Storia di Malala: la donna intraprendente che combatte per l’istruzione

«Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo», questo è il motto di Malala Yousafzai, divenuta un simbolo e una combattente dell’istruzione.

Da ragazza ricevette il premio Nobel per la pace il 10 ottobre 2014, dopo essere divenuta famosa per il suo blog, nel quale parla di oppressione, di violenza e di ingiustizia.

Ma facciamo un passo indietro raccontando la sua storia.

Malala, figlia dell’attivista e insegnante musulmano Ziauddin e di Toor Pekai, creò il suo blog quando era ancora una ragazzina. Raccontava delle ingiustizie che subiva il suo paese, il Pakistan, a causa dei Talebani, che avevano privato dei diritti le donne e dell’istruzione i bambini.

A 13 anni diventò celebre per questa sua azione; durante le tante interviste che ha rilasciato ha discusso dei diritti all’istruzione e di quelli delle donne e di libertà, ormai del tutto aboliti. Nel suo paese per molti pashtun il giorno in cui nasce una bambina è ritenuto un giorno triste, perché si sa che il ruolo di quest’ultima sarà soltanto quello di sfamare i propri figli; non a caso quando nasce una femmina ella viene nascosta dietro una tenda, mentre quando nasce un maschio tutti escono di casa, vanno in piazza e sparano in aria.

A causa delle sue iniziative e della sua lotta un giorno, mentre tornava da scuola in pulmino con alcune sue amiche e compagne di classe, Malala fu aggredita da un talebano, che cercò di ucciderla sparandole alla testa con un fucile.

Successivamente fu ricoverata all’ospedale “Queen Elizabeth Hospital” di Birmingham.

I talebani credevano di averla messa a tacere, ma in verità la resero ancora più forte e perseverante nel suo lavoro e ora, più che mai, lei continua ad onorare il suo compito.

La storia di Malala ci insegna che non dobbiamo tirarci indietro di fronte alle difficoltà, non dobbiamo lasciarci intimorire dai comportamenti altrui e soprattutto non dobbiamo lasciarci sopraffare da nessuno.

Malala ha capito l’importanza dell’istruzione per ogni bambino e vuole che tutti i ragazzi abbiano un futuro radioso, in cui siano liberi di imparare. Soprattutto le bambine, che non sono libere si andare a scuola ma sono costrette a fare lavori domestici e a sposarsi troppo presto.

Come ricorda una sua celebre frase, al mondo ci sono due poteri: quello di una spada e quello di una penna, ma in realtà ce n’è un terzo più forte di entrambi, ed è quello delle donne.

                                                                                         Greta Vincenti

“Fabbricante di lacrime”: un libro scritto dal destino

Il “Fabbricante di lacrime”, scritto da un’autrice (sono certa che sia una donna) che si cela dietro lo pseudonimo Erin Doom “destino”, è il libro più venduto in Italia nel 2022.

Racconta la storia di Nica, una diciassettenne orfana che, finalmente, vede avverarsi il sogno di essere adottata: potrà dimenticare la sua vecchia vita, le favole raccontate a lume di candela, e la bambina che era prima, quella che si strofinava i petali dei fiori sugli abiti grigi per far sì che prendessero almeno un po’ di colore.

Purtroppo non sarà da sola nella sua nuova casa, con lei verrà portato via anche Rigel, un ragazzo che sa suonare splendidamente il pianoforte e che prende voti altissimi a scuola ma che nasconde un terribile segreto. Può sembrare un angelo, ma Nica sa che dentro di lui si celano un’indole oscura e un passato che lo lega indissolubilmente a Nica.

Tutto verrà alla luce quando i ragazzi saranno coinvolti in un terribile incidente che cambierà la vita di entrambi.

La metafora di questo libro è nel titolo: ognuno di noi ha il proprio fabbricante di lacrime, la persona che ci fa provare emozioni travolgenti anche solo compiendo un piccolo gesto ma che allo stesso tempo è capace di farci stare male, quasi incapaci di reggere anche solo lo sguardo che, a volte, ci può far pensare di non valere nulla.

Questo romanzo emozionante mi ha fatto rinascere, incidendo nel mio cuore un segno invisibile ma che resterà per sempre.

Sono certa che un giorno andrò a riaprire quel libro e potrò ripercorrere la parole di inchiostro sulle pagine candide con consapevolezza.

Greta Vincenti