Dietro il palco della Festa dei Popoli

Il giorno 26 maggio la nostra scuola “Nicola Zingarelli” di Bari ha partecipato alla Festa dei Popoli, durante la quale gli alunni si sono cimentati in canti, balli, poesie e recitazioni; è stato un progetto molto impegnativo a cui ho partecipato personalmente e che ho apprezzato molto.

Ho seguito diverse prove di canto e alcune di ballo; la canzone che ha accompagnato la danza è stata la nota “Waka Waka”, di Shakira, inno ufficiale dei mondiali 2010 in Sudafrica. Questa canzone è speciale perché è scritta in tante lingue diverse (inglese, africano e spagnolo) e lancia un importante messaggio di solidarietà: il tema principale è la musica a sostegno dell’integrazione. E’ allegra, vivace come l’Africa e trasmette energia e gioia, contribuendo a unire le persone dei diversi paesi intorno alla stessa passione; ed è proprio questo il messaggio che vuole mandare la Zingarelli: diversi ma uniti.

Purtroppo non ho potuto vedere l’esibizione dei miei compagni durante lo spettacolo vero e proprio, perché il grande giorno non sono stata presente, però ho assistito alle prove, e da dietro le quinte ho visto l’impegno e anche la fatica dei partecipanti:  gli sbagli, gli errori, le stesse cose ripetute più e più volte…

Osservando da dietro le quinte ho imparato che l’importante non è solo la bellezza di un lavoro completato, ma il tempo che gli si è dedicato, le rinunce che si sono fatte per curarlo, la pazienza di provare e riprovare per rendere tutto perfetto,  i sacrifici che ognuno è disposto a fare…

La prima prova a cui ho partecipato si è svolta il 26 aprile, con la sezione G, ed era una prova di danza: ogni classe provava dei passi originali come, per esempio, quelli che riproducevano una bicicletta, simbolo dell’importanza dell’aiuto degli altri.

La seconda prova è stata quella di canto: gli alunni di diverse classi, riuniti in un coro, hanno cantato “Supereroi”, anche questa una canzone speciale ed emozionante perché tutti siamo dei supereroi nell’affrontare la vita di ogni giorno….

La parte dello spettacolo che ho apprezzato di più è stata quella recitata: si è trattato di un argomento molto importante, ovvero la terribile situazione delle donne in Iran.

Ragazze di diverse classi indossavano un velo sul capo e una maschera che copriva loro il volto, proprio come accade attualmente alle donne in Iran. Salendo sul palco, le ragazze  si toglievano il velo e la maschera mostrando a tutti di essere donne e di esserne fiere. Hanno letto frasi di giovani donne che sono morte per aver lottato per la libertà, per il diritto al voto, la libertà di pensiero, di religione …

Il significato profondo della Festa dei Popoli non è solo l’unione e la solidarietà, ma anche la libertà e il grande potere di esprimere quello che pensiamo, che non è un diritto che possiedono tutti in questo mondo.

Non dobbiamo mai dimenticare quanto siamo fortunati a vivere in un paese libero: cerchiamo di mettere a frutto la nostra libertà, di usare le parole con consapevolezza, non per insultare o ferire, ma per comunicare e costruire bellezza.

Ringrazio Zingarelli News che dà a tutti noi la possibilità di liberare i nostri pensieri.

Vittoria Vitale

UNA PACE VERDE PER IL NOSTRO PIANETA: GREENPEACE ALLA SCUOLA ZINGARELLI

L’istituto Nicola Zingarelli offre a noi alunni la possibilità di incontrare persone a volte davvero straordinarie che “ci raccontano” il mondo e ci danno la spinta per iniziare ad essere anche noi cittadini.

Questa settimana sono venuti a trovarci due membri di Greenpeace, l’associazione che si impegna da anni in azioni dirette alla tutela del pianeta.
Greenpeace è nata nel 1971, quando un gruppo di volontari cercò di bloccare un esperimento nucleare che consisteva nel far esplodere una bomba sull’isola di Amchitka, una zona naturale protetta che sarebbe stata devastata dalla tremenda esplosione.

Dopo quella prima impresa, che purtroppo non andò a buon fine, il gruppo ebbe il sostegno di molte persone e organizzò altre spedizioni del genere, sempre volte a tutelare il pianeta e la sua “pace verde” utilizzando la Rainbow Warrior I, ovvero la loro prima nave.
Questa , dopo che venne affondata, fu sostituita dalla Rainbow Warrior II, nave attrezzata in modo da ridurre al minimo il suo impatto ambientale, in seguito donata al Bangladesh per essere utilizzata come ospedale.

Nel 2011 è stata costruita la Rainbow Warriow III, dotata di 1256 m2 di vele per ridurre il consumo di carburante: è una nave sostenibile , unica nel suo genere, equipaggiata con le più moderne tecnologie di comunicazione e dotata di due scialuppe di salvataggio. I volontari di Green Peace permettono talvolta di visitare la nave a chi lo desidera , e organizzano concerti e spettacoli interattivi a bordo.

Incontrare i volontari e conoscere nuove associazioni (oltre a Greenpeace abbiamo incontrato anche Legambiente) mi è piaciuto molto: fino a pochi giorni prima non pensavo ci fossero delle persone che ogni giorno si impegnano per cercare di salvare il nostro pianeta e ammetto che saperlo ha cambiato il mio modo di pensare all’ambiente.

Personalmente, infatti, molte volte ho pensato a cosa posso fare io nel mio piccolo per combattere il cambiamento climatico e l’inquinamento, ma spesso mi sono sentita sola in questa impresa; ora, invece, so che non lo sono e che altri come me desiderano un pianeta sano. Siamo tanti, e le piccole azioni di ognuno possono diventare un unico grande aiuto per il nostro pianeta.

Riflettendoci potremmo dire “coloriamo il mondo e non lasciamo che la punta si spezzi”, ovvero siamo noi stessi , non spegniamo quella fiamma che arde in noi e soprattutto non siamo superficiali e non arrendiamoci , non “spezziamoci”, anche se le cose sono difficili.

Pensiamoci come coloro che hanno salvato il Pianeta!

Passo e chiudo!

Vittoria Vitale

disegno di Federica Stanzione De Stasio

GIORNATA DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio è la giornata in cui si ricorda la liberazione degli ebrei dai campi di concentramento; è stata chiamata Giornata della Memoria perché non si dimentichino mai le terribili violenze subite dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le violenze perpetrate ai danni degli ebrei da Hitler e Mussolini con la creazione dei campi di concentramento non sono paragonabili a nessun’altra crudeltà mai subita da altri esseri umani; sono state e sono ancora commesse terribili atrocità nei confronti di uomini e di gruppi di uomini, ma mai queste sono state messe in atto nei confronti di tante persone e sparse in tanti paesi del mondo: gli ebrei sono stati rastrellati da ogni luogo e portati nei campi di concentramento. Questi luoghi terribili avevano una recinzione di filo spinato che serviva a non far scappare i prigionieri, che qui vivevano in condizioni disumane, tutti ammassati, senza cibo, al freddo, privati della dignità e perfino del nome.

Anche prima dei campi di concentramento, durante la persecuzione, molti bambini hanno perso i loro genitori e, come raccontano numerosi film tra cui “il bambino con il pigiama a righe”, gli ebrei all’improvviso non potevano più uscire, lavorare, vedere i loro amici, i bambini non potevano giocare e dovevano solo soffrire come se avessero compiuto un atto imperdonabile. 

Secondo i nazisti, loro dovevano solo soffrire perché erano sbagliati, nessuno poteva aiutarli e questa è una grande ingiustizia. Se penso o provo a immaginare i dolori subiti e le sofferenze patite, io rimango incredula….

Istintivamente mi chiedo come faccia Liliana Segre a raccontare e ricordare le violenze subite e la paura di non riuscire a sopravvivere, poi, però, penso che grazie a persone come lei conosciamo le cattiverie che è in grado di fare l’uomo a un altro uomo e possiamo stare in guardia. 

Sembra banale ma dovremmo imparare a metterci dalla parte dell’altro e tante cose andrebbero diversamente. 

Per esempio Hitler non ha mai pensato che avrebbe potuto essere dall’altra parte, dal lato di coloro che lui ha ritenuto “sbagliati” e che avrebbe potuto soffrire anche lui come hanno sofferto gli ebrei. 

La testimonianza di Liliana Segre è importante perché ci ricorda cosa può fare un uomo ad un altro uomo, solo perché lo reputa “diverso”. Ma poi, diverso da chi?

Vittoria Vitale 

La Compassione è solo una parola o ci riguarda personalmente? Cronaca di una mattinata speciale

Il giorno 15 ottobre 2022, presso la scuola Zingarelli, si è tenuta la premiazione per la 35° edizione del concorso di disegno “UN POSTER PER LA PACE”¸: organizzato dai Lions, associazione diffusa in tutto il mondo e che si occupa di promuovere iniziative di beneficenza per raccogliere fondi in favore di iniziative che promuovono il benessere delle persone. Il fondatore del Lions International è Malvin Joes e la sede centrale dell’associazione si trova in America.
Il tema del concorso, quest’anno era “Guidare con Compassione“, e in occasione della premiazione sono venutio nella nostra scuola i coordinatori del concorso: Domenico Epicoco, ex preside, e la professoressa Concetta Deflammines.
Io li ho conosciuti personalmente all’inizio della presentazione, e ho avuto l’opportunità di intervistarli.
Rispondendo alle domande che ho posto loro, mi hanno spiegato che in Italia i Lions sono divisi in diversi club e 17 distretti: ogni club è autonomo e organizza diversi incontri per i propri membri.

A Bari ci sono 12 club Lions: i Lions – Bari San Nicola.
La professoressa e l’ex preside sono stati onorati e felici di parlare a noi ragazzi di concetti importanti come la pace, e di come si possa rappresentarla ciascuno a proprio modo mediante un disegno.
Dopo aver intervistato i coordinatori del concorso c’è stata la premiazione: i disegni dei partecipanti trasmettevano in modi diversi l’intenzione di migliorare il mondo, ed erano tutti bellissimi. Proprio per l’unicità di ciascuno – ha detto la professoressa Deflammines- è stato difficile selezionare solo quattro disegni a cui assegnare il premio.
Di questo bellissimo incontro porto nel cuore questo messaggio: noi ragazzi che vivremo insieme il domani dobbiamo cercare di essere una squadra, perché da soli non siamo nessuno ma insieme siamo una forza; tutti noi dobbiamo cercare di ribellarci quando qualcosa non ci sembra giusto e cercare di difendere i principi in cui crediamo e soprattutto aiutare chi è in difficoltà, non lasciarlo mai solo, porgergli una mano, mostrare compassione verso l’altro, cioè vivere con lui le gioie e i dolori.
La compassione ci riguarda personalmente e non è una parola che sentiamo
solo dire in giro senza capirne il significato. Avere compassione però non è sempre facile, a volte non ti viene spontaneo porgere la mano ma dobbiamo sempre pensare che potremmo ritrovarci noi dall’altra parte, dalla parte di chi ha bisogno, e guardare l’altro come vorremmo essere guardati noi.

Vittoria Vitale