IL SEGRETO DELLA CATTEDRALE DI SAN SABINO

Domenica scorsa ho avuto la possibilità di visitare un segreto nascosto nella nostra meravigliosa cattedrale di San Sabino e devo dire che vi consiglio davvero di fare questa visita, possibilmente con una guida, perché rimarrete davvero a bocca aperta. Lo spettacolo che vi si presenterà davanti agli occhi vi lascerà meravigliati e stupiti.

A soli 5 metri di profondità, la nostra Cattedrale nasconde un “succorpo”, ovvero un piano che sta al di sotto del piano terra e che grazie agli archeologi ha portato alla luce numerosi resti che risalgono a ben 3 periodi storici della nostra città: periodo romano, paleocristiano, medievale.

Ma cominciamo dall’inizio e cerchiamo di capire come siamo riusciti noi baresi a scoprire questo tesoro.

Verso la fine dell’Ottocento l’ingegnere Pietro Fantasia, mentre studiava la mappa della cattedrale, trovò una botola, più o meno sotto l’altare. Si calò nel succorpo proprio per vedere cosa ci fosse. In realtà all’inizio non fu totalmente soddisfatto perché all’interno della botola trovò solo ossa di defunti. Ma volle approfondire la scoperta e iniziò i lavori di svuotamento e pulizia, soprattutto dalle acque di falda, visto che la nostra città è praticamente costruita su lame. Dopo mille problemi i lavori sono iniziati con più cura solo dopo il 1960 e sono durati più di 30 anni: pensate che il succorpo è stato aperto al pubblico solo nel 2009!!

Il reperto più antico ritrovato è stata una domus romana, forse di una famiglia benestante: all’epoca dei romani, quindi, al posto della nostra cattedrale c’era un’abitazione! Sono state infatti ritrovate numerose suppellettili: piatti, anfore, tazze. E’ stato ritrovato anche un pezzo di strada, forse della via Traiana. I resti della domus hanno un pavimento con mosaico, un’ara romana e una lastra di marmo con un’epigrafe dedicata a Lucio Gellio, un liberto che era diventato ricco e aveva fatto una generosa donazione alla città. L’epigrafe in latino dice che questo liberto, in cambio della sua donazione, aveva ricevuto un posto d’onore per la visione degli spettacoli pubblici. Quindi da qualche parte nella nostra città, sottoterra, ci dovrebbe essere un anfiteatro… Chissà dove bisognerebbe scavare!!!

Successivamente al posto della domus. intorno al V secolo d.C., fu costruita un’ampia e antica basilica paleocristiana di cui si possono vedere resti dei muri, dei pavimenti e anche di alcuni mosaici.

Ma la parte più bella della basilica è quella in cui si trova il “mosaico di Timoteo”, quasi intatto e stupefacente. Grazie alla presenza di un’iscrizione in latino, sappiamo che questo mosaico è stato realizzato da Timoteo: perfettamente conservata, infatti, la detta iscrizione lo cita: in onore del vescovo Andrea, Timoteo, un fedele cristiano, per voto, completò la decorazione della sala. 

Il mosaico raffigura pesci e polipi, come da tradizione orientale, e poi fiori e ricami che fanno da cornice all’iscrizione latina. I colori sono ancora vivi e intatti e si può notare che sotto al mosaico sono presenti resti di almeno altri tre mosaici, sicuramente risalenti a periodi precedenti. Purtroppo gli archeologi non possono fare nulla per riportare in vita i mosaici più antichi, perché la tecnica che si dovrebbe utilizzare rischierebbe di arrecare danni al mosaico principale.

Scavando scavando, tra il 1995 e il 1998, gli archeologi sono riusciti a trovare anche una chiesetta bizantina del IX-XI secolo. Questa, pur trovandosi al di sotto della pavimentazione esterna alla cattedrale, era inizialmente visibile ai passanti grazie al fatto che al posto del comune manto stradale erano state collocate lastre di vetro trasparente.

Successivamente, però, poiché i ragazzi giocavano a calcio sui vetri e rischiavano di romperli, si decise di toglierli e ripristinare il comune manto stradale: ora, quindi, questa meraviglia è visibile solo accendendo dall’interno.

La visita di cui vi ho parlato dura circa un’oretta: è davvero molto interessante, e ha il pregio di catapultarti con la fantasia indietro nei secoli, a vedere come viveva la gente a quei tempi e soprattutto come ha potuto, con mezzi non paragonabili ai nostri, costruire tali meraviglie.

Mattia Di Marzo

Buon San Valentino

La festa di san Valentino è il 14 febbraio e rappresenta il giorno in cui si celebra l’amore e l’affetto non solo tra innamorati, ma anche tra amici e familiari. Proprio per la sua dolcezza e per il fatto che celebra un sentimento profondo, questa festa piace a tutti, è inoltre la seconda festa più celebrata al mondo dopo il Natale e ogni nazione la festeggia secondo le proprie tradizioni.

Ma vediamo come, quando e perché nasce questa festa!!! Questa ricorrenza ha origini molto antiche, è nata nel 496 d.C., quindi ai tempi dei Romani. Ma perchè il 14 Febbraio? Perché il mese di Febbraio, per i romani, era il mese della rinascita, in cui veniva consacrato il dio pagano Luperculus, dio della fertilità. Per onorarlo, ogni anno, i nomi delle donne e degli uomini venivano mescolati ed un bambino sceglieva alcune coppie che avrebbero dovuto vivere per un anno in intimità affinchè la compagna restasse incinta. Con la nascita della Chiesa Cattolica il dio Luperculus venne sostituito da San Valentino: vescovo martire amico di giovani amanti. Quindi questa festa nasce in onore di San Valentino, un santo cristiano vissuto nel III secolo d.C.Sul motivo per cui San Valentino sia diventato martire ci sono varie versioni: una di queste è che l’imperatore Claudio II avesse proibito i matrimoni durante la guerra, invece Valentino violò questo divieto celebrandoli e pagando con la vita. Un’altra versione dice che Valentino abbia sposato un soldato romano (pagano) con una donna cristiana e per questo sia stato torturato e decapitato. Durante l’Alto Medioevo si diffuse l’usanza dello scambio di regali e di biglietti d’amore.

I simboli dell’amore e del regalo d’eccellenza sono le rose: ogni colore ha un significato particolare ma, si sa che la rosa rossa è il colore dell’amore e della passione. In realtà una leggenda narra che le rose nell’antichità erano tutte di colore bianco perché, la rosa era il fiore sacro dedicato a Venere, dea dell’amore che, correndo verso uno dei suoi innamorati, mise un piede su un cespuglio di rose bianche pungendosi conle spine, così le rose si colorarono del sangue della dea…da qui la creazione della rosa rossa.

La festa è celebrata in tutto il mondo, ma è curioso e divertente vedere come viene festeggiata in particolare in alcune nazioni dell’Oriente.

Nei Paesi europei come Italia, Francia, Spagna, Germania, la tradizione è molto simile, perché San valentino si festeggia con regalini, cene e passeggiate romantiche. In Finlandia ed Estonia questo giorno è il “giorno degli amici” e si festeggia in compagnia di amici.

In Irlanda le origini sono legate molto alla cultura gaelica che in questa occasione consiglia di indossare ilCladdagh Ring (anello con il cuore tenuto da due mani: a seconda di come viene orientato significa “single” o “impegnato”). Si festeggia anche l’inventore della festività, il poeta Geoffrey Chaucher vissuto fra 1300 e 1400, in cui invitava a festeggiare sempre il santo dell’amore. Anche qui si fanno cenette romantiche e si scambiano regalini, ma soprattutto si usa molto scambiarsi segretamente le cartoline con frasi d’amore come omaggio a quelle coppie che si sposavano sotto la persecuzione, sfidando il pericolo.

Negli Stati Uniti i festeggiamenti coinvolgono tutta la famiglia, perché San Valentino, è la festa di “chi si vuole bene” e non solo di chi è in coppia. Anche i bambini sono molto coinvolti in questa festa perché preparano bigliettini e dolcetti che scambiano con genitori, maestre e compagni di classe: gesto condiviso e ben accetto anche dagli adulti che hanno preso esempio dall’ingenuità dei più piccoli.

In Brasile,a febbraio San Valentino coincide con il Carnevale quindi, la festa, viene rimandata al 12 giugno, in onore di Sant’Antonio protettore dei matrimoni e si chiama“Dia dosenamorados”. Anche qui la tradizione è simile alla nostra, ci si scambia cioccolatini, cena, bigliettini d’amore e fiori. Inoltre, si fa una gran festa anche per strada con musica e balli, coinvolgendo sia coppie sia famiglie, mentre i single organizzano rituali magici affinchè l’anno seguente possano essere in coppia. La tradizione vuole che le donne single abbiano con loro per tutto il giorno una statuetta del Santo pregandolo di aiutarle a sposarsi.

In Sudafricala festa si ispira a quella romana chiamata Lupercaliae si celebra la fertilità. Si usa appuntare sulla manica un biglietto con il nome del ragazzo che si ama. È una festa molto attesaperchè in questa circostanza gli uomini scopriranno quali sono le donne interessate a loro. Anche qui ci si scambiafiori e regalini.

In Giappone la festa è relativa al festival del cioccolato. Il cioccolatino Giri Choco, è il cioccolato più venduto nei giorni della festa perché le ragazze ne comprano a quintali per donarlo agli uomini che conoscono. Solo un uomo riceverà il HonmeiChoco, a cui sarà allegato un regalo realizzato a mano da ogni ragazza interessata a lui. Un mese dopo, il ragazzo, dovrà donare un regalo solo alla ragazza di cui è innamorato (White Day).

In India celebrare la festa di San Valentino, alcune volte, crea qualche problema perché itradizionalisti vedono questa festa come un’intrusione nelle tradizioni indiane da parte dell’Occidente. Ma per poterla festeggiare è stata inserita in una leggenda induista secondo cui il dio dell’amore Kamadeva, quel giorno, impugna un arco di fiori e colpisce uomini e donne per farli innamorare tra loro.

In Corea del Sud gli abitanti hanno associato la festa di San Valentino al “White Day”(come in Giappone).Le ragazze regalano ai ragazzi a cui sono interessate il cioccolato. Se il ragazzo è interessato, dopo un mese, ricambia il dono. Inoltre, il 14 aprile, c’è il Black Day: giornata in cui tutti quelli che non sono fidanzati si incontrano per una cena in cui mangiano gli “jajangmyeon noodles” (specie di spaghetti conditi con fagioli scurissimi) e parlano della loro “sfortuna sentimentale”.

In Cina c’è la festa la festa dello Qixi (Festival della Settima Notte), che cade il settimo giorno del settimo mese lunare. Questo festival ha origini nella leggenda di Zhinü e Niulang (Zhinü era la figlia di una divinità e di un pastore vissuti 2600 anni fa). La storia assomiglia a quella di Giulietta e Romeo: i due non potevano amarsi, e quando il padre di Zhinü scoprì che si erano sposati segretamente sulla terra, la mandò a vivere fra le stelle. Ma, ogni anno, uno stormo di gazze si presenta fra la terra e la Via Lattea per formare un ponte che permette loro di raggiungersi e abbracciarsi proprio nei giorni di Qixi. In quella giornata, le ragazze preparano meloni e frutta come offerta a Zhinü, affinchè le ragazze possano trovare un fidanzato innamorato e fedele come il suo. Invece le coppie si recano al tempio a pregare per il loro futuro. Infine, nella notte di Qixi, tutti, single e coppie osservano nei cieli la riunione della stella di Vega e Altair che simboleggiano i due amanti separati. In Cina è l’uomo a portare doni (fiori e cioccolati alle donne), ma nella “La notte dei sette” che si festeggia in agosto, le donnemostrano le loro abilità domestiche per trovare un marito.

Ma c’è un paese dove non si festeggia San Valentino? Si!! Non si festeggia in Russia ed in altri stati dell’Ex Unione Sovietica di religione ortodossa: i governi hanno vietato questa festività dato che non è prevista nel calendario religioso.

Insomma, qualunque sia il modo di festeggiare questo giorno, al centro di tutto c’è solo una cosa l’AMORE, per questo buon San Valentino a tutti!!!

Mattia Di Marzo

NAPOLI? SI’, MA SOTTERRANEA!!!

Recentemente  ho avuto la possibilità di visitare Napoli e non solo in superficie! Quando ho sentito nominare “Napoli sotterranea”, ho immaginato che fosse una vera e propria città “sotto terra”, quasi un mondo al contrario, e invece, con grande stupore, ho scoperto tutt’altro! Si tratta di un substrato che sorregge la città di Napoli da circa 5000 anni. Come si può capire dal nome essa si trova sottoterra, a circa 40 metri di profondità, e durante la seconda guerra mondiale veniva utilizzata per ripararsi dai bombardamenti: oggi, infatti,  possiamo trovare resti di oggetti che si usavano in quegli anni.

Per raggiungere “Napoli sotterranea” bisogna scendere molte scale: una volta arrivati, ci si trova in un’ampia sala di pietra con anche dei posti su cui sedersi, lì giù ci sono anche molti cunicoli alcuni più stretti altri più larghi. La cosa sorprendente è che degli scienziati stanno facendo degli esperimenti per far sopravvivere le piante in presenza di elevata umidità mediante l’uso di una lampada al magnesio che funziona come se fosse il sole.

Ho esplorato questo luogo magico insieme ad una guida, e sono rimasto affascinato dalle storie che mi ha narrato: la più bella è la leggenda del “Monaciello”. Ve la racconto!

Anticamente ogni abitazione nella città di Napoli poteva attingere acqua dalla cisterna sottostante tramite un pozzo al quale aveva accesso il “pozzaro”, una persona che faceva questo lavoro e che si muoveva con destrezza nei sotterranei della città , riuscendo a camminare lungo stretti cunicoli e ad arrampicarsi su per i pozzi. I pozzari, veri signori della Napoli sotterranea, avevano libero accesso a tutte le case mediante i pozzi e nel tempo hanno dato origine a leggende ancora vive nell’immaginario napoletano come quella dei “monacielli”, ovvero spiriti benevoli o maligni che facevano scherzetti alle padrone delle  case, facendo sparire gli oggetti e usando le vie sotterranee che conoscevano bene, per sparire o apparire, sotto il mantello da lavoro che somigliava appunto al saio di un monaco.

Seguendo il nostro percorso lungo i sotterranei, abbiamo dovuto attraversare un cuniculo molto stretto e buio, che è l’incubo delle persone claustrofobiche, ma che va assolutamente visto!! All’inizio bisogna camminare con la testa bassa per circa 3 metri, poi si prosegue in uno spazio largo 50 cm, ma lungo 80 metri. Io mi sono fatto coraggio e l’ho attraversato: alla fine non è stato così difficile perché ogni tanto c’erano delle zone più ampie che ospitavano grandi piscine piene d’acqua cristallina: lì ci si ricreava un po’ e alcune persone buttavano le monete per esprimere un desiderio, l’ho fatto pure io!

Quando siamo tornati nella sala principale il nostro viaggio non era ancora finito e la guida ci ha  accompagnati lungo una strada misteriosa di Napoli per poi raggiungere un’antica abitazione nel cui sottoscala sono stati trovati i resti di un teatro romano risalenti ai tempi di Nerone, anche questa, come tutta la visita, è stata una inaspettata e piacevole scoperta!

Mattia Di Marzo

MERAVIGLIA NEW YORK!!

Bari e New York non sono proprio vicine, le separano ben nove ore di volo e un oceano, ma lo stupore e la meraviglia che si provano davanti a tanta bellezza valgono l’impresa di arrivarci!!

Grattacieli enormi, strade lunghissime, insegne luminose ovunque: i turisti sono immediatamente riconoscibili perché camminano a testa in su e si girano continuamente a destra e sinistra perché vogliono godersi, increduli, tutto lo spettacolo!

La prima sensazione che hai quando vedi tutto ciò è quella di sentirti dentro un film …. Ci sono anche i tombini fumanti e le macchine della polizia, proprio come nei film polizieschi e di mafia e tu ti senti quasi un protagonista di una serie TV. 

Ogni quartiere di New York è grande quanto la nostra città, e cambia aspetto ogni 2-3 isolati: hai la sensazione di visitare sempre città diverse, invece sei sempre lì, nella Big Apple!!!

Ma perché New York è chiamata così? Il motivo è molto antico, bisogna andare indietro nel tempo e pensare a quello che succedeva a New York negli anni ’30 de Novecento: la mela rossa è il simbolo dei soldi e del successo e si racconta che i musicisti di musica jazz che suonavano nei numerosi locali di Harlem e Manhattan ricevessero come guadagno proprio una grossa mela rossa. Il nome è rimasto negli anni a definire questa immensa città proprio perché simbolo di successo economico e grande prosperità. E quando sali al 103 piano dell’Empire State Building hai quasi la sensazione di riuscire a prendere in mano questa “Big Apple”che si mostra maestosa ai tuoi piedi.

L’altra caratteristica che rende New York piena di fascino è che è piena di persone di ogni nazionalità e colore: credo sia la città più multietnica del mondo! Anche in questo caso c’è una storia da raccontare e noi l’abbiamo scoperta il giorno in cui abbiamo visitato Ellis Island e Lady Liberty.

L’isolotto di Ellis Island era il punto di arrivo degli immigrati di tutto il mondo, il luogo in cui, dopo giorni di navigazione, la gente arrivava con gli occhi pieni di speranza, pensando di avere un futuro migliore, ma non sapeva che non era ancora detta l’ultima parola. Infatti tutti coloro che arrivavano dovevano prima superare una serie di visite mediche e avere il permesso per rimanere nel Paese. Solo dopo aver ricevuto l’approvazione potevano partire per realizzare i loro sogni, e, purtroppo, non tutti ci riuscivano! Dato il numero elevato di persone che nel lontano passato è arrivato a New York in cerca di fortuna, probabilmente ognuno di noi ha un antenato che ha vissuto a New York. 

Dimenticavo: se andrete a Central Park, un’immensa meraviglia a cielo aperto, e avrete l’impressione di esservi persi (potrà capitare perché è enorme…) non preoccupatevi: il parco è costellato di lampioni, e su ognuno, in basso, sono presenti 4 numeri: i primi 2 indicano la strada più vicina, e gli ultimi due indicano se ti trovi al lato est o ovest del parco! 

Buon New York a tutti, allora!!!

Mattia Di Marzo