“All’improvviso mi è crollato tutto”.
Inizia così il monologo di Giovanni Allevi, tornato sul palco dell’Ariston del Festival di Sanremo dopo quasi due anni di malattia e sofferenza. Il famoso pianista ha scoperto nel giugno 2022 di essere affetto da mieloma multiplo, una malattia rara che colpisce le cellule del midollo osseo e da allora non era più comparso in pubblico.
Le parole di Allevi sono state una grande lezione di forza e determinazione, aiutano a scardinare il muro dei pregiudizi legati alle malattie e alla diversità, offrono sostegno e comprensione a coloro che si trovano a combattere contro il dolore e la sofferenza. Ma anche a noi giovani, che riconosciamo la grandezza, quando la vediamo.
Dalla scoperta della diagnosi e per tutto il lunghissimo periodo trascorso in ospedale, Giovanni Allevi ha perso tante certezze, ma non la speranza e la voglia di vivere. Guardando fuori dalla finestra della sua stanza d’ospedale ha scorto la bellezza della vita, e questo per noi tutti è un esempio straordinario e da seguire. Il suo monologo è un invito alla solidarietà e alla compassione, un richiamo a guardare oltre le apparenze e a riconoscere il valore di ogni individuo, indipendentemente dalla sua condizione di salute. In un mondo che talvolta sembra privo di empatia, le parole di Giovanni Allevi rappresentano un inno alla speranza… forse, ancora meglio, un vero e proprio inno alla vita.
Con la sua voce tremolante e flebile, a volte rotta dalla fortissima emozione, il maestro ci ha permesso di riflettere su alcuni Doni che, spesso, diamo per scontati: “doni inattesi”, come ha detto: il valore dell’unicità dell’individuo, la riconoscenza per l’affetto che si riceve dagli altri, la riscoperta della bellezza della natura, la scoperta dell’immortalità dell’anima, la liberazione dal peso del giudizio esterno, la gratitudine nei confronti della bellezza del creato e di chi ci tende la mano nella vita.
Non credevo che avrebbe suonato, invece, dopo le parole è stato il tempo ella musica e Giovanni Allevi ha finalmente realizzato il sogno di tornare a suonare davanti al pubblico. L’ha fatto senza temere di non essere all’altezza della sua fama, come solo i grandi possono fare.
L’esecuzione del brano, Tomorrow, scritto durante la malattia, è un inno a guardare al domani, perché solo nel domani è possibile coltivare la speranza.
Giosuè Bennardo