Grazie ad un laboratorio proposto dalla LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, gli studenti delle classi terze della nostra scuola hanno approfondito un tema tanto attuale quanto sottovalutato: il tabagismo tra i giovani, una vera e propria dipendenza che può iniziare già durante l’adolescenza e lasciare segni permanenti.
Il tabagismo è una dipendenza patologica caratterizzata dal consumo compulsivo di sigarette e prodotti derivati dal tabacco. Le cause principali dell’avvicinamento al fumo in età adolescenziale sono molteplici: la pressione sociale, l’influenza dei media, e il desiderio di crescere in fretta, di sembrare “grandi” o più sicuri di sé.
Secondo lo studio Healthy, il fumo è spesso percepito come un modo per affermare la propria indipendenza e sfuggire al controllo dei genitori. I ragazzi, sentendosi socialmente insicuri, pensano che fumare li aiuti a integrarsi in un gruppo, a essere accettati, o addirittura ammirati.
Tuttavia, iniziare a fumare tra i 13 e i 18 anni è particolarmente pericoloso. L’adolescenza è un momento delicato non solo dal punto di vista psicologico, ma anche fisico. Come afferma il dottor Roberto Boffi, specialista dell’Istituto dei Tumori, in questa fase lo sviluppo dell’organismo e del sistema respiratorio è ancora in corso, e l’esposizione a sostanze nocive può compromettere in modo permanente la funzionalità polmonare. L’aria “cattiva” respirata in giovane età lascia segni che, purtroppo, non si cancellano nemmeno a 30 anni.
Spesso gli adulti cercano di dissuaderci dal fumare mostrandoci immagini forti o parlandoci di infarti e tumori. Ma, secondo noi giovani, proibire non è la soluzione. Il desiderio di ribellarsi è forte in questa fase della vita, e sentirci “immortali” ci fa sottovalutare i rischi. Piuttosto che vietare e spaventare, sarebbe meglio coinvolgerci in un dialogo aperto, sincero, creativo, in cui possiamo sentirci ascoltati e capiti.
Un altro grande equivoco è legato alle sigarette elettroniche. Molti pensano che siano innocue perché non comportano combustione, e che possano aiutare a smettere di fumare. Ma in realtà, come dichiarato dal chirurgo americano Jerome Adams, il loro utilizzo tra i giovani ha registrato un aumento del 900% tra il 2011 e il 2015, tanto da essere definito una vera e propria “epidemia”. Le e-cig possono diventare un trampolino di lancio verso il tabacco tradizionale, e non una via d’uscita.
In conclusione, il nostro messaggio è chiaro: genitori, parlate con i vostri figli, non sottovalutate le pressioni sociali che vivono, ascoltate i loro dubbi, date loro tempo e fiducia. Perché la prevenzione parte proprio dalla relazione umana e dall’esempio quotidiano.
Marco Castriotta, Francesca Lopez, Alessandra Scanni, Vicki Mao, Eliana Delzotti, Miriam Costantini, Francesco De Sario