A scuola con Davide Morosinotto. Incontro con l’autore di “Il fiore perduto dello sciamano di K.”

Leggere in classe durante le ore di narrativa il libro scritto da Davide Morosinotto “Il fiore perduto dello sciamano di K” è stato appassionante e coinvolgente, ma incontrarlo di persona è stata un’esperienza difficile da dimenticare.

Il libro racconta l’avventura di Laila,  una ragazza con una malattia grave che affronterà insieme al suo amico El Rato, conosciuto nell’ospedale del Santo Toribio, un lungo e intrepido viaggio attraverso la rigogliosa foresta Amazzonica per trovare il fiore che spera le consentirà di guarire.

La penna di Morosinotto ci ha subito coinvolti, facendoci immergere nella storia e rendendoci partecipi dei tanti episodi avventurosi, come il pericoloso viaggio in aereo verso Iquitos, la pesca dei ricordi nel mondo degli Spiriti e l’incontro tanto atteso con la Sachamama.

Quando abbiamo finito di leggere il libro, abbiamo pensato realizzare “prodotti” creativi ad esso ispirati per omaggiare, ringraziandolo, l’autore in occasione del tanto atteso incontro. La mia classe ha ideato e realizzato un gioco dell’oca e uno di carte (simile a Magic) facendo riferimento a personaggi, ambienti e trame del libro; un cartellone e alcuni souvenirs di pixel art. E’stato divertente lavorare in gruppo e mettere insieme le idee di tutti per trovare una soluzione comune che piacesse all’autore. Ci tenevamo a fare qualcosa di originale!

Quando finalmente abbiamo incontrato Davide Morosinotto nell’auditorium della nostra scuola mercoledì 18 gennaio eravamo emozionatissimi! Gli abbiamo mostrato i nostri lavori che lui ha molto apprezzato e abbiamo avuto anche la possibilità di porgergli delle domande relative alla sua esperienza di scrittore in generale ma anche inerenti il testo letto a scuola. C’erano davvero tante curiosità che volevamo soddisfare!

  1. Come hai pensato di poter diventare uno scrittore di libri per ragazzi?

Scrivevo, non certo pensando al successo che ne sarebbe potuto scaturire, perché mi piaceva. Poi un giorno ho capito che le mie storie interessavano anche ad altre persone, soprattutto ragazzi; da allora ho iniziato a farlo ‘sul serio’.

  • Generalmente le persone si alzano e vanno a lavorare. Com’è ,invece, la giornata di uno scrittore? Ti dai degli orari per scrivere?

Non mi dà degli orari per scrivere perché, per esempio, adesso mi trovo qui con voi a Bari; tra                           qualche ora mi troverò in altre scuole di altre regione e terminerò i miei impegni alle 22:00. Pertanto oggi non riesco a scrivere nel pomeriggio, come sempre faccio solitamente. Però, in treno, stasera, 2 righi li scriverò, per tenermi allenato e per non perdere l’abilità di scrittura.

  • Ricorda qual è stata la prima cosa che hai scritto che ti ha fatto credere di poter diventare uno scrittore.

La prima cosa che ho scritto è un testo, il cui protagonista era una fogliolina che si era staccata da un albero che doveva viaggiare tra vari mondi per trovare un tesoro. Non ho fatto leggere il testo alla maestra, l’ho tenuto per me.

  • Nel libro “Il fiore perduto dello sciamano di K” perché hai scelto di mettere degli animali guida all’inizio di ogni capitolo?

C’è un libro che si intitola “L’ombra del vento” e all’inzio di ogni capitolo c’è un simbolo; ho preso spunto da lì.

  • Qual è il tuo personaggio preferito nel libro “Il fiore perduto dello sciamano di K”?

Il mio personaggio preferito in assoluto è Miguel Castillo, perché è il personaggio più imprevedibile, quello che mi ha stupito di più per la sua evoluzione. Perché, dovete sapere, a me i personaggi vengono in mente e si presentano; poi, decidono loro cosa fare e dire ed io solo in alcuni casi riesco a prevenire le loro mosse. Miguel è quello che si è fatto più da sé.

  • Alcuni personaggi del libro “Il fiore perduto dello sciamano di K” non hanno uno spirito che li rappresenta come, per esempio, il compagno Ladoga; che spirito attribuiresti a quest’ultimo?

L’orso. Ladoga è un personaggio che ha molto coraggio e molta grinta; quindi lo comparerei sicuramente ad un orso.

Ascoltare  Davide è stato molto piacevole: è un ragazzo molto allegro e vicino al  nostro mondo (oltre alla scrittura ama i videogiochi e ne è stato anche ideatore). E’ stata una esperienza arricchente che ha incentivato in me una grande voglia di scrivere e di conoscere il mondo.                                                                                                                                                                  Giosuè Bennardo

IL RINOMATO CATALOGO WALKER & DAWN

Se ti piace leggere i libri che hanno come tema l’avventura, penso che “Il rinomato catalogo Walker & Down”, di Davide Morosinotto, faccia proprio al caso tuo!!!

Davide Morosinotto che ha scritto circa trenta libri per ragazzi, con questo romanzo, pubblicato nel 2016, ha vinto il Premio Andersen come miglior libro per ragazzi e il Superpremio 2017, quindi è stato davvero apprezzato dalla critica.

Nel romanzo, ambientato nel 1904, in America, quattro ragazzi di nome Te Trois, Eddie, Julie e Tit, molto legati fra loro, vivono una serie di avventure, Risolvono dei misteri e affrontano anche dei pericoli. Tutto ciò è legato ad un catalogo “Il rinomato catalogo Walker e Dawn”.

La narrazione è davvero particolare perché la storia è chiusa in quattro parti, ognuna di esse raccontata dal pov (punto di vista) di un personaggio diverso che il lettore scopre e conosce meglio andando avanti con la lettura.

La prima parte, “Il Bayou”, è raccontata da Te Trois, un ragazzo di circa tredici anni, molto premuroso, furbo e paziente, ma per i miei gusti un po’ troppo egocentrico e spericolato che spesso assume il ruolo di leader. 

La seconda parte “Il fiume e la strada”, invece, è narrata da Eddie, un ragazzo di quattordici anni, intelligente, molto empatico, ipocondriaco e timoroso; dal gruppo è quello che sa leggere scrivere meglio. È il mio personaggio preferito, seguito da Julie, perché mi piace il modo di cui sdrammatizza una situazione e mi è piaciuto fin da subito.

La terza parte, “La città”, raccontata da Julie, una ragazza molto bella di tredici anni, coraggiosa, indipendente, molto sincera e prudente. È la sorella di Tit, anche se fisicamente sono molto diversi tra loro. Di Tit non sappiamo molto, è un bambino di 7 anni di colore, non parla molto, ma gli piace contare.

Dal romanzo si alternano narrazioni, accurate descrizioni ricche di similitudini e metafore e soprattutto colpi di scena e suspence, All’avventura si mescola il genere giallo e il mistero.

Il mio parere personale su questo libro è che è fantastico!!! Ho amato le descrizioni accurate, i personaggi ben strutturati, i luoghi… insomma ti consiglio con tutto il cuore di leggerlo!!!

Mariagloria Fraddosio

Intervista a Davide Morosinotto

Il 25 gennaio abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare l’autore del libro “Il Rinomato Catalogo Walker&Dawn”, vincitore del Superpremio Andersen del 2017 e autore di altri successi come “La sfolgorante luce di due stelle rosse” e “Il fiore perduto dello sciamano di K” (facenti parte della trilogia) e “La più grande”. Stiamo parlando di Davide Morosinotto (Bologna).

In quale personaggio del “Rinomato Catalogo Walker&Dawn” si identifica meglio?

“Da un punto di vista, nessuno mi somiglia, perché sarebbe noioso scrivere su di me. Dall’altro punto di vista il mio personaggio preferito è Julie, perchè sono riuscito a raccontare la sua storia nella terza parte del romanzo.”

Da dove ha tratto ispirazione per scrivere “Il Rinomato Catalogo Walker&Dawn”?

“Un mio amico, qualche tempo fa, mi regalò un catalogo americano. Iniziai a sfogliarlo e mi piacque tanto. Pensai che, se fossi stato agli inizi del ‘900, avrei comprato subito una rivoltella. Da lì ho subito pensato all’idea dell’orologio e la storia è venuta da sé.

Inizialmente pensavo che il libro fosse completo senza la parte di Tit, perché lui non parlava molto. Ma quando la casa editrice Mondadori decise di acquistare la mia opera, mi disse di scrivere il finale facendo raccontare Tit. Siccome l’idea non era di mio gradimento, cercai di farlo peggio possibile, ma il successo fu talmente tanto che non me lo immaginai.”

Il libro l’ha scritto solo lei?

“Il nome sulla copertina è il mio, perché ho scritto la prima bozza. Voi leggete la decima versione del libro, scritta da me e dal mio team (Book on a Tree). Ogni tanto ci scambiamo i libri per migliorarli.”

Perché i titoli dei suoi libri sono particolarmente lunghi?

“Non scelgo io il titolo, quello è il compito del titolista. Inizialmente volevo chiamare il primo della trilogia “La banda dell’orologio”, mentre il titolista “Gangster”. A poco dalla stampa decidemmo di chiamarlo “Il favoloso catalogo Walker&Dawn” che modificammo con “Rinomato”, perchè, in quel momento, tutti i libri cominciavano con “Favoloso”. Sinceramente il titolo non mi piaceva molto e continua a non piacermi del tutto.”

Qualcuno tra i quattro ragazzi ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale?

“Si, compare nel secondo libro. Non sarà un personaggio principale, bensì una comparsa.”

Chi potrà mai essere…Non ci resta che leggere il libro!

Abbiamo poi continuato con le domande.

Chi ha ucciso Mr Darsley?

“Mi piace far finire le storie con suspense, così puoi farle finire tu”

Era emozionato quando ha vinto il Superpremio Andersen 2017?

“Non molto, perché lo stavo scrivendo già da tanti anni e l’avevo letto e riletto nella sua forma originale, quindi pensavo che non avrei vinto.”

Qual è il tuo personaggio preferito di “Il fiore perduto dello sciamano di K”?

“Ladoga, perchè, in confronto agli altri, ha una storia.”

Com’è nata l’idea del terzo capitolo della trilogia?

“Questa storia l’ho sognata: mi trovavo in una foresta con un clima equatoriale. Ho cominciato a studiare le foreste, fino a quando non ho trovato la Foresta Amazzonica e Iquitos, dove vive la migliore amica peruviana di mia sorella Chiara, la quale mi ha fatto incontrare suo zio, che è uno sciamano. Ho preso un volo per Iquitos, dove ho fatto molte esperienze, come cadere nel fiume Rio delle Amazzoni. Ambientazione e tempo gli ha scelti la storia.”

Perchè Laila fa questa scelta? (Non diciamo quale, così non spoileriamo!)

“Inizialmente non avevo idea di come finire il libro, perché l’avrei fatto sembrare finto. Non posso scegliere io il finale del libro, sono le 300 pagine precedenti a farlo. In origine “Il fiore perduto dello sciamano di K” aveva 60 pagine in più, ma io e il mio team le abbiamo tagliate, perché la storia non andava più avanti.”

E’ finita la saga?

“Sì, non ci sarà più altro che la riguarda.”

Voleva diventare uno scrittore già da bambino?

“Ho iniziato a scrivere in seconda media, quindi alla vostra età, grazie a mio cugino che mi ha proposto di partecipare a una gara. Dovevamo scrivere una storia, ma io non ho vinto, infatti sono arrivato ventesimo. Ma ho continuato a partecipare alle diverse competizioni anche se perdevo sempre. C’è stato un momento in cui decisi di abbandonare la scrittura, ma siccome la mia fidanzata non voleva mi disse:“Se smetti di scrivere, io ti lascio”. Quindi ricominciai a scrivere.”

Qual è stato il tuo primo lavoro?

“Ho lavorato per i videogames e poi ho iniziato a scrivere professionalmente libri. Adesso lavoro anche all’ideazione di giochi.”

Ha mai scritto film o serie tv?

“Si. L’altro giorno ci ha lasciati Vialli e io e il mio team, avendo scritto la sua biografia, non abbiamo esitato a scrivere il film, che hanno annunciato il giorno dopo al tg.”

Da dove ha tratto ispirazione per scrivere il romanzo “La più grande”?

“Stavo passeggiando tra le bancarelle dell’usato, quando mi ha attratto un libro. L’ho aperto e ho trovato l’illustrazione di una piratessa. Decisi subito di comprarlo. Lo lessi e scrissi un libro sul pirata più grande che sia mai esistito, Shih Ching, che ho chiamato Shi Yu.”

Qualcuno ti ha aiutato a scrivere libri?

“Si, Domenico Baccalario, uno scrittore con 28 milioni di copie al mondo vendute che è’ diventato il mio maestro e Alessandro Gatti, il quale mi ha aiutato a scoprire il colpevole dell’assasinio di Miss Dawn in cambio di una cena e che mi ha dato l’ispirazione per il personaggio di “Alex The Cat”.”

Ha consigli di scrittura da dare?

“Leggete e scrivete. Se è possibile, tutti i giorni, anche poche righe. E’ un esercizio che aiuta tanto.”

Arianna Manfredi e Carola Tomasicchio