Amedeo: il cavaliere immaginario (scrittura creativa liberamente ispirata al Cavaliere inesistente di Calvino)

Tanto tempo fa c’era un cavaliere di nome Amedeo Di Castelmare. Era uno degli uomini più valorosi e più importanti della corte di Carlo Magno. Purtroppo da bambino era rimasto presto orfano ed era stato affidato al nonno. Questi però non poteva dedicargli tanto tempo, perché era un cavaliere molto conosciuto e viaggiava.

Amedeo aveva sempre desiderato diventare come lui, e per questo appena possibile  incominciarono ad allenarsi insieme.

Così, dopo la morte del nonno, Amedeo divenne cavaliere. Il Re gli consegnò in omaggio un’arma nuova di zecca per combattere, lui però continuò ad usare la spada che il nonno gli aveva donato quando era piccolo, anche se era ormai molto vecchia.

Avvenne che in una delle battaglie che dovette affrontare, si spezzò la punta. Amedeo ci rimase molto male, ma non la cambiò e, anche se rotta, continuò a combattere con la sua lama preferita.

Il cavaliere Amedeo aveva raggiunto i venticinque anni, indossava la sua armatura sgargiante, argentata e molto robusta, e non mostrava quasi mai il volto. Le poche persone che erano riuscite a vedere il suo volto, dicevano che aveva una faccia da principe, ma c’era anche chi affermava che avesse un’occhio da demone.

Da quanto veniva riferito, aveva degli occhi color smeraldo e la faccia piena di graffi che si era procurato combattendo in numerose battaglie. Aveva una corporatura imponente e sembrava sempre triste. I suoi capelli erano folti e ricci.

Circolavano varie dicerie su questo cavaliere misterioso. Qualcuno raccontava che se in una sfida si trovava in pericolo, comparisse una strana figura, che ricordava quella di un anziano signore, che combatteva con lui aiutandolo. Altri sostenevano che Amedeo in realtà era uno dei demoni mandato dal diavolo e c’era anche chi lo considerava un eroe da ricordare.

La verità non venne mai scoperta…

Giuliana Buono e Martina Candelora.

Disegno di Giuliana Buono

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