo vediamo dall’alto ogni casa è uguale e non ci sono confini che separano e allora non serve fare la guerra proprio perché siamo tutti uguali.

Ci hanno colpito alcune frasi come “Casa mia o casa tua, che differenza c’è? Non c’è” e “Ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale per un pezzo di terra o per un pezzo di pane, non c’è mai pace”.

Infine padre Corrado ci ha parlato degli uomini e delle donne che nelle varie zone del mondo hanno rappresentato con il loro esempio la pace, a volte a costo di perdere la loro vita. Mahatma Gandhi in India ha promosso la non violenza per ottenere la libertà del suo paese. Wangari Maathai in Kenya si è battuta per l’ambiente e ha anche vinto un premio Nobel per la pace nel 2004. Nelson Mandela in Sud Africa ha lottato per la libertà e la giustizia, è stato un politico e anche lui ha vinto un premio Nobel per la pace nel 1993. 

Malala in Pakistan si è impegnata per l’istruzione delle donne e ha vinto il premio Nobel per la pace a 17 anni, dopo essere stata aggredita. Il nome per tutti significa “triste” ma il padre invece pensa che il significato sia “coraggio”. Anche Nadia Murad in Iraq ha manifestato per i diritti delle donne e ha vinto il Nobel per la pace nel 2018. Rigoberta Menchu in Guatemala ha vinto il Nobel nel 1992 per la giustizia sociale e i diritti delle popolazioni indigene.   

Questa esperienza è stata molto interessante ed educativa, perché attraverso attività interattive ci ha spinto ad andare oltre i pregiudizi e ci ha fatto riflettere sulla pace e sul contributo che noi possiamo dare a partire dal nostro piccolo nei comportamenti e nelle parole. Speriamo di poter partecipare a queste attività anche il prossimo anno a scuola superiore.

Arianna Manfredi con i compagni di classe

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