“QUI NON SI VENDONO PIU’ BAMBOLE”: INTERVISTA A MICHELE SCIACOVELLI

Il 27 maggio le classi terze della scuola secondaria Nicola Zingarelli di Bari hanno assistito allo spettacolo dell’accademia OltrePalco intitolato “Qui non si vendono più bambole” ispirato al libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, sulla vita di Giovanni Falcone.

Tutti i giovani attori e le giovani attrici erano sorprendentemente bravi: non sembrava di assistere ad uno spettacolo amatoriale, ma ad uno spettacolo teatrale di attori professionisti!

Uno di loro, Michele Sciacovelli, è un mio compagno di classe e vederlo muoversi sul palco come un attore “vero” mi ha fatto una grande impressione, tanto che ho deciso di intervistarlo.

Da quanti anni ti dedichi alla recitazione ?

Recito da sette anni e il mio primo spettacolo l’ho fatto in prima elementare, a sei anni, quando ero ancora ignaro che quell’allora piccolo hobby sarebbe diventato la mia passione più grande.

Cosa ti piace del teatro?

Il teatro è un luogo meraviglioso nel quale ti puoi esprimere senza alcun tipo di censura, dove puoi essere tante persone diverse e scoprire che ognuna ha qualcosa del vero te. Il teatro è il luogo delle emozioni, e la cosa più bella è che le provi tu, a volte in maniera davvero travolgente, e poi, man mano che diventi bravo, puoi anche trasmetterle agli altri.

Penso che il teatro sia bello anche perché ti insegna ad andare avanti quando hai un problema e soprattutto ti fa maturare mentalmente grazie ai piccoli ma significativi insegnamenti di ogni copione: questo è il mio modo per esercitarmi ad affrontare le situazioni difficili che mi attendono nella vita reale.

Cosa provi quando sei sul palco e tutti ti osservano?

Quando recito cerco sempre di non pensare a niente che non sia ciò che sto facendo in quel momento, ma quando recitano gli altri, a volte, non riesco a mantenere lo stesso livello di concentrazione e mi capita di pensare alle battute che vengono dopo o al movimento che devo fare, perché voglio sempre dare il massimo e non sbagliare.

Se il pubblico è vicino e sono in un momento in cui recitano gli altri, cerco di guardare le persone che non conosco per non farmi prendere dall’ansia nel vedere amici o parenti, anche se a volte la curiosità di guardare dove sono seduti non riesco proprio  a fermarla …

Alla fine dello spettacolo mi hai raccontato che qualcosa non è andata come avrebbe dovuto; confesso di non essermene accorto. Come sei riuscito a mantenere il controllo tanto da far sembrare che tutto facesse parte del copione?

Ammetto che oggi c’è stato un attimo di panico: il copione prevedeva che tutti noi presenti sul palco gettassimo la giacca a terra, e quando ho notato che la mia non si apriva mi sono agitato tantissimo: ero proprio impanicato, ma, per fortuna, quando si ha una buona memoria ci si può permettere di cambiare le scene e improvvisare, perciò ho sbottonato la giacca piano e l’ho gettata giù mentre parlavo.

Chi è Michele Sciacovelli quando non recita?

Quando non recito sono un ragazzo come tanti, tranquillo e socievole; mi piace molto giocare a pallavolo, ma anche vedere le serie tv.

Credo molto nell’amicizia e infatti ho molti amici con i quali condivido rapporti basati sulla sincerità e l’empatia. Amo il mare.

Cosa consigli ai ragazzi che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso? In cosa devono impegnarsi?

Per recitare è necessaria molta determinazione, voglia di imparare, autocorrezione e sopratutto tempo da dedicare alla propria passione.

La cosa bella del teatro è che per farlo “non ci vuole una laurea”, come si suol dire: tutti possono recitare e, con l’impegno e la passione, tutti possono diventare bravi!i

La cosa che mi colpisce ancora quando parlo con chi, come me, ama recitare è che ciascuno è spinto da una motivazione diversa (c’è chi lo fa per esprimere i propri sentimenti, chi per diventare più socievole, chi per passare il tempo) ma, alla fine, tutti  sono uguali perché sul palco finiscono per liberare le mente e il corpo e lasciarsi trasportare solo dall’emozione.

Che messaggio vuoi trasmettere a chi leggerà questa intervista?

Voglio dire a tutti che raggiungere i propri obiettivi è importante, ma  è ancora più importante il percorso fatto per raggiungerli: è proprio quello  che ci rende come siamo oggi e ci aiuterà ad essere gli uomini e le donne di domani-

A volte dobbiamo trovare anche noi il coraggio per dire alla nostra vita e a chi cerca di controllarla: “Qui non si vendono più bambole”!

Federico Trotta

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