Telefono “sotto controllo”: sì o no?

Molti genitori hanno le password del telefono dei propri figli e installano un’App che consente di localizzarli.

Non tutti sono d’accordo sull’opportunità di questa forma di controllo, ritendo che sia eccessiva, ma io credo che una forma di protezione nei confronti dei minori sia, invece, importante, soprattutto durante la prima fase dell’adolescenza.

Viviamo in una società che purtroppo vede i giovani esposti a innumerevoli rischi: la violenza è uno di quelli più rilevanti e preoccupanti, e verificare cosa i ragazzi fanno sul loro cellulare è un modo che può fornire valido supporto per dare un po’ di serenità ai nostri genitori, che da una parte vogliono renderci indipendenti ma che dall’altra sanno che siamo ancora troppo immaturi per affrontare tutti i problemi che ci circondano.

Il controllo del telefono può anche segnalare situazioni ad alto rischio tipo bullismo e pedofilia che risultano essere le problematiche più dilaganti nell’era in cui viviamo, e l’App di localizzazione consente ai nostri genitori di vivere più serenamente i momenti in cui siamo lontani.

Penso che potere utilizzare lo smartphone ci dia la possibilità di non sentirci mai isolati o soli e che, a fronte di questa opportunità, possiamo anche accettare di essere in parte controllati dai nostri genitori i quali hanno certamente il solo intento di proteggerci.

Ai ragazzi però non piace né essere controllati né avere la sensazione di essere sempre “collegati” ai genitori come quando erano piccoli, e anche questo è comprensibile.

A mio parere, come in tutte le cose, ci vogliono equilibrio e rispetto: il controllo non deve essere attenzione eccessiva per ciò che facciamo, ma possibilità di intervenire, in caso di necessità .

Alfredo Bressani

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